Circa 1.800 decision maker e business decision maker di sette diversi verticali tra cui energy, utility e PA, scelti in 10 Paesi ed intervistati per analizzare le aspettative generazionali, il tema dell’hybrid work, l’evoluzione del ruolo dell’IT, le sfide e le strategie per offrire una digital employee experience ideale. Sono i numeri della Global Digital Employee Experience (Dex) Survey 2023 – condotta da Sapio Research per Riverbed – a restituire oggi la fotografia delle aspettative sui Cio cui spetta il compito di accelerare la trasformazione digitale, mentre il luogo di lavoro e il personale si evolvono, in particolare proprio nelle pubbliche amministrazioni. Infatti, l’indagine rileva che proprio le PA vivono una trasformazione volta a migliorare la digital experience di dipendenti – non solo dei cittadini, quindi – per incrementare la produttività del personale, attrarre e mantenere talenti e conseguire i risultati desiderati. Una trasformazione strategica per affrontare le sfide del settore, tra cui l’accelerazione del lavoro ibrido e la carenza di competenze in un ambiente di lavoro in evoluzione.
Poter disporre di visibilità, AI e insight fruibili su tutte le infrastrutture emerge come una parola chiave per una valida digital employee experience (Dex). Questo anche perché tutti i settori affrontano il problema della carenza di talenti, e il settore pubblico non fa eccezione. Stiamo vivendo un cambio generazionale importante, una nuova ondata di lavoratori nativi digitali, Millennial e Gen Z, subentra alle precedenti generazioni e mostra aspettative elevate e diverse riguardo tecnologie e DX.
Un numero su tutti: l’86% dei leader del settore pubblico intervistati ritiene che sarà necessario offrire esperienze digitali innovative con l’ingresso dei nuovi collaboratori. La survey evidenzia anche che il 58% dei leader interpellati ritiene che non soddisfare le esigenze Dex delle nuove generazioni possa generare un impatto negativo quando non addirittura un danno alla reputazione della propria organizzazione, mentre il 63% concorda sul fatto che i collaboratori potrebbero decidere di dimettersi se non godessero di esperienze digitali perfette.
Ecco allora che le aree di investimento in azienda, dovrebbero includere piattaforme di unified observability, per elevare la visibilità sulle risorse, ma anche un’AI con insight fruibili su tutte le infrastrutture. Tre professionisti su quattro, addirittura, nel settore pubblico ritengono che la unified observability, combinata con una maggiore automazione, possa contribuire a colmare il divario di competenze. Inoltre, si prevede che i nuovi investimenti sosterranno il modello di lavoro ibrido: un dipendente su due del settore pubblico lavora già in questa modalità e il 92% dei leader intervistati afferma che il lavoro ibrido migliora la capacità di attrarre talenti e rimanere competitivi. Di conseguenza, l’83% dei leader prevede di investire in tecnologia nei prossimi 12-18 mesi per supportare questa modalità di lavoro.
Proprio in relazione agli indirizzi di sviluppo ed investimento, ecco allora che cambia anche il ruolo dei Cio che vengono consultati su decisioni strategiche anche riguardo assunzioni e produttività, e assumono un ruolo più rilevante anche a livello direzionale. Otto su dieci,, tra i decision maker, riconoscono l’importanza crescente dell’IT all’interno del comitato direttivo della propria organizzazione. Addirittura quasi nove su dieci ritengono l’IT sempre più da coinvolgere nel guidare l’innovazione, rispetto a tre anni fa. Ma bisogna fare investimenti mirati e a implementare tecnologie che supportino gli obiettivi strategici, senza aggiungere ulteriore complessità.
Le direttrici degli investimenti
Sono Deloitte e McKinsey, invece, ad offrire qualche traccia ed evidenziare dove indirizzare gli sforzi. Seven pivots for government’s DT suggerisce che l’obiettivo ultimo delle pubbliche amministrazioni deve essere passare dal un ‘fare’ digitale all’’essere’ digitale, il che significa elevare l’esperienza umana con il design human-centered e le tecnologie avanzate come AI, cyber e cloud da utilizzare per migliorare radicalmente l’erogazione di servizi trasformando i modelli operativi.
Lo studio McKinsey, Digital by Default: A guide to Transforming Government, ribadisce che ‘digitalizzando i processi e apportando cambiamenti organizzativi, le PA possono migliorare i servizi, risparmiare denaro e migliorare la qualità della vita dei cittadini’ ed infine il Global Government Forum identifica la trasformazione digitale come una delle quattro principali priorità per il 2024. Successiva nel tempo rispetto a queste voci, la survey Riverbed però le conferma: l’80% dei leader del settore pubblico sta pianificando una rapida adozione e implementazione di soluzioni per migliorare la digital experience. E l’azienda sottolinea che il cloud (44%), l’AI (38%) e l’automazione (33%) diventeranno priorità critiche nei prossimi 18 mesi.
L’idea di una Unified Observability fonde in modo unico tutte queste tecnologie fornendo visibilità unica su ambienti fisici e virtuali, oltre a funzionalità aggiuntive che migliorano la produttività attraverso l’AI e automazione. Se per il 45% del campione essa è fondamentale, per quasi nove intervistati su dieci è comunque importante per fornire la digital employee experience voluta e servono più investimenti. Jeff Waters, senior vice president, Federal Sales di Riverbed: “Nelle organizzazioni del settore pubblico, oggi la DX è cruciale. Tuttavia, con l’evoluzione delle dinamiche lavorative, la ricerca Riverbed rileva pure che per i leader del settore pubblico sta diventando sempre più difficile garantire una DX adeguata, con una maggioranza sostanziale che ha indicato almeno un ostacolo di rilievo alla realizzazione di una Dex ottimale. Fortunatamente, le aziende del settore pubblico stanno investendo in tecnologia, inclusi gli strumenti di observability, l’AI e l’automazione per vincere queste sfide ]…[“.
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