Conclusa da poco la decima edizione dell’evento annuale di Veeam dedicato alla data protection, è tempo di fare un bilancio anche per l’Italia, un bilancio di quanto al The Diplomat Beach Resort di Fort Lauderdale, negli Usa, l’azienda ha presentato in occasione di VeeamOn.
L’occasione è offerta dal confronto con Stefano Cancian, country manager Veeam per l’Italia, sulla scorta sia dei risultati (per certi aspetti allarmanti) dell’ultima ricerca relativa al ransomware presentata dall’azienda, sia del posizionamento di Veeam nella prospettiva degli analisti che ne qualificano il ruolo come punto di riferimento oggi non solo per la data protection, ma per la data resilience.
“Anand Eswaran, Ceo di Veeam, ha aperto la convention rimarcando i risultati dell’anno fiscale – esordisce Cancian -. L’azienda, controllata interamente dal fondo americano Insights Partners, ha chiuso il 2023 superando i 450mila clienti nel mondo, con un focus particolare di proposta per l’ambiente Microsoft, che vede Veeam proteggere circa 20 milioni di caselle Microsoft 365“. Non solo, la percentuale oggi di clienti Fortune 500 che utilizzano Veeam è dell’82%, del 72% in quella Fortune Global 2000, “è un dato significativo rispecchiato dalla crescita che Veeam sta avendo nel segmento delle aziende enterprise”. Gli analisti di Idc, nel loro ultimo tracker (2023H2) per il software di replica e protezione dei dati, riportano che Veeam, con un tasso di crescita annuale del 15,9%, cresce più velocemente degli altri cinque principali fornitori e della media generale del mercato nel medesimo periodo, e con un fatturato che marca il +16,7% su base sequenziale nella prima metà del 2023. “Numeri ancora più interessanti considerato che il mercato della data protection cresce invece attorno al 6-7%”
Per sostenere questo andamento Veeam procede con importanti investimenti sulla piattaforma, sugli aggiornamenti, sull’estensione delle funzionalità… “E sul network delle alleanze – tiene a precisare Cancian -. E’ vastissimo l’ecosistema di partner, costituito da rivenditori ma sempre più anche da system integrator”, e da chi si occupa di data protection e sicurezza a 360 gradi “e questo perché la mission di Veeam è sempre di più orientata verso la resilienza del dato e la data security tout court” con le necessarie integrazioni tra ambienti e tecnologie, perché richiedono la collaborazione con i principali system integrator, e con gli hyperscaler e i Csp, a livello globale e anche locale. “Molti partner, infatti, sono anche service provider e quindi erogano dei servizi che sempre più le aziende utilizzano”. In un contesto in cui sembra finalmente compreso il concetto per cui i dati in cloud non sono protetti interamente dai provider, cresce la sensibilità di tutte le aziende anche perché i numeri relativi a problemi e impatti del ransomware non fanno sconti.
Data protection, i ransomware mettono ancora in difficoltà
Due riferimenti: la terza edizione del Veeam 2024 Ransomware Trends Report dice che il ransomware ha avuto un impatto importante per 3 aziende su 4 nel 2023, ma soprattutto che quando un attacco informatico colpisce, quasi la metà degli intervistati segnala un aumento della pressione sui team IT e di sicurezza, il 26% subisce una perdita di produttività, mentre il 25% riscontra interruzioni dei servizi interni o legati ai clienti. Sono disallineati i team di backup e quelli informatici e per il terzo anno consecutivo, quasi due terzi (63%) degli intervistati ritiene questo un problema reale.
Preoccupa ancora di più il fatto che i riscatti pagati rappresentano in media solo il 32% dell’impatto finanziario complessivo dopo un attacco e le assicurazioni coprono solo in parte il “prezzo dell’attacco”. Solo il 62% è in qualche modo recuperabile, e resta altissima la percentuale di aziende che pagano i riscatti (81%)
Cancian riprende il tema cloud: “Ci si è illusi per anni che il cloud potesse semplificare i sistemi/modelli informativi delle aziende, avendo come riferimento il public cloud; quello che si è poi affermato nel mercato sono in verità modelli ibridi ed il contesto della protezione del dato si è visto bene quanto sia estremamente più complesso di quanto non fosse in passato complicando la vita di chi deve occuparsene”.
E’ un aspetto su cui Veeam ha lavorato tenendo alla base il modello Data Freedom, su cui si è basato lo sviluppo della piattaforma Veeam, per dare la possibilità a chi utilizza la tecnologia di utilizzare repository, ambiente e strategia che ritiene opportuni anche negli scenari ibridi.
“Proprio in questa direzione è da leggere l’annuncio la proposta di piattaforma Veeam Data Cloud per Microsoft 365 mentre con Microsoft sono in corso anche diversi progetti di sviluppo congiunto della tecnologia”. Il trend comunque prevede di crescere anche negli altri ambienti e le partnership con Google e Aws per esempio, sono destinate a maturare ulteriormente.
VeeamOn, gli annunci e i riflessi in Italia
Entriamo nel dettaglio degli annunci di VeeamOn quindi. La proposta Veeam Data Cloud Vault è un servizio di storage basato su cloud che consente agli utenti di archiviare in modo sicuro i dati di backup non solo fuori sede, ma anche in un formato immutabile e crittografato, fornendo i necessari livelli di protezione per le informazioni critiche. Si tratta di una risorsa di cloud storage preconfigurata e completamente gestita su Azure che elimina i problemi dei clienti legati all’architettura sicura dell’infrastruttura e all’imprevedibilità dei modelli di costo del cloud ed è stata pensata per fornire agli utenti della Veeam Data Platform lo storage cloud sicuro necessario per i backup e questo sia che si voglia scrivere direttamente i backup di Veeam Data Platform su Veeam Vault, sia che si voglia integrare lo storage on-premise. “E’ proposta integrata con Veeam Backup and Replication, come modalità di storage as a service, ed offre a chi lo desidera un ambiente già integrato che consente di evitare e bypassare tutta una serie di complessità di gestione, di implementazione, di configurazione”, spiega Cancian.
Lenovo TruScale Backup with Veeam si configura invece come esperienza simile a quella del cloud on-premise che aiuta a proteggere i carichi di lavoro indipendentemente dalla loro ubicazione e consente ai clienti di scalare l’infrastruttura a seconda delle necessità. Si combinano server e storage Lenovo ThinkSystem, Veeam Backup & Replication, Veeam One e i servizi Lenovo TruScale con l’obiettivo di fornire la protezione dei dati come servizio per un’implementazione on-premise o in sede senza alcun problema. Riduzione dei tempi di ripristino, semplificazione e piena sovranità dei dati i vantaggi. Cancian: “Con Lenovo, da tempo abbiamo attiva un’ottima collaborazione e la partnership si è ulteriormente rinforzata recentemente. L’idea è quella appunto di integrare la piattaforma Veeam nell’offering TruScale che in sostanza è la proposta As a Service di Lenovo”. Chi desidera continuare a mantenere un’architettura on-prem può farlo anche in modalità As a Service. L’As a Service è indiscusso trend di mercato, è un’esigenza. “Molte aziende apprezzano il cloud per il suo modello di provisioning, nello stesso tempo c’è chi preferisce continuare ad avere/gestire un’infrastruttura on premise ma con il supporto dell’offering di Lenovo, si riesce quindi a mantenere il modello As a Service anche per la componente on-prem”.
La sensibilità di aziende e PA italiane
Anche in Italia è cresciuta sensibilmente l’attenzione alla protezione dei dati in cloud. “Il trend che stiamo misurando è legato certo ai numeri che abbiamo ‘riletto’ insieme sul ransomware ma anche a quelli di Veeam Data Protection Trends Report 2024″. Dicono che solo il 32% dei Cio intervistati, dei responsabili dei data protection, sostiene di essere confidente sul fatto che a seguito di un attacco sarebbe in grado di ripristinare tutti i dati entro una settimana. “Significa che circa il 70% non lo è ma è facile anche capire che una settimana di business è un tempo eterno. Il focus principale oggi non è tanto più e solo proteggere il dato ma pensare anche a come migliorare i tempi di restore a seguito di un qualsiasi evento inatteso”. Questo è il trend, e Veeam sta investendo ancora molto nel migliorare i tempi dei suoi clienti nella data recovery.
“Tra le realtà che seguiamo e che abbiamo seguito mi piace citare un caso sviluppato nella pubblica amministrazione, che è la Regione Campania”. Gli enti pubblici abbiamo capito essere un target molto importante degli attacchi ransomware; il comparto ha maturato consapevolezza e crescono gli investimenti. “Ecco, la Regione Campania ha proprio voluto attivarsi per migliorare la rapidità dei tempi di recovery a seguito di un qualsiasi evento inatteso, e questo è stato il principale driver che li ha portati ad investire sulla tecnologia Veeam“.
Un altro interessante progetto è quello con Guardia di Finanza che ha scelto Veeam per “ridurre la complessità ed essere più efficienti, così da far sì che le persone dello staff potessero avere più tempo per dedicarsi alla protezione dagli attacchi ma anche a tutti gli altri progetti legati ai sistemi informativi”. Le banche dati della GdF sono bersaglio d’elezione dei criminali informatici, ed eventuali interruzioni applicative avrebbero un impatto significativo sulle investigazioni. Veeam consente di creare una macchina virtuale dal backup del server fisico e la Gdf utilizza le soluzioni Veeam per eseguire il backup di oltre 800 macchine virtuali con quasi due petabyte di dati all’interno di un ambiente cloud virtualizzato privato. Proprio grazie alla semplificazione dell’approccio al tema del backup e standardizzando le operazioni il team tecnico oggi dedica meno tempo all’amministrazione del sistema, liberando tempo e risorse preziose e può assicurare che tutti i sistemi e database (comprese le prove e i dettagli delle indagini) possano essere recuperati rapidamente, anche a seguito di eventuali malfunzionamenti.
A fianco di realtà di dimensione importante, la proposta Veeam incontra la preferenza anche delle Pmi. “Oggi serviamo le realtà enterprise, da cui la forte crescita di Veeam, ma continuiamo ad essere un’azienda fortemente radicata sui segmenti medi e medio-bassi, con soluzioni che, proprio come fa il cloud, soddisfano tutte le classi dimensionali e i bisogni”. Non è sempre detto poi che le piccole aziende non abbiano necessità di livelli di resilienza di classe enterprise, “e noi possiamo soddisfarle facendo affidamento sui partner certificati con i quali collaboriamo da tanto tempo, e che sono in grado di fare degli assessment insieme a Veeam con la sua struttura in grado di coprire veramente tutto il territorio, dalle aziende più piccole, pubbliche, private alle aziende più grandi”, così da capire quali sono i reali requisiti e quindi adattare e offrire la migliore soluzione che indirizzi le necessità sia tecniche, di resilienza, ma che sia in linea anche con i budget.
I risultati di Veeam in Italia sono allineati ai dati globali, anzi su alcuni keypoint in vantaggio. Cancian: “E’ cresciuto anche l’organico, in termini di struttura commerciale e tecnica, questo proprio per assecondare la crescita in atto”. E poiché la convergenza della data protection con il mondo della sicurezza genera una richiesta sul mercato importante il supporto dei partner è strategico. “La domanda che vediamo oggi crescere molto è sicuramente proprio quella del segmento della pubblica amministrazione e certo il segmento enterprise; sono motivo di vera soddisfazione le percentuali di rinnovo”. Il Cio che non deve chiamare il vendor perché qualcosa non va, ma per confrontarsi sulle criticità di scenario, e come affrontarle con la proposta Veeam, è un segnale della fiducia accordata.
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