La digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane rimane una delle principali sfide per garantire la sostenibilità economica del nostro Paese nel lungo periodo. Nonostante le Pmi rappresentino infatti la stragrande maggioranza del tessuto produttivo italiano (quasi il 99% attesta Istat), molte realtà del comparto sono ancora in una fase arretrata di digitalizzazione rispetto agli standard internazionali. Un gap che rischia di compromettere la capacità delle imprese di affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo, globalizzato e tecnologicamente avanzato.
Questo scenario è confermato dall’ultima edizione dello Sme Digital Growth Index realizzato da Webidoo Insight Lab valutando il livello di trasformazione digitale delle Pmi all’interno dell’Unione Europea. La martech company determina in particolare un indice di misurazione basandosi sull’analisi di cinque elementi: presenza digitale, commercio digitale, infrastruttura tecnologica, ricerca e innovazione, competenze digitali.
Europa digitale, guidano i paesi del Nord
L’indice medio tra i 27 Paesi dell’UE si attesta quest’anno al 40,2%, segnalando un progresso complessivo del livello di digitalizzazione delle Pmi rispetto all’indice del 38,5% del 2023, seppure con forti differenze tra i vari Paesi e un forte distacco tra economie avanzate ed economie in ritardo sul fronte tecnologico.
Con un indice del 36% circa, molto al di sotto della della media europea, l’Italia scende dal 19° al 21° posto nella classifica, distaccandosi sempre più dai Paesi avanzati, rappresentati anche quest’anno da un blocco geografico nordico e insulare. La Danimarca consolida infatti il proprio primato con uno score del 63,4%, seguita da Malta al 60,1% e Svezia al 59,2%. Dal lato opposto della classifica generale, chiudono Romania al 23,5%, Bulgaria al 24,6% e Slovacchia al 31,5%.
L’Ungheria è lo stato che registra il progresso più significativo, passando dal 23° al 15° posto nella classifica generale, con un incremento del 7% circa, grazie a miglioramenti in e-commerce e infrastruttura tecnologica. L’Irlanda è invece la nazione che registra il calo più drastico, vicino al 4%.
Nel posizionamento generale, come record negativo, la Francia evidenzia un rallentamento ancora più evidente dell’Italia, scendendo dal 20° al 24° posto, con difficoltà nella dimensione del commercio digitale e nelle competenze digitali.
Si allarga il gap delle Pmi italiane
Dal quadro generale, emerge chiara la necessità di un’accelerazione per favorire la digitalizzazione delle Pmi italiane, a sostegno dell’’intero ecosistema economico del paese. La classifica del 2024, vede infatti l’Italia ferma ad un indice del 36,1%, cedendo due posizioni rispetto all’anno precedente, con un gap ancora più ampio rispetto alle economie digitalmente più evolute.
I segnali di rallentamento nella digitalizzazione riguardano alcune aree in particolare. Come il commercio digitale: solo il 18,5% delle piccole e medie imprese italiane sfrutta l’e-commerce, rispetto alla media UE del 22,2% e contro valori molto più elevati di Paesi come Lituania (38,3%) e Svezia (37,1%). Il commercio digitale transfrontaliero si ferma al 7,3%.
Sul piano delle competenze digitali, con un punteggio del 26%, l’Italia si colloca molto al di sotto della media UE del 33%. Anche in questo caso, Finlandia (44%) e Danimarca (52%), rappresentano esempi di eccellenza nella preparazione digitale delle Pmi. Sul fronte della presenza digitale, il 27,8% delle Pmi italiane utilizza la pubblicità online, in linea con la media UE (27,9%), mentre il 54,8% sfrutta i social media, contro il 58,1% della media UE e dei valori molto alti di altri paesi, tra cui in particolare la Danimarca (81,4%). In tema di artificial intelligence, solo il 4,7% delle Pmi italiane integra ad oggi questa tecnologia nei processi, al di sotto della media UE del 7,4% e di leader, ancora una volta come Danimarca (14,1%) e Belgio (12,5%).
Guardando ai settori di appartenenza delle Pmi, rifacendoci ad un’altra analisi di Webidoo di fine luglio – Digital Evolution Trend 2024 -, i vari ambiti di attività mostrano variazioni significative nell’indice di maturità digitale. I servizi alla persona hanno il valore più alto (59,7), seguiti dal commercio (58,3) e da turismo & ristorazione (57,9). Altri settori come i servizi alle impese (56,7) e la manifattura (56,0) presentano valori intermedi. I settori con i valori più bassi sono le costruzioni (53,6) e trasporto & logistica (55,2).
Webidoo, suggerimenti alle imprese
Dei cinque elementi descritti, alcune voci si rivelano particolarmente strategiche per stimolare la competitività e crescere a livello internazionale, ovvero il commercio e la presenza online. Il digital export è un tema chiave, che il report di Webidoo approfondisce in modo specifico attingendo ai dati di Alibaba.com sulle prospettive per le Pmi europee nel mercato delle esportazioni, secondo il quale il 74% delle imprese prevede un aumento delle vendite internazionali nel prossimo anno. Tra i principali fattori dell’incremento delle attività di esportazione lo sviluppo di strategie di vendita online attraverso canali proprietari o di terze parti, nel 36% dei casi; gli accordi di partnership con collaboratori chiave (18%) e le tendenze di mercato favorevoli per i prodotti (16%).
Attraverso le strategie di esportazione digitale, le Pmi possono dunque sfruttare la digitalizzazione non solo per migliorare l’efficienza operativa, ma anche per espandere la loro portata nei mercati globali, contribuendo alla crescita economica.
Parlando alle piccole e medie imprese italiane, Webidoo raccomanda in sintesi l’importanza di rafforzare le strategie di presenza digitale ed e-commerce, puntando anche al commercio transfrontaliero per espandere il mercato; promuovere l’adozione dell’intelligenza artificiale, fattore chiave per ottimizzare processi e migliorare la competitività; potenziare le competenze digitali delle persone che operano in azienda, essenziali per consentire alle Pmi di sfruttare appieno le tecnologie emergenti e competere su scala globale.
“Questa edizione del nostro Sme Digital Growth Index evidenzia il ruolo cruciale della digitalizzazione per le piccole e medie imprese e l’urgenza di strategie mirate a sostegno del mercato – afferma Giovanni Farese, general manager di Webidoo -. La sfida principale per l’Italia è recuperare terreno rispetto ai Paesi leader. Servono investimenti decisivi in presenza digitale, e-commerce e tecnologie avanzate per garantire una crescita sostenibile e competitiva. In questo scenario, il nostro obiettivo è fornire uno strumento pratico per individuare i punti di miglioramento e orientare gli investimenti necessari”.
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