Il 90% dei dati è stato creato negli ultimi due anni. Una complessità non tanto legata all’aumento del volume ma all’eterogeneità dei repository nei quali i dati risiedono. La coesistenza di ambienti virtuali, il multicloud, le applicazioni as a service richiedono maggiori sforzi da parte dei responsabili della sicurezza. Preoccupazioni a cui si aggiunge il fattore ransomware, minaccia insidiosa se si considera che il 43% dei dati oggetto di attacchi non viene recuperata a prescindere dal pagamento del riscatto. Un trend che conferma la debolezza dei sistemi di sicurezza: il 96% degli attacchi ransomware ha come primo obiettivo l’ambiente di backup e il 76% delle compromissioni va a buon fine.

Veeam, si parte dal data backup 

In questo contesto, “le strategie di protezione, recupero e soprattutto ripristino dei dati negli ambienti informatici devono innovare” afferma Stefano Cancian, country manager Italy di Veeam, condividendo l’approccio strategico dell’azienda in tema di sicurezza e le relative novità, insieme ad alcuni colleghi del team italiano. 

Nel mondo della cybersecurity, Veeam mette al centro la resilienza dei dati: “Per garantire confidenzialità, autenticità e disponibilità del dato, proponiamo un concetto di data resilience che unisce tecnologia, processi e persone partendo dalla data backup, una copia immutabile e sempre disponibile per il recupero e il ripristino dei dati, a garanzia della continuità del business”.

Stefano Cancian, country manager Italy di Veeam
Stefano Cancian, country manager Italy di Veeam

Il data backup è il primo dei cinque pillar della strategia Veeam e si basa sulla regola del 3-2-1, secondo cui lo storage deve sempre considerare 3 copie dei dati conservati su 2 supporti diversi e 1 copia off-site. A questa regola, Veeam aggiunge l’1-0, prevedendo che almeno 1 copia del dato debba essere garantita e immutabile e gli errori dei test debbano essere pari a 0.

Completano la strategia i pilastri della data recovery, ovvero la capacità di velocizzare i tempi di ripristino, elemento che può fare la differenza tra la vita e la fine di un’azienda; data portability, con l’obiettivo fondamentale di sviluppare tecnologia che permetta la ripartenza da un ambiente all’altro in continuità per evitare inattività e perdite economiche; data security, per intercettare proattivamente le minacce sul principio zero-trust; e infine data intelligence come componente a supporto della semplificazione di tutti i processi.

Il portafoglio evolve e si rafforza

In linea con le evoluzioni del mercato, l’offerta di Veeam si aggiorna e si rafforza. Entra nel merito Alessio Di Benedetto, regional technical sales director, South Europe di Veeam“Il nostro portafoglio si è ampliato nel tempo sui concetti di data portability e data freedom che contraddistinguono la piattaforma Veeam, installabile on premise, on cloud o a servizio come novità degli ultimi anni. On top, uno strato di artificial intelligence aiuta a semplificare le operazioni per contrastare gli attacchi”.

L’offerta è rappresentata da tre macro aree, la prima è la storica Veeam Data Platform che assicura alle aziende contemporanea protezione agli ambienti fisici e virtuali, ibridi, kubernetes. Come importante novità, rilasciata lo scorso 5 dicembre la nuova versione 12.3 della Data Platform che aggiunge il supporto nativo integrato per una serie di carichi di lavoro in ambiente cloud (Veeam Data Cloud il secondo pillar), principalmente Aws, Amazon e Azure. Tra le nuove funzionalità, l’integrazione con Microsoft Entra ID Protection e l’introduzione di strumenti di cyber resilienza, reportistica avanzata alimentata da GenAI, protezione per Nutanix Ahv e accesso migliorato a Veeam Data Cloud Vault v2. Nelle ultime settimane Veeam ha anche rilasciato aggiornamenti per le soluzioni nativamente integrate con Salesforce e una nuova soluzione specifica che migliora il mondo Containers. Perché “da sempre la strategia di Veeam è improntata sull’integrarsi nativamente con le piattaforme che protegge” sottolinea Di Benedetto.

La strategia di Veeam continua a portare avanti il modello as a service, abbandonando progressivamente l’approccio basato sull’acquisto e sulla licenza tradizionale.

Tra gli strumenti innovativi che rafforzano il terzo pillar della Veeam Cyber Secure, una nuova release a tutela della resilienza informatica, recon scanner, progettata per identificare tattiche, tecniche e procedure avversarie prima che un attacco informatico abbia luogo. In questo contesto, fondamentale è l’apporto della tecnologia Coveware, azienda acquisita da Veeam a fine aprile e attiva nella risposta agli incidenti di cyber-estorsione per una protezione end-to-end dal ransomware. “La capacità di riconoscere un malware e di innescare strategie di protezione adeguate assicura una rapida ripartenza a seguito di un attacco e Veeam riesce a farlo dall’inizio alla fine di tutto il ciclo del software perché è in grado di fare una malware detection durante la fase di backup e in fase di restore, oggi anche grazie al supporto Coveware” afferma Di Benedetto.

La prossima major release della piattaforma, la versione 13, uscirà a metà del 2025. “Abbiamo lanciato una nuova disponibilità della piattaforma software che storicamente era sempre stata legata al mondo Windows anche su infrastrutture Linux anticipa Danilo Chiavari, presales manager, Italy di Veeam motivando la scelta come “un’apertura verso quello che il cliente vuole e può implementare, attraverso l’innovazione sull’offerta tradizionale con nuove aree di focalizzazione per operare in un modello as a service, con la possibilità di migrare da un ambiente all’altro con facilità, nell’ottica della portability del dato e della garanzia di sicurezza”.

Alessio Di Benedetto, regional technical sales director, South Europe e Danilo Chiavari, presales manager, Italy di Veeam

Veeam cresce e consolida la strategia di canale 

La strategia Veeam trova riscontro in un business in crescita. Idc posiziona la società al primo posto nella data replication & protection e in diversi ambiti di offerta, come Microsoft 365 o Kubernetes. Sul piano del business, Veeam cresce nel numero di clienti (550mila a livello globale), si rafforza nel mercato enterprise con il 77% dei clienti tra le Fortune 500, registra ricavi ricorrenti in aumento del 18% a 1,7 miliardi di dollari e un Ebitda in crescita del 30% anno su anno. Trend favoriti dall’entrata nella compagine di Veeam di nuovi soci con 2 miliardi di dollari di investimenti che portano a 15 miliardi di dollari la quotazione finanziaria dell’azienda. E per il futuro le aspettative sono di una crescita del 5% nei prossimi cinque anni.

Le politiche di canale rimangono centrali. “Come azienda partner-first Veeam sta differenziando e facendo evolvere il portafoglio nell’ottica di portare valore e fare crescere tutto l’ecosistema”, racconta Elena Bonvicino, manager of channel, Italy di Veeam.

Semplicità di fruizione e di posizionamento sul mercato, le leve di sviluppo. “Il nostro portafoglio si è allargato e ciò che stiamo facendo negli ultimi anni è cercare di differenziare le nostre relazioni con i partner, lavorando sulle competenze che non possono più essere solo quelle di base ma devono necessariamente evolvere con l’evoluzione del portafogli”. Con questo obiettivo, Veeam ha recentemente realizzato un programma professionale intermedio per i partner che vogliono migliorare le loro capacità.

Rispetto al portafoglio di soluzioni as a service veicolato attraverso i partner, “i cloud service provider possono aggiungere alla loro proposizione quella di Veeam che meglio si disegna rispetto alle esigenze del cliente e utilizzare le nostre soluzioni come fossero a tutti gli effetti un prodotto che vendono mente invece è un servizio”, dichiara Bonvicino.

Elena Bonvicino, manager of channel, Italy di Veeam
Elena Bonvicino, manager of channel, Italy di Veeam

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