In sanità, l’enorme mole di dati che passa attraverso i dispositivi clinici, le infrastrutture hardware e le applicazioni software utilizzate per connettere la tecnologia informatica, rappresenta oggi una sfida complessa. La difficile gestione dei dati impatta infatti su tutto il settore generando forti pressioni su medici e team di assistenza che, sovraccaricati di informazioni, faticano ad individuare quelle più utili per prendere le decisioni cliniche migliori e fornire le cure in tempo reale. Come avviene ad esempio nelle unità di terapia intensiva, contesti dinamici e imprevedibili, dove ogni momento conta ma dove gli staff medici, attenti ad allarmi spesso ridondanti, rischiano di non riuscire a dare priorità ai casi più significativi. Criticità che oltre ad influire sui livelli di stress del personale clinico aumentano le probabilità di aggravamento dei pazienti, i tempi di ricovero fino al numero dei casi di decesso.

A fronte di questo scenario, adottare strategie mirate ad una migliore gestione dei dati clinici è per le aziende sanitarie una priorità. Nel supportare questo obiettivo, la Medical Device Integration si delinea come l’unica strada percorribile per realizzare quel processo di trasformazione dei dati in informazioni cliniche rilevanti. La MDI può infatti ottimizzare l’attività sanitaria elevando la qualità dei servizi medici, grazie al flusso di dati continuo e alla gestione delle informazioni in tempo reale. 

Una strategia costruita su processi di MDI prevede che i dispositivi lavorino in maniera integrata, coordinata e sinergica all’interno delle strutture sanitarie, per garantire uno scambio di dati sicuro ed efficace, facendo anche fronte alla necessità di interazione con ecosistemi tecnologici di diversi fornitori. Ciò permetterebbe la riorganizzazione dei modelli di cura mediante l’adozione di centri di comando e sistemi di sorveglianza mobile da cui i clinici più qualificati possano supervisionare le squadre in corsia. L’obiettivo ultimo è dar vita ad una piattaforma unificata che aggreghi tutti i dati acquisiti dai dispositivi medicali per redistribuirli ad altri sistemi. Un lavoro di integrazione che si sviluppa sostanzialmente su quattro elementi: l’acquisizione dei dati in live streaming da ogni dispositivo medico connesso al paziente; l’aggregazione centralizzata dei dati per dare una visione completa e contestualizzata del paziente; l’analisi dei dati a cui applicare regole intelligenti per rilevare i cambiamenti nelle condizioni del paziente; e infine la condivisione delle informazioni per facilitare il coordinamento dell’assistenza tra i vari operatori sanitari responsabili della cura del paziente.

Philips Capsule MDIP, unica vision sui dati  

E’ questo il modello proposto da Philips, operativa nel mondo dell’assistenza sanitaria attraverso soluzioni integrate lungo tutto il “continuum of care” del paziente. Per supportare i processi sanitari, l’azienda lavora ad un ecosistema aperto di monitoraggio dei pazienti attraverso Philips Capsule Medical Device Information Platform (MDIP), una piattaforma centralizzata, scalabile e indipendente dal fornitore. La piattaforma ottimizza i flussi di lavoro degli operatori sanitari, permettendo l’acquisizione automatica dei dati da qualsiasi dispositivo medico collegato al paziente e nella condivisione di informazioni contestualizzate con qualsiasi sistema clinico, il tutto favorendo flussi di lavoro paperless. 

Per garantire lo sviluppo dell’ecosistema, Philips sviluppa costantemente driver di diversi produttori; Capsule MDIP è infatti dotata di una libreria in espansione che supporta ad oggi oltre 1000 dispositivi. Questa estrema interoperabilità abilita la fruizione dei dati clinici in tempo reale e la loro disponibilità in contesto, supportando diversi utilizzi clinici, tra i quali la cartella clinica elettronica, i sistemi di gestione degli allarmi, le postazioni di sorveglianza clinica o di telemedicina, i sistemi di supporto decisionale, le applicazioni a sostegno della ricerca.

Per l’implementazione della Medical Device Integration attraverso Capsule, Philips parte da una definizione dei dati necessari agli operatori sanitari per garantire una supervisione e una cura dei pazienti efficace, per andare poi ad integrare le informazioni cliniche nei sistemi informativi ospedalieri. Una volta comprese le esigenze di integrazione dei dati clinici del cliente, Philips effettuerà un site-assessment per mappare i flussi di lavoro e i dispositivi medici utilizzati ad ogni livello di cura.

2023 Philips Medical Device Integration story
      2023 Philips Medical Device Integration story

Una volta definita l’esigenza clinica, Philips supporta il cliente nell’identificare la soluzione migliore da implementare.

Philips offre infatti diverse modalità per l’acquisizione dei dati dai medical device attraverso diversi canali di comunicazione (HL7, Seriale, Network, Gateway, etc…):

  • La soluzione Intellibridge Bedside permette di implementare un flusso di lavoro dai dispositivi multivendor al monitor Philips al posto letto, riducendo al minimo le interfacce disparate esistenti.
  • La piattaforma Philips Capsule si completa di una piattaforma software e di differenti hub di connettività per ogni setting di cura. Essa gestisce la comunicazione e l’integrazione dei dati tra i dispositivi medici e i sistemi informativi clinici di destinazione e fornisce strumenti configurabili dall’utente per selezionare i dati ricevuti e inviarli a uno o più sistemi tramite profili IHE standard.

Ognuna di queste soluzioni svolge un ruolo fondamentale e supporta una diversa componente del flusso di lavoro nella soluzione definitiva e globale di interoperabilità per il monitoraggio dei pazienti. 

A valle di questi processi e attraverso le proprie soluzioni, Philips è così in grado di eliminare tutti gli ostacoli tecnici all’integrazione dei dispositivi medici e alla loro connettività, per superare le sfide di sicurezza all’interno dell’organizzazione e quella dell’interoperabilità dei dati basata su standard a livello di settore.

SDC, interoperabilità e linguaggi comuni

A quest’ultimo proposito, Philips ritiene che in un ambiente estremamente complesso come quello sanitario, la creazione di un linguaggio di comunicazione uniforme tra tutti i medical device rappresenti un fattore determinante e prioritario.

Per questo, l’azienda lavora da sempre per promuovere gli standard di interoperabilità e abbraccia oggi il nuovo SDC-Service-oriented Device Connectivity, proprio per migliorare l’interoperabilità dei dispositivi medici.

La finalità è creare un’interfaccia comune per tutti i dispositivi medici, per lo scambio di informazioni in modo standardizzato e sicuro. Procedendo in questo percorso, Philips, come membro del consorzio SDC, collabora oggi con tutto l’ecosistema del mondo sanitario, accademico, industriale e dei fornitori, per promuovere una sanità del futuro in cui i medici siano in grado di controllare in modo bidirezionale tutti i dispositivi e agire più facilmente sui dati clinici. Un modello virtuoso di terapia closed loop che, sostenuta da un’infrastruttura comune, possa essere gestita, mantenuta, assistita e protetta a livello centrale.

Per saperne di più scarica il whitepaper: Connettività dei Dispositivi orientata ai Servizi (SDC)

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