Nella sfida della Corporate Resilience, 4wardPRO si identifica all’interno di Impresoft come il competence center sul quale sono costruite tutte le soluzioni e i servizi del gruppo. Il modello di business che l’azienda propone fa infatti leva su alcuni asset strategici che la società mette a fattor comune e che fanno da abilitatori per l’intero gruppo. Come racconta in questa intervista Christian Parmigiani, CEO di 4wardPRO e co-founder di Impresoft Group.

“Come corporate del gruppo Impresoft, lavoriamo su quattro asset principali – esordisce Parmigiani -: il primo sono le soluzioni Cloud nelle quali ci siamo specializzati nel tempo in tutti i diversi aspetti, dallo sviluppo applicativo a quello infrastrutturale, dalla data analytics alle piattaforme di digital workplace che agevolano la condivisione e la produttività.
Il secondo asset è legato all’hybrid work dove grazie a un’esperienza consolidata e di portata internazionale supportiamo le aziende nell’adozione di metodologie moderne e di strumenti di collaborazione e comunicazione, per guidare il cambiamento”.
Questi ultimi anni ci hanno poi insegnato che la tecnologia di per sé non basta e che bisogna considerare altri aspetti fondamentali come l’employee engagement e il well-being per migliorare il modo di vivere e di lavorare grazie a una revisione dei processi di interazione fra le persone, del rapporto manager-collaboratore o azienda-dipendente, per comunicare efficacemente e ingaggiare le persone. “Well-being, employee engagement e abilitazione tecnologica possono così garantire una produttività sostenibile, ma solo se adottati in blocco – sottolinea Parmigiani -, perché se manca anche uno solo di questi elementi l’equazione vale zero”.
“Il terzo asset di 4wardPRO è dato dal binomio data analytics e artificiali intelligence. Oggi –
spiega il manager – le aziende che vogliono crescere sfruttando la tecnologia devono rispondere ad alcune priorità che sintetizzo come 3A – automation, analytics e AI -. È qui che si gioca la partita dove determinante non è tanto la capacità di crescere quanto la velocità con cui si è in grado di raggiungere gli obiettivi. La growth velocity è la sfida di oggi; intercettare i nuovi eventi (come ChatGPT), seguirli e trarne vantaggio. Strategico è allora saper analizzare e catalogare i dati per estrarne il valore, per poi fornire un supporto automatizzato o semiautomatizzato alle decisioni aziendali; questo fa veramente la differenza e ciò di cui si occupa il nostro team.
Ultimo dei quattro asset, ma non meno fondamentale è la cybersecurity, perché più si digitalizza e più la superficie di attacco cresce e l’azienda è esposta a rischi. I nostri team specializzati ci permettono di raccordare tutti gli elementi e di fornire alle aziende una base solida su cui costruire tutto il percorso di digital transformation”.

Le competenze acquisite da 4wardPRO in 30 anni di esperienza si sommano al vantaggio di operare in sinergia con le altre realtà del gruppo, come ulteriore leva per il business, spiega Parmigiani: “La divisione del nostro gruppo in Competence Center copre ogni esigenza che un’impresa possa incontrare nell’adozione tecnologica. Avere diverse aziende specializzate in maniera verticale ma in grado di unire le forze in maniera orizzontale significa approcciare con efficacia i nostri clienti, muniti di un set di servizi e soluzioni estremamente ampio. Mettendo insieme il meglio di entrambe i modelli, Impresoft può guidare le aziende clienti in un percorso di trasformazione digitale end-to-end; in quest’ottica, essere l’unico interlocutore per il cliente semplifica la complessità e risolve il problema di dover mettere sul tavolo diversi fornitori e soluzioni che spesso non nascono integrate fra loro”.

Christian Parmigiani, Ceo di 4wardPRO
Christian Parmigiani, CEO di 4wardPRO

Corporate Resilience, cosa significa per un’azienda adottare questo modello. “Il modello di Corporate Resilience sottintende a digital enabler in grado di potenziare una strategia di trasformazione digitale all’interno dell’azienda: senza strumenti efficaci e processi di comunicazione e collaborazione, senza la capacità di estrarre valore dai dati aziendali attraverso gli analytics e l’AI, senza il cloud e senza la cybersecurity, mancano le basi per fare ogni altra cosa. Corporate Resilience significa avere tutti questi tasselli fondamentali per velocizzare i processi e soprattutto per creare un percorso efficace e concreto verso la digitalizzazione, sintetizza Parmigiani, aggiungendo un ultimo ma non trascurabile elemento di tutta la proposition: la sostenibilità. “Ci riteniamo un player efficace anche in ottica ESG. Nelle use case, la società non considera solo il vantaggio tecnologico ma aiuta le aziende a comprendere anche l’impatto positivo che possono avere dal punto di vista ambientale, sociale o di governance, grazie all’uso della potenza computazionale green, di tecnologie innovative e di energie rinnovabili. “Bisogna sfatare il falso mito che l’IT sia un mercato green perché il 25% delle emissioni di CO2 sono riconducibili a questo settore”, puntualizza il manager.

La nuova generazione del BPM (Business Process Management) quale supporto può fornire oggi alle imprese per divenire agili e resilienti. “In una giornata lavorativa tipo, circa il 40% del tempo operativo delle persone è speso nella ricerca, nella rielaborazione e nel ricaricamento delle informazioni, distribuite sui vari sistemi. Si tratta di una quantità di attività manuali che non hanno un valore aggiunto e che l’automazione può ridurre in modo drastico. Se introduciamo, per esempio, uno dei principali sottoinsiemi del BPM, ossia la RPA (Robotic Process Automation) riusciamo a raccordare tutti i sistemi verticali, ad aggiungere funzionalità e a digitalizzare processi che avvengono normalmente in maniera destrutturata o manuale. Il ritorno dell’investimento di un progetto è in questi casi quasi immediato. Tutte le aziende possono beneficiare di un maggiore livello di automazione ma ci sono realtà maggiormente votate a questo tipo di beneficio; sono quelle di dimensioni maggiori, dove l’automazione può avere degli impatti finanziari davvero dirompenti”.

La media e grande impresa è quindi il target sul quale le tecnologie RPA hanno maggiore impatto. “Se però fino a qualche anno fa l’automation era un progetto estremamente complesso e costoso, oggi si assiste ad un fenomeno di democratizzazione dell’automazione che sarà sempre più alla portata di persone e aziende. La rivoluzione del low code, in particolare, apre il nuovo scenario chiamato del citizen developer, dove chiunque in futuro sarà in grado di sviluppare applicazioni anche complesse in autonomia. Un obiettivo assolutamente auspicabile – sottolinea Parmigiani – perché nei prossimi cinque anni è stimato ci sarà una necessità di automazione 5 volte superiore all’attuale capacità di delivery del mercato IT e, pertanto, una carenza di sviluppatori. Avere gli strumenti che democratizzano la possibilità di creare automazione nelle aziende favorirà un numero maggiore di persone abilitate, ma soprattutto abbasserà molto l’asticella di ingresso e quindi anche aziende di dimensioni minori potranno usufruire di queste tecnologie”. In questo scenario, 4wardPRO ritiene di avere già oggi l’expertise necessaria per fare fronte alle prospettive future quando man mano che la maturità dei clienti aumenterà, il suo ruolo cambierà. “Tendenzialmente aiuteremo sempre più le imprese a crearsi un Competence Center interno e ad aumentare la loro autonomia; un mix dove il cliente potrà gestire in modo autonomo una parte delle attività più semplici nel day by day e demandare a noi solo quelle più complesse”. 

Sviluppo della roadmap di 4wardPRO, le tappe future. Lobiettivo della società è oggi quello di sviluppare tutti gli asset, sia attraverso una crescita organica che con una politica di acquisizione per linee esterne. In questo contesto è recente l’acquisizione di QiNet che rafforza la proposition in ambito cybersecurity; 4wardPRO sta anche valutando ulteriori acquisizioni soprattutto nell’ambito data analytics e artificial intelligence. “Vediamo un boost molto importante nel prossimo periodo anche in funzione del fatto che l’intelligenza artificiale, soprattutto generativa non è più qualcosa di astratto o per addetti ai lavori, ma comincia ad aprire tantissimi nuovi scenari. C’è molta curiosità in quest’ambito da parte dei clienti per comprendere meglio quali possano essere i casi d’uso e abbiamo già i primi veri progetti concretizzati, soprattutto nell’ambito del supporto post vendita all’utente finale nel manifatturiero, dove il sistema è in grado di apprendere in maniera efficace tutte le informazioni tecniche e di dare risposte sensate, multilingua e in tempo reale 24×7 ad una frazione del costo rispetto a quello di un’implementazione su scala mondiale. L’altro contesto nel quale stiamo lavorando con l’AI generativa è quello sanitario e medicale dove la complessità di alcuni ambiti di analisi documentale e semantica vanno a velocizzare i percorsi di diagnosi migliorando la qualità del servizio reso e della vita dei pazienti” conclude Parmigiani.

Per saperne di più scarica il whitepaper: Impresoft Corporate Resilience

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