E’ la giovinezza coniugata con l’esperienza a caratterizzare oggi Cohesity. L’azienda californiana infatti nasce appena nel 2013 per iniziativa di Mohit Aron, prima co-founder di Nutanix (padre dell’iperconvergenza e già alla guida del team di sviluppo di Google per il suo Distributed File System), ma conta anche su un board con alle spalle esperienze importanti nelle aziende IT più prestigiose. In concreto, Cohesity sviluppa soluzioni software defined e una piattaforma fruibile on-premise così come as a service per il pieno controllo su backup e disaster recovery, in una prospettiva “next generation data management e di cyber resiliency”, che comprende la soluzione del problema della mass data fragmentation. L’obiettivo è consentire alle aziende di gestire e riuscire sempre a sfruttare le informazioni dei dati negli ambienti caratterizzati dall’utilizzo di più sistemi (on-prem come in cloud) o di diversi provider cloud. Riduzione della complessità, innalzando il livello di sicurezza sono i mantra consolidati che guidano lo sviluppo.
L’azienda tra i partner più importanti conta Cisco, Hpe (che sono anche investitori e azionisti), Aws, Microsoft, Pure Storage e Lenovo. E Cohesity, soprattutto negli Usa, continua a crescere in modo importante. Il 25% delle aziende Fortune 500 è cliente Cohesity e i ricavi dello scorso anno fiscale (chiuso ad agosto 2021) hanno superato i 300 milioni di dollari (+70% anno su anno). Dopo appena due anni dall’inizio delle attività, e per due anni consecutivi, Gartner, l’ha posizionata come leader assoluto nel magic quadrant Data Center Backup and Recovery Software. Non solo, il Net Promoter Score di Cohesity ha superato l’indice 90 per cinque anni di fila: significa una grande propensione dei clienti a raccomandarla ad altri a testimoniare la solidità della piattaforma.
Cohesity, l’attività in Italia
“In Italia – entra nei dettagli Albert Zammar, regional director Southern Europe di Cohesity, – l’azienda è ancora più giovane, di fatto ancora quasi in fase di lancio”. E proprio in questi giorni dà il via alle attività di comunicazione strutturata. “La struttura italiana è decisamente snella e siamo impegnati a consolidarla in modo da consentire all’azienda di raggiungere gli obiettivi ambiziosi previsti per la region, e l’Italia“. Nel nostro Paese, Cohesity vede impegnate circa 15 persone, con tre team di vendita, e il team di canale. Una persona è dedicata alle “alleanze”, in particolare con Cisco, e sono poi presenti figure di vendita interna per lo sviluppo di lead e contatti, con infine l’aiuto del team di marketing e comunicazione.
Il modello di go to market è a due livelli, la vendita quindi avviene tramite i partner. Distributori e rivenditori. Questi ultimi possono essere reseller partner oppure service provider che acquistano le licenze per erogare i servizi, ma anche global system integrator – sei al momento – dedicati al mercato enterprise.
Tre sono i livelli di certificazione/affiliazione: associate, preferred e premier, ottenuti in funzione delle certificazioni e del volume di vendite sviluppato. Cohesity opera sul mercato anche sfruttando le “alleanze tecnologiche”, ovvero quelle aziende che mettono a disposizione la propria infrastruttura per far girare la tecnologia Cohesity ed offrire data management as a service e disaster recovery as a service (tra cui ovviamente i partner citati in apertura).
Zammar: “La proposta tecnologica si rivolge principalmente ai clienti enterprise e di medio/grandi dimensioni, proprio per la sua capacità di risolvere il tema della mass data fragmentation ed in Italia finance e PA sono i verticali che in questi mesi sono risultati più sensibili alla proposta. Tra le referenze pubbliche, per esempio, la Banca Popolare di Sondrio che ha scelto Cohesity per risolvere la sfida dei dati secondari e della proliferazione rapida dei dati all’interno delle diverse filiali per la capacità, la flessibilità e la scalabilità nell’analizzare i dati distribuiti (dark data) e renderli effettivamente disponibili per gli utilizzi di business”. Cohesity inoltre indirizza le esigenze di compliance e sicurezza dei dati in relazione alle normative vigenti (uno dei motivi della scelta anche da parte del cliente Eurotec, azienda che opera nell’ambito della tomografia di componentistica meccanica).
Come evolve la proposta tecnologica
Entra nei dettagli della proposta tecnologica Manlio De Benedetto, director Systems Engineering Semea di Cohesity, che concentra il suo intervento su tre punti chiave della proposta: mass data fragmentation, il modello as a service, ed il tema della sicurezza. Oggi, la maggior parte dei dati aziendali, a seconda dei workload è spesso archiviata in silos. Quando si parla di backup, un software (o comunque un’intelligenza) che risiede sui server, spiega De Benedetto, “detta le procedure di scrittura su un obiettivo, target storage, poi le risorse sono condivise attraverso soluzioni Nas, cui si aggiungono le esigenze di data masking e test&dev e, con l’arrivo del cloud, di fatto si aggiungono altri silos (software, appliance etc.) per cui cresce la frammentazione dei dati”.
Cohesity riduce la frammentazione dei dati tra i vari silos, partendo proprio da un approccio basato sulla data protection, “consolidando l’intelligenza e lo storage di destinazione dei dati su un’unica soluzione basata sull’iperconvergenza”. In origine si trattava semplicemente di una soluzione installata su dei server general purpose che “uniti dal software generavano un file system e quindi attivavano la possibilità di fare il backup con software e target storage insieme”. Nel tempo Cohesity ha esteso le possibilità di data management per indirizzare la condivisione dei file e ha poi provveduto all’integrazione della proposta con il cloud negli scenari IaaS, SaaS (per esempio per Microsoft 365) e PaaS, fino all’edge. Con un’unica interfaccia di gestione anche per l’erogazione del data masking che consente di estrarre valore dai dati.
In questi ambito si colloca oggi la proposta di Data Management As a Service (DMaaS) che offre un ventaglio di offerte as a service per eseguire il backup in modo semplice, proteggere, gestire e analizzare i propri dati, tutto gestito direttamente da Cohesity e in hosting su Aws. L’intero portafoglio di offerte DMaaS di Cohesity offre alle aziende una maggiore possibilità di scelta per proteggere e gestire i propri dati. I clienti possono scegliere tra un modello SaaS, un cluster on-premise o una combinazione di entrambi in un modello ibrido – tutto su una singola piattaforma e gestito con una sola interfaccia utente.
Fanno parte della proposta DMaaS anche l’offerta di Backup as a Service (BaaS) e DataProtect delivered as a Service.
In hosting su Aws, anche in Europa, questa ultima soluzione offre ai clienti di medie e grandi dimensioni un modo semplice per eseguire il backup dei dati, eliminare i silos e ridurre i costi, mentre Cohesity si prende cura di gestire l’infrastruttura base con Helios che “opera come gestore in cloud e permette di avere la visibilità, da un unico portale, di tutta l’infrastruttura Cohesity sia essa basata su hardware Cohesity on-prem, sia essa basata su VM in cloud o sia essa erogata in modalità as a service”.
Gli annunci odierni riguardano la disponibilità della nuova proposta Disaster Recovery as a Service (DRaaS). La nuova offerta estende le capacità di disaster recovery (DR) garantite da Cohesity SiteContinuity e aggiunge l’abilità di sfruttare Aws, come sito di ripristino per failover e failback in un modello software as a service (SaaS). I vantaggi a questo proposito si legano soprattutto alla riduzione dei rischi di potenziali riguardo interruzioni e perdita dei dati – grazie ad un backup basato su snapshot e replica near-sync cui si aggiungono le semplificazioni nella gestione delle operation e la possibilità di rispettare in modo più semplice gli Sla.
Integriamo con una nota importante. Tutto ciò che ha accesso e viene scritto sul file system Cohesity in fase di backup viene deduplicato “in-line”, ma viene poi trattato come se fosse scritto in modo “non deduplicato”, ed in caso di restore il file system offre accesso ai dati come “se non fossero deduplicati”.
Un punto importante proprio in relazione alle sfide imposte dai ransomware che criptano i dati in produzione e cercano i backup per criptarli. Con Cohesity è possibile ridurre il danno a partire da un restore veloce (Instant Mass Restore), con la certezza che i dati su Cohesity una volta scritti non si possono in alcun modo modificare.
Oggi i criminali informatici “esfiltrano” i dati e minacciano di pubblicarli sul dark Web. Per aiutare i clienti ad affrontare le più recenti minacce, Cohesity propone oggi le seguenti offerte SaaS, sempre all’interno del portfolio di soluzioni gestite da Cohesity Data Management as a Service. Con Cohesity DataGovern, l’azienda offre un servizio di sicurezza e gestione dei dati che impiega AI e ML per automatizzare l’individuazione di dati sensibili e rilevare accessi anomali e modelli di utilizzo che possano indicare un attacco informatico in corso. Con Project Fort Knox, invece vuole offrire un servizio che permetterà ai clienti di mantenere una copia isolata dei propri dati in una cassaforte air gapped (con la comunicazione quindi troncata tra infrastruttura di backup e la cassaforte) gestita da Cohesity per migliorare la resilienza dei dati in caso di attacchi ransomware.
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