In occasione dell’evento Reconnect, a Milano, Cohesity incontra partner e clienti per fare il punto sullo stato dell’arte del data management. “Reconnect – spiega Albert Zammar, director Southern Europe di Cohesity – è proprio un momento di vicinanza con i clienti e i partner per raccontarsi le novità sia in ambito organizzativo, sia nello sviluppo delle soluzioni”. Obiettivo è raccontare dove l’azienda è diretta, ma anche ascoltare esigenze ed obiettivi dei clienti per comprendere se la direzione intrapresa è quella corretta, sulla base dei loro input, indispensabili per indirizzare le strategie commerciali e di sviluppo. L’evento locale cade a valle di quello globale, Cohesity Connect, e ripropone proprio il tema della ‘vicinanza e della prossimità territoriale’, in presenza, nelle diverse country.
Cohesity, evoluzione della proposta e strategia
“Il tema principale resta quello della cybersecurity – riprende Zammar – in chiave data-centrica. Cohesity è azienda di data security & management e in questa prospettiva ha allacciato anche una serie di partnership tecnologiche, tra cui quella con Cisco Systems e Palo Alto Networks (ospiti dell’evento)”.
La proposta Cohesity – integrata in Cisco SecureX e Cortex Xsoar (il Soar di Palo Alto Networks) – è basata su Api Restful (aperte) e si candida per l’integrazione virtuosa nell’ottica di una di sicurezza pervasiva. Cohesity, non a caso, fa parte anche della National Cybersecurity Alliance, per estendere l’obiettivo della sicurezza del dato con soluzioni idonee a rendere anche l’accesso al dato sicuro, lasciandolo disponibile per le necessarie operazioni di data classification, quelle di threat management e la gestione dei privilegi di accesso.
Concretamente si tratta di rispondere ai cinque elementi cardine alla base anche del cybersecurity framework raccomandato dal Nist che prevede di riuscire ad indirizzare i temi dell’identificazione dell’attacco, la protezione di infrastruttura e dati, la detection, la reaction e l’eventuale recupero delle informazioni.
Cohesity offre quindi la piattaforma che consente ai responsabili informativi di sostenere questi cinque passaggi chiave con detection, protection e remediation a rappresentare gli elementi fondamentali. “Il backup è ‘the last line of defense’ – prosegue Zammar – ed il recupero dei dati è chiaramente lo step fondamentale”. La proposta di Cohesity nasce come piattaforma di file and object storage e di backup. La piattaforma raccoglie i dati in modo innovativo rispetto alle soluzioni tradizionali di backup. Queste hanno bisogno server di backup, media-server e storage, mentre Cohesity si fa forte di un approccio iperconvergente, grazie al contributo del fondatore dell’azienda Mohit Aron, di fatto tra i “padri” dell’iperconvergenza. Il cuore della proposta Cohesity – Cohesity Data Cloud – permette inoltre di orchestrare i task di backup ma con la piena visibilità sul dato. E la visibilità, sappiamo, è alla base della sicurezza.
Oggi la proposta si è ulteriormente evoluta, con Cohesity Data Hawk – proposta as a service che “integra analisi e gestione del dato basate su AI e ML per capire chi accede all’infrastruttura, dove è il dato, quali informazioni si stanno archiviando o sono oggetto di un attacco (dati sensibili, etc.), tenere traccia di cosa succede al dato in ogni fase, ma anche estrarre report per rispondere alle esigenze di compliance“ e – con la soluzione Cohesity FortKnox (As a Service) di disporre “di una cassaforte isolata e di una copia sicura nel cloud pubblico isolata dall’infrastruttura. Disponendo quindi di usa sorta di air-gap”.
Gli analisti riconoscono la bontà della proposizione. Proprio di recente, Omdia, nel suo ultimo report Protecting and Recovering Data in the Cloud Era, ne riconosce nello specifico l’ampiezza per quanto riguarda la ‘prospettiva’ sul tema della protezione ma riconosce all’azienda anche il valore della strategia e della roadmap.
Cohesity si qualifica anche per le possibilità di restore rapido, in grado di soddisfare gli Sla più impegnativi. Instant Mass Restore permette il recupero dei dati di fatto in modo istantaneo grazie all’approccio iperconvergente che prevede che sia la stessa piattaforma Cohesity che “porta al suo interno i dati e sia lo stesso sistema operativo ad assicurare il ritorno all’esercizio del dato”. Interessante soprattutto nel caso di backup da sistemi Nas per cui tutti gli snapshot sono ospitata già “idratati” nella piattaforma Cohesity.
Le società di analisi premiano Cohesity inoltre come piattaforma per il recupero delle informazioni sia per il segmento enterprise, sia per il segmento Smb. Sempre considerando volumi di dati da proteggere nell’ordine dei Petabyte sono banche, assicurazioni, multi-utility tra i prospect più interessanti per l’azienda, anche in Italia.
L’azienda non vende direttamente, si definisce una “channel company”: si parla di partner tecnologici, ma anche degli hyperscaler (tra cui Aws su cui Cohesity poggia inoltre tutte le soluzioni SaaS). La modalità Meet in the Channel, comprende quindi sia il canale tradizionale certificato Cohesity che rivende la soluzione e ha partnership diretta con l’azienda, sia quello delle partnership tecnologiche.
Grazie anche all’arrivo di Sanjay Poonen, nuovo Ceo di Cohesity da agosto 2022, le partnership tecnologiche si sono estese ulteriormente e, per esempio, Ibm ha scelto Cohesity per la gestione dei dati e per poter proporre ai clienti il relativo offering, preferito proprio riguardo i temi di gestione e sicurezza del dato.
In Italia, Cohesity negli ultimi due anni ha raddoppiato il numero di clienti, riscontrando gradimento e recettività. Tra questi anche Publiacqua.
Publiacqua, l’esperienza con Cohesity
Proprio con Mauro Cacciafani, Data Protection officer di Publiacqua (società che opera nel servizio idrico delle province in Toscana), mettiamo a fuoco sia il percorso di trasformazione digitale tout court, sia il cammino compiuto con Cohesity per ottenere la flessibilità necessaria per la protezione dei dati on-prem come anche nel cloud.
L’azienda opera come utility nel settore idrico, si occupa della captazione, del trattamento, del convogliamento e della distribuzione di acqua potabile ed aderisce anche ad uno dei bandi Pnrr finalizzato alla riduzione delle perdite, obiettivo in cui è evidente come la digitalizzazione per un servizio idrico integrato giochi un ruolo importante.
“Publiacqua gestisce il servizio idrico integrato su quattro provincie – Firenze Prato, Pistoia e una parte di Arezzo – esordisce Cacciafani – serve circa 1.300.000 abitanti, per circa 400mila contratti attivi, con 630 dipendenti”. L’azienda gestisce un sistema impiantistico complesso ed articolato e la gestione integrata anche del sistema depurativo da parte di un solo soggetto, in un territorio così vasto, è prerequisito essenziale per il suo ammodernamento ed efficientamento anche al fine di ridurre il livello di inquinamento delle acque fluviali della Regione.
Il tema della trasformazione digitale è stato affrontato dall’azienda in vari step: “Inizialmente con l’adozione di Sap come piattaforma di riferimento e tra gli anni 2011 e 2012, in particolare, con Workforce Management che ha avviato la diffusione delle tecnologie in tutte le aree business aziendali. Nel tempo poi Publiacqua ha potenziato la gestione digitale del rapporto con il cliente e le aree relative alle operational technologies“. Protezione dei dati e disponibilità dei sistemi quindi al centro per garantire la continuità operativa. “Abbiamo conosciuto Cohesity nel momento di riflessione su come garantire elasticità, flessibilità e scalabilità nella protezione dei dati – spiega Cacciafani – ma in modo da disaccoppiare il front-end, con una piattaforma in grado di rispondere in modo rapido al problema della crescita dei dati (2018)”.
Nel 2019 è stata quindi implementata la piattaforma Cohesity. Publiacqua ha deciso di puntare su un’infrastruttura scalabile, robusta, affidabile e ha scelto di approcciare le esigenze di disaster recovery appoggiandole al cloud, quindi sposando un sistema resiliente proprio perché in cloud (2020 e 2021). “Abbiamo avuto la possibilità di beneficiare in modo nativo non solo di protezione del dato e quindi di funzioni di replica, ma anche dell’attivazione di servizi come per esempio quello per il file sharing, con la disponibilità oltre che della terza copia del dato anche di quella immediata per tutti gli utenti”. Un aspetto fondamentale quando si parla di dati critici (e non strutturati) a supporto dei processi gestionali.
Nel 2022 Publiacqua smarca un altro punto, abbandonando del tutto la vecchia soluzione di backup come front-end, anche per il backup di Sap Hana, e degli ambienti Sap tradizionali con client certificati Cohesity e backup nativo con Cohesity. “Valore aggiunto, oltre al risparmio sui canoni ed all’efficienza, la possibilità di sfruttare meglio le funzionalità di deduplica, grazie al front-end Cohesity gestito in autonomia dai relativi algoritmi”.
Publiacqua, in contemporanea, è evoluta nella gestione dei dati in cloud (copie primarie, secondarie e copie in cloud) “sfruttando la vicinanza dei dati ai data center a seconda di dove nasce il servizio di cui è necessario fare backup, con flussi di recupero e ripartenza quindi ulteriormente velocizzati”.
Così spiega Cacciafani la prosecuzione del percorso: “La compliance ai regolamenti è evidente quanto sia importante per la nostra azienda che opera in un ambito critico, ed in questo senso la sensibilità è cresciuta sul tema. Grazie ad uno specifico audit sulle capacità dell’azienda di rispondere agli attacchi ransomware, abbiamo scelto un approccio di assessment del tutto strutturato per la definizione degli accessi e le modalità di controllo ed insieme a Cohesity è stato affrontato l’ultimo step per cui – grazie anche al confronto con ingegneri Cohesity, partner e system integrator – sono stati chiusi tutti i gap rilevati, relativi alle reti da isolare correttamente, all’adozione di soluzioni Mfa (multi-factor authentication) e al problema del patching, etc. affrontando anche il tema chiave dell’immutabilità del dato“.
L’azienda ha quindi concretizzato una Poc sulle funzionalità di Cohesity FortKnox: “Abbiamo valutato dove posizionare i dati geograficamente e studiato le policy di conservazione del backup per comprendere quanto spazio sarebbe servito su FortKnox”. In questi giorni Publiacqua ha completato il primo allineamento dei dati.
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