Sono puntate su Anthropic le attenzioni del mercato. A febbraio di quest’anno la startup – conosciuta per la sua proposta di AI generativa/conversazionale Claude e fondata nel 2021 da Dario e Daniela Amodei (italoamericani, ex OpenAI) – ha scelto Google Cloud (ma la partnership è attiva praticamente dall’avvio delle attività) come fornitore per le risorse di calcolo necessarie, attraverso la scelta di cluster, Tpu e Gpu. E Google, a sua volta, partecipa ora al 10% della società, per 300 milioni di dollari.
In verità, le attenzioni su Anthropic sono altissime anche da parte di Amazon che a settembre di quest’anno ha investito ben 4 miliardi di dollari nella “startup”. Parliamo quindi di osservatori tanto concreti, quanto interessati, tanto che, subito a seguire, Google ha rilanciato a sua volta investendo altri 2 miliardi di dollari.
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Di questi giorni infine l’annuncio dell’evoluzione della partnership proprio con Google. La startup ha costruito nel tempo uno dei più grandi cluster Google Kubernetes Engine (Gke) del settore e Anthropic attualmente utilizza anche AlloyDB, il database gestito compatibile con PostgreSQL di Google, per gestire i dati transazionali ad alte prestazioni e affidabilità, insieme al data warehouse BigQuery di Google, per analizzare vasti set di dati ed offrire gli insights necessari per i propri dipendenti.
Anthropic è stata tra le prime aziende ad implementare su scala i chip Tpuv5e di Google Cloud, come acceleratore per l’AI in grado di servire il suo large language model Claude. Con questi chip è possibile ottenere il miglioramento di 2,3 volte nel rapporto prezzo/prestazioni rispetto alla precedente generazione di Tpu v4 per l’addestramento di modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm).
Ora a questa scelta si aggiungono i servizi di sicurezza di Google Cloud, tra cui Chronicle Security Operations, Secure Enterprise Browsing e Security Command Center. Sono stati scelti per fare in modo che le organizzazioni che distribuiscono i modelli di Anthropic su Google Cloud – così come anche dipendenti e collaboratori – possano beneficiare della protezione adeguata dalle minacce informatiche. La partnership si stringe ulteriormente sempre per quanto riguarda la sicurezza anche nella collaborazione con l’organizzazione no-profit MLCommons nell’ambito di un nuovo gruppo di lavoro sulla sicurezza dell’IA per il benchmarking della sicurezza dell’AI.
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In particolare, Security Command Center aiuta Anthropic a tenere alta la visibilità nel proprio ambiente Google Cloud e a rilevare configurazioni errate, mentre Secure Enterprise Browsing consente all’azienda di proteggere l’accesso ai dispositivi gestiti e non gestiti sia per i dipendenti che per i collaboratori esterni. Infine, Chronicle Security Operations fornisce ad Anthropic soluzioni basate sull’AI con l’intelligence sulle minacce e la possibilità di generare controlli di sicurezza, policy e configurazioni automatizzate.
Responsabilità e sicurezza sono le due parole chiave utilizzate dal management per declinare il senso esteso della partnership. Thomas Kurian, Ceo di Google Cloud: “Anthropic e Google Cloud ]…[ quando si tratta di sviluppare l’intelligenza artificiale condividono il fatto di farlo in modo coraggioso e responsabile e la partnership, costruita su anni di collaborazione, porterà l’intelligenza artificiale a più persone in modo sicuro e protetto ]…[“. Condivide il pensiero Dario Amodei, co-fondatore e Ceo di Anthropic che aggiunge: “Lavoriamo per rendere disponibili sistemi di intelligenza artificiale orientabili, affidabili e ‘interpretabili‘, a un numero sempre maggiore di aziende”.
Ad oggi Claude di Anthropic si sta rivelando il competitor più “affidabile” nel confronto tra i vari agenti conversazionali, per diversi aspetti migliore anche dell’ultima versione di ChatGpt. L’interesse di Amazon e di Google Cloud, che sembrano letteralmente anche contendersi la possibilità di ‘ospitare’ applicazioni e workload (Anthropic non ha scelto evidentemente la via delle ‘esclusive’), è evidente sia un interesse di ‘prospettiva’ in un ambito che vede entrambi gli hyperscaler ancora “inseguire”, almeno per quanto riguarda l’efficacia sul mercato della propria proposta di AI conversazionale.
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