Non siamo ancora al verdetto finale sulla vicenda dell’acquisizione di Vmware da parte di Broadcom, annunciata ormai quasi un anno fa (era il 22 maggio 2022) ma gli sviluppi delle scorse settimane mettono un freno alla realizzazione dell’affaire, come diversi analisti del settore avevano quest’anno ventilato.
La Commissione Europea – che avrebbe potuto tentennare fino all’11 maggio per esprimere un giudizio – con un mese di anticipo (13 aprile) ha annunciato la sua perplessità all’acquisizione Broadcom-Vmware inviando una notifica a Broadcom, contenente le opinioni preliminari sulla vicenda.
Di fatto questa notifica è la prima vera opposizione all’affaire, perché l’autorità americana non ha ancora ufficialmente avviato alcuna indagine per valutare la fattibilità dell’acquisizione e l’autorità britannica si è data tempo per esprimersi fino al 12 settembre, pur essendo attenta alla questione perché sia Europa che UK (a ruota) avevano avviato una indagine antitrust per valutare il potenziale impatto dell’operazione già a dicembre 2022, analizzando documenti forniti dalle parti, ascoltando i pareri degli utenti e dei produttori di server che fanno affari con Vmware e dei competitor che realizzano software di virtualizzazione.
Cosa dice questo primo alert inviato a Broadcom dall’Europa.
La commissione parla di concorrenza messa sotto pressione da parte di Broadcom, che è leader nel settore hardware delle schede di interfaccia di rete (Nic), degli adattatori Fibre Channel (FC Hba) e degli adattatori di archiviazione. Con l’acquisizione di Vmware, Broadcom si porterebbe a casa il software di virtualizzazione dei server in ambienti on-premise e cloud privato, che interagisce con un’ampia gamma di hardware (inclusi gli adattatori di rete e di archiviazione anche dei competitor). Il timore di porre un freno allo sviluppo della concorrenza e alle partnership di Vmware si percepisce. “Le fusioni sono benvenute nella misura in cui non ostacolano la concorrenza” ricorda la Commissione Europea.
In sintesi: “Broadcom potrebbe ridurre la competizione nei mercati globali per la fornitura di adattatori fibre channel e adattatori per l’archiviazione escludendo l’hardware dei concorrenti, ritardandone o peggiorandone l’accesso al software di virtualizzazione per server di Vmware – dettaglia la lettera -. Broadcom è il principale fornitore di FC Hba e adattatori di archiviazione. I mercati sono molto concentrati. Se i concorrenti di Broadcom venissero ostacolati nella propria capacità di competere in questi mercati, ciò potrebbe portare di conseguenza a prezzi più alti, qualità più bassa e meno innovazione per le aziende clienti, e in ultima analisi per i consumatori”.
Altri timori che la Commissione aveva evidenziato in fase di avvio dell’istruttoria a dicembre erano che Broadcom potesse ostacolare lo sviluppo di SmartNic da parte di altri fornitori (1) e consolidare il software di virtualizzazione di Vmware con il proprio software (2), senza offrire più il software di virtualizzazione di Vmware come prodotto autonomo. Ma molti analisti escludono che questo possa accadere, perché la forza di Vmware sta proprio nelle alleanze che ha stretto nei decenni con i fornitori di hardware. Sarebbe snaturare il suo business.
Cosa succede ora. Anche se la comunicazione degli addebiti è una fase formale di un’indagine in cui la Commissione informa per iscritto la società interessata degli addebiti sollevati nei suoi confronti, non pregiudica l’esito dell’istruttoria.
La palla ora passa a Broadcom che ha l’opportunità di rispondere alla comunicazione della Commissione, di consultare il fascicolo e di richiedere un’audizione orale. La Commissione europea si riserva cosi di esprimere la propria decisione definitiva entro il 21 giugno.
Le azioni di consolidamento continuano in tutti i settori (otto indagini sono in corso in aree diverse da parte della commissione) con medesima logica. “La combinazione delle attività di diverse società può consentire loro di sviluppare nuovi prodotti in modo più efficiente o di ridurre i costi di produzione o distribuzione. Grazie alla loro maggiore efficienza, i consumatori possono beneficiare di beni o servizi di qualità superiore. Tuttavia, alcune concentrazioni riducono la concorrenza in un mercato, in particolare creando o rafforzando un operatore dominante. È probabile che ciò danneggi i consumatori a causa di prezzi più elevati, scelta ridotta o minore innovazione. Le fusioni sono benvenute nella misura in cui non ostacolano la concorrenza. L’obiettivo dell’esame delle fusioni è quello di evitare effetti dannosi sulla concorrenza”. A beneficio di tutti. Sarà un maggio caldo.
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