E’ ufficiale, dal 1 luglio Tim è un operatore telco senza più la rete. E’ stato perfezionato l’accordo di cessione di NetCo al fondo americano Kkr (attraverso la controllata Optics BidCo) che gestirà la rete fissa dell’ex monopolista insieme al ministero dell’Economia e delle Finanze (con una quota del 16%), il fondo italiano per le infrastrutture F2i (11,3%) e altri investitori della stessa Kkr.

Tecnicamente l’accordo vede il conferimento di NetCo (il ramo d’azienda di Tim che gestisce infrastruttura di rete fissa e attività wholesale) a FiberCop (joint venture tra Tim e Kkr nata nel 2021) e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo.

Pietro Labriola AD gruppo Tim
Pietro Labriola,  AD di Tim

Un’operazione da circa 22 miliardi di euro, approvata lo scorso maggio dalla Commissione europea, di cui 18,8 miliardi sono il valore base della rete fissa, mentre i restanti rimangono legati al raggiungimento di obiettivi di performance da parte di NetCo nei prossimi anni. NetCo diventerà così una società indipendente, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della rete in fibra ottica in Italia.

La nuova realtà – dovrebbe chiamarsi FiberCop – venderà l’accesso alla rete fissa ai vari telco, Tim inclusa, con un piano di investimenti di circa 8 miliardi di euro in 4 anni.

 

Le prime conseguenze

Tim senza rete sarà una società di servizi (ServCo) per il mercato consumer e business, continuando a gestire Tim Brasil e Sparkle, la società dei cavi sottomarini che ha una presenza diretta in 33 paesi, la cui cessione sembra prossima, nell’ottica di ridurre il debito di Tim. Con lo scorporo odierno della rete, Tim si libererà di 14 miliardi di debito.

La mossa ha una prima diretta conseguenza: 20mila lavoratori dell’ex monopolista non saranno più dipendenti dell’azienda ma diventeranno dipendenti di FiberCop (sotto la guida del nuovo amministratore delegato Luigi Ferraris). Mentre in Tim – che continuerà ad avere una minima partecipazione nella infrastruttura dorsale, nei sedici data center e nella rete mobile – rimarranno 17.281 dipendenti (dai 37.065), che si occuperanno di vendere servizi agli utenti finali (Tim Consumer) e alle imprese (Tim Enterprise).
Gli analisti sostengono che la separazione della rete nell’immediato non cambierà nulla per clienti consumer e business, mentre in futuro dovrebbero migliorare i servizi soprattutto per il mondo business negli ambiti in cui Tim Enterprise sta investendo: dai servizi core (telefonia e Internet) a quelli più evoluti come data center, cloud computing, contenuti digitali. 

Il comunicato ufficiale di Tim ribadisce che, a seguito della cessione, i rapporti tra NetCo e Tim saranno regolati attraverso un Master Service Agreement della durata di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, e i servizi saranno resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto. “L’operazione consente a Tim di adottare un nuovo modello aziendale che permetterà al Gruppo di competere in maniera più efficace sul mercato consumer ed enterprise in Italia, grazie a un maggior focus sulle componenti industriali e commerciali e a una solida struttura finanziaria”.

Aggiunge Pietro Labriola, amministratore delegato dell’azienda: “Il perfezionamento dell’operazione con Kkr e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di Tim e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide che abbiamo davanti. Raggiungiamo un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza: lo abbiamo fatto centrando tutti gli obiettivi che avevamo annunciato e rispettando tutte le tempistiche promesse. Intendiamo continuare su questa strada per far crescere la fiducia dei dipendenti, dei clienti e degli azionisti. Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastruttura dai servizi, per garantire lo sviluppo migliore, sostenibile e più rapido possibile. Tim resterà la telco di riferimento in Italia, rimanendo l’operatore più infrastrutturato e offrendo servizi innovativi, sia sul fisso che sul mobile, a servizio di famiglie, pubblica amministrazione e imprese”. Maggiori dettagli sul closing saranno forniti il prossimo 1 agosto, alla presentazione dei risultati preliminari del secondo quarter 2024. 

Dal punto di vista “logistico“, Tim lascerà il palazzo storico a Roma (in corso Italia) che diventerà dall’estate la sede dell’Agenzia di cybersicurezza nazionale (Acn) e si trasferirà negli uffici lasciati liberi da NetCo (vicino a Fontana di Trevi).

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