Durante la scorsa estate Johnson Controls incarica Forrester Consulting di valutare stato, percezione, sensibilità sul tema degli “smart building” in relazione agli obiettivi di decarbonizzazione. Forrester conduce quindi un sondaggio online in modalità doppio cieco coinvolgendo 3.445 responsabili aziendali (di 18 verticali diversi da 25 Paesi) della strategia sugli edifici intelligenti cui, secondo gli ambiti di responsabilità, somministra una serie di domande nell’ambito di sostenibilità, sicurezza e/o sistemi ambientali.

Per comprendere l’importanza dello studio, ricordiamo che vengono definiti smart building gli edifici intelligenti, ovvero quelli in grado di comunicare, dotati di sottosistemi (riscaldamento, raffreddamento, energia, impianto idraulico, controllo accessi, etc.) che interagiscono tra loro attraverso una rete e possono essere controllati anche a distanza. Evidente il bisogno, per farli funzionare, di sensori digitali in grado di raccogliere i dati relativi ai consumi energetici e altri dati e di elaborarli via software per favorire la gestione intelligente dei diversi elementi come ventilazione, illuminazione, sicurezza etc.

Partiamo da un dato chiave: la vita degli/negli edifici è responsabile di circa il 40% delle emissioni globali. Lavorare per la loro decarbonizzazione rappresenta quindi una via preferenziale per raggiungere prima l’obiettivo net-zero, per molte aziende essenziale entro il 2030. E “]…[ Oggi esistono soluzioni che eliminano la necessità di disporre di capitale iniziale, digitalizzano i sistemi di un edificio per fornire dati utilizzabili, li elettrificano per accelerare la transizione energetica e danno luogo a un flusso di cassa positivo – spiega George Oliver, presidente e amministratore delegato di Johnson Controls -. Si tratta di opzioni immediate che tutti possiamo adottare sin da subito, mentre agiamo contro il cambiamento climatico e lavoriamo per ridurre le emissioni di CO2″.

Le priorità dei building decision-maker
Le priorità dei building decision-maker (fonte: Forrester Consulting per Johnson Controls, 2023) 

Un sottoinsieme di 1.500 intervistati riferisce per i suoi due terzi di essere pienamente in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, mentre un terzo è consapevole di dover accelerare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi net zero entro il 2030. La maggior parte concorda nel sostenere che gli smart building siano in grado di accelerare la riuscita delle iniziative per la sostenibilità (lo dicono quasi sette intervistati su dieci) e che l’aggiunta o l’aggiornamento dell’automazione degli edifici e le tecnologie digitali per ottimizzare l’uso dell’energia appartengano alle aree di investimento di maggiore impatto in tal senso. Vale rispettivamente per il 56 e, unica eccezione alla ‘maggioranza’, per il 42% del campione. 

E’ appena il 10% però ad avere già integrato completamente i sistemi e le apparecchiature dei building per ottenere i vantaggi desiderati. Anche perché ben tre responsabili su quattro è ancora alla ricerca di partner in grado di fornire una piattaforma digitale per tutti i siti e i casi d’uso, che sia facile da usare per i team interdipartimentali (67%) ed integrata in tutti i sistemi dell’edificio (vale di nuovo per il 70%). Proprio la partnership è la formula in ogni caso riconosciuta per risolvere il problema della mancanza di competenze tecniche, con il 40% del campione che nemmeno dispone delle capacità interne per misurare il proprio impatto ambientale, intanto la sostenibilità è sempre più importante per le diverse funzioni aziendali con i responsabili dei sistemi di sicurezza, sostenibilità e ambiente dei building, focalizzati in modo coerente sul miglioramento dell’efficienza delle operazioni e sulla sostenibilità.

Smart Building Solution Provider i criteri della scelta
Smart Building Solution Provider i criteri della scelta (fonte: Forrester Consulting per Johnson Controls, 2023) 

Lo studio The Race to Zero Carbon Requires Smart Buildings quest’anno è giunto alla terza edizione e tra le segnalazioni raccolte evidenzia come la rendicontazione sia una delle principali sfide per gli intervistati con addirittura il 53% che sottolinea che la possibilità di misurare e comunicare le emissioni di CO2 solo una volta all’anno o a trimestre limita i progressi incrementali. Per circa il 30% degli intervistati poi proprio l’AI avrà un impatto significativo sul miglioramento della sostenibilità dei luoghi fisici di un’azienda, perché in grado di offrire indicazioni utili a prevenire i tempi di inattività e ottimizzare l’efficienza prima che si verifichino perdite.
Sempre circa un terzo sono poi i responsabili che dichiarano che la propria organizzazione sarebbe comunque in grado di mantenere gli obiettivi di sostenibilità nell’ipotesi in cui dovesse subire tagli di budget. Un aspetto, anche questo per cui le organizzazioni avrebbero bisogno di partner strategici e fornitori di soluzioni tecnologiche in grado di identificare le opportunità di risparmio a breve e medio termine.

Su questi aspetti interviene quindi la proposta di Johnson Controls, strutturata su una prima fase progettuale e di pianificazione di soluzioni che raggiungono efficienza, sostenibilità, decarbonizzazione, resilienza e transizione energetica in accordo con gli obiettivi dei clienti, per prepararsi ad una seconda fase di digitalizzazione per rendere gli edifici più smart collegando infrastrutture, generazione distribuita e rete ed infine la proposta di un modello di fornitura “as-a-service”, con operation, assistenza e manutenzione pensate per mantenere le condizioni operative, proteggere gli investimenti e ridurre il costo del ciclo di vita. Johnson Controls OpenBlue è il nome dell’ecosistema di tecnologie connesse, competenze e servizi in grado di analizzare le attività di un edificio e di adattarsi per ottimizzarne le prestazioni.

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