La produttività rimane la prima priorità dei Ceo. La più urgente. Lo conferma un nuovo studio realizzato da Ibm Institute for Business Value, in collaborazione con Oxford Economics, in un momento complesso per i Ceo che devono spingere le proprie aziende a valutare nuove tecnologie nella corsa verso la modernizzazione. Ma come essere più produttivi?
Non è un tema solo di oggi, atavico, ma il riconoscimento da parte dei Ceo che la modernizzazione digitale ha un ruolo strategico per le aziende nel rimanere competitive mette in campo la valutazione di nuove tecnologie. Tra queste non ultima l’intelligenza artificiale.
Lo studio di Ibm – Ceo decision-making in the age of AI, Act with intention – condotto su un campione di 3.000 Ceo di oltre 30 paesi e 24 settori, ha messo in evidenza un dato importante: il 75% dei Ceo ritiene che il vantaggio competitivo dipenderà da chi possiederà l’AI generativa più avanzata a tal punto che il 50% dei Ceo dichiara di aver già integrato l’AI generativa in prodotti e servizi, il 43% di utilizzarla per comunicare le decisioni strategiche e il 36% per decisioni operative.
Un dato impattante, tuttavia, qualche discrepanza c’è. Non sempre allineati si trovano Ceo e team di lavoro, anche se entrambi attenti a non sottovalutare rischi e timori che il percorso verso l’adozione di strumenti di AI generativa implica. Nel management ma anche nei dipendenti. Rimangono vive le questioni etiche o le tematiche di sicurezza legate alla gestione dei dati (tema sollevato dal 57% dei Ceo) o all’accuratezza delle informazioni (48%).
Responsabilità condivise
Scoperchiato anche il problema delle competenze. Mentre il 69% dei Ceo intravede ampi vantaggi dell’AI generativa, solo il 29% dei team ritiene di avere gli skill interni per adottare l’AI generativa e solo il 30% dei senior manager (non Ceo) ritiene la propria organizzazione pronta ad adottarla in modo responsabile.
Tra le responsabilità anche l’impatto dell’AI generativa sulla forza lavoro: il 43% dei Ceo dichiara di aver ridotto o ridistribuito la propria forza lavoro a causa dell’impiego dell’AI generativa, e un ulteriore 28% intende farlo nei prossimi 12 mesi. Ma nuovi profili verranno portati a bordo: il 46% dei Ceo ha assunto ulteriore forza lavoro a causa dell’AI generativa, così come il 26% afferma di avere piani analoghi per il futuro.
Una questione seria sulla quale i Ceo dovranno mettere anima e corpo ma si sta andando a rilento: ad oggi, meno di un Ceo su tre (28%) ha valutato il potenziale impatto dell’AI generativa sulla propria forza lavoro, e solo il 36% prevede di farlo nei prossimi 12 mesi, nonostante – dicevamo all’inizio – tre Ceo su quattro (75%) ritengono che introducendo l’AI generativa la propria azienda avrà un vantaggio competitivo e il 50% dei Ceo ha già integrato l’AI generativa in prodotti e servizi.
Una scelta a vantaggio della produttività che scala la classifica degli obiettivi dei Ceo, ora al primo posto per il 48% dei Ceo (era al sesto posto nell’edizione 2022 della ricerca).
Sale al secondo posto la modernizzazione tecnologia (45%) e per questa ragione cambiano i profili dei C-Level che dovranno interagire con il Ceo per modernizzare l’azienda.
Secondo lo studio la transizione sarà guidata dai Ceo in sintonia con i Coo (nel 62% dei casi) e con i Cfo (nel 52%) ma con sinergie sempre più forti con i profili tecnologici: cresce il peso attribuito dal Ceo ai Cio (38% rispetto al 19% del 2022) e al Chief Technology o Chief Digital Officer (30%).
“L’AI generativa può ridurre le barriere all’adozione dell’AI e metà dei Ceo intervistati la sta esplorando attivamente per avviarsi verso una nuova ondata di produttività, efficienza e qualità del servizio in tutti i settori – ha dichiarato Jesus Mantas, Global managing partner di Ibm Consulting -. I Ceo devono valutare i requisiti aziendali in materia di privacy dei dati, protezione della proprietà intellettuale, sicurezza, responsabilità algoritmica e governance al fine di pianificare l’implementazione di casi d’uso emergenti di AI generativa su larga scala”. L’AI generativa spariglia le carte in tutti i sensi.
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