Gli aeroporti sono ben più che semplici punti di transito: sono diventati snodi logistici, digitali e infrastrutturali di primaria importanza, dove ogni elemento – dall’illuminazione al traffico dati, dalle operazioni di terra alla climatizzazione – dipende da un flusso costante e affidabile di energia. La crescita esponenziale del traffico aereo, le sfide imposte dal cambiamento climatico e l’urgenza di ottimizzare i costi operativi rendono evidente la necessità di dotare questi ambienti di sistemi energetici innovativi, intelligenti e soprattutto sostenibili. In tale contesto si colloca l’iniziativa del progetto Pioneer, lanciata nel 2025 all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, frutto della partnership tra Enel e Aeroporti di Roma (Adr).

Il contesto e il bisogno… di energie sostenibili

Il fabbisogno energetico di un aeroporto come Fiumicino è comparabile a quello di una piccola città. L’intero ecosistema aeroportuale è alimentato da infrastrutture tecnologiche complesse e operate 24 ore su 24. Le criticità che emergono da questa configurazione sono molteplici: le ore notturne, in particolare, generano picchi di domanda dovuti all’uso simultaneo di illuminazione, climatizzazione e servizi digitali. La dipendenza dalla rete pubblica rappresenta un ulteriore elemento di vulnerabilità: un blackout, anche solo parziale, può generare ritardi, compromettere la sicurezza operativa e inficiare la customer experience. A questo si aggiunge la necessità impellente di ridurre l’impatto ambientale: produrre energia da fonti rinnovabili è essenziale, ma diventa ancora più significativo se si riesce ad accumulare l’energia non utilizzata nei momenti di maggiore produzione – tipicamente durante le ore diurne – per poi rilasciarla durante la notte o nei momenti critici.

Il metodo e la soluzione, progetto Pioneer

E’ di quest’anno, a gennaio, l’inaugurazione da parte di Aeroporti di Roma di un impianto fotovoltaico da 22 MWp, tra i più grandi a servizio diretto di un aeroporto europeo, un vero e proprio “parco solare” (progetto avviato nel 2023). Distribuito su una superficie di 340mila metri quadrati con oltre 55mila pannelli solari, l’impianto è in grado di generare 32 GWh all’anno, evitando così l’immissione in atmosfera di oltre 11.000 tonnellate di CO₂ ogni anno.
Tuttavia, la produzione fotovoltaica da sola non risolve il problema della discontinuità di consumo. È proprio per colmare questa lacuna che nasce il progetto Pioneer, un sistema avanzato di accumulo energetico costruito attorno a una logica di economia circolare. Grazie all’allacciamento con l’impianto fotovoltaico realizzato in parallelo alla pista 3 dell’aeroporto, Pioneer consentirà di alimentare l’infrastruttura con energia pulita prodotta localmente, riducendo la dipendenza dalla rete e contribuendo a un risparmio stimato di 16mila tonnellate di CO2 in dieci anni. Entriamo nei dettagli. 

Progetto Pioneer
Progetto Pioneer – Impianto di accumulo con batterie second-life

Pioneer rappresenta un’idea concreta importante nell’evoluzione del settore energetico applicato agli aeroporti. Il sistema, il cui nome è figlio dell’acronimo di airPort sustaInability secONd lifE battEry stoRage, utilizza 762 moduli di batterie al litio rigenerate, originariamente impiegate su veicoli elettrici di Nissan, Mercedes-Benz e Stellantis. Una volta dismesse dalla mobilità, queste batterie, pur non essendo più adatte all’autotrazione, mantengono capacità e stabilità sufficienti per essere impiegate come dispositivi di stoccaggio statico. Il risultato è un impianto con capacità di 10 MWh e potenza di picco pari a 2,5 MW, in grado di accumulare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno per restituirla durante le ore notturne o nei momenti di maggiore domanda.

La gestione dell’intero sistema è stata affidata a Enel X, divisione di Enel specializzata in soluzioni digitali per l’energia e il progetto è stato cofinanziato anche dall’Innovation Fund dell’Unione Europea, che ha contribuito con oltre 3 milioni di euro. La logica con cui è stato progettato e implementato Pioneer segue un modello di smart grid management, nel quale il flusso energetico viene regolato in modo dinamico e ottimizzato grazie a tecnologie intelligenti. Non si tratta, quindi, di una semplice “batteria di backup”, ma di una componente attiva della rete interna, in grado di dialogare con i sistemi IT dell’aeroporto, monitorare lo stato della produzione e del consumo, e intervenire automaticamente per massimizzare l’efficienza. Loccioni, system integrator di riferimento nei mondi energia e automotive, ha trasformato in un Bess (Battery Energy Storage System) da 10 MWh, i 762 pacchi batteria e moduli non più utilizzabili per la propulsione.

Alla base quindi proprio l’evoluzione tecnologica dei sistemi Bess (Battery Energy Storage System) che sta ridefinendo il ruolo degli impianti di accumulo all’interno del panorama energetico. Non si tratta più soltanto di dispositivi ausiliari, ma di veri e propri abilitatori di una gestione intelligente ed efficiente dell’energia. In scenari complessi e ad alta intensità come gli aeroporti, questi sistemi diventano strumenti essenziali per garantire la continuità operativa, assorbendo i picchi di domanda e mettendo a disposizione energia proprio quando serve, anche in caso di disconnessione dalla rete.

Allo stesso tempo, su scala più contenuta ma non meno strategica, i Bess aprono nuove prospettive per le comunità energetiche locali, dove la combinazione tra produzione da fonti rinnovabili e stoccaggio consente ai cittadini di diventare protagonisti attivi del sistema energetico. Il risultato è un modello di autoconsumo più stabile, capace di ridurre la dipendenza dalla rete centrale, abbattere i costi in bolletta e contribuire in modo concreto alla transizione verso un’economia low-carbon.

I vantaggi

Il valore del progetto è sottolineato dagli stessi esperti e dal management, anche del settore automotive. Emerge una visione comune sull’effettiva possibilità di rendere l’infrastruttura aeroportuale non solo più resiliente ma anche proattivamente sostenibile.

Marco Troncone
Marco Troncone, AD di Aeroporti di Roma (Adr)

“Progetto Pioneer rappresenta un simbolo concreto della nostra strategia, perché in esso convergono l’impegno nella sostenibilità ambientale, la capacità di valorizzare l’innovazione tecnologica e la determinazione di fare efficacemente sistema con le eccellenze del Paese, come Enel” – spiega Marco Troncone, AD di Aeroporti di Roma -. “E la nuova progettualità si va ad integrare sinergicamente con la Solar Farm recentemente inaugurata, all’interno della strategia Esg supportata dalla Capogruppo Mundys, e che posiziona l’aeroporto stellato di Fiumicino, ]…[ anche come piattaforma di efficienza ed indipendenza energetica]…[“. Si aggancia Francesca Gostinelli, head of Enel X Global Retail di Enel, che rimarca invece “il valore di una partnership che ha messo a fattor comune la competenza e il know-how di aziende principalmente italiane: l’ingegno del Made in Italy messo al servizio del progresso tecnologico, l’innovazione nazionale che supporta la sostenibilità e lo sviluppo del Sistema-Paese”.

Francesca Gostinelli, head of Enel X Global Retail di Enel
Francesca Gostinelli, head of Enel X Global Retail di Enel

Interessante anche il punto di vista di Soufiane El Khomri, responsabile Nissan Energy per l’area Emea, che sottolinea come Pioneer dimostri la “concreta possibilità di dare una seconda vita utile alle batterie delle auto elettriche, con un impatto positivo sia dal punto di vista ambientale che economico”. Una singola batteria, infatti, può ancora garantire anni di servizio quando impiegata in sistemi stazionari, evitando sprechi e costi di smaltimento prematuri.

I vantaggi derivanti da questo approccio, abbiamo già visto, sono molteplici. In primo luogo, Fiumicino beneficia oggi di un sistema capace di garantire continuità elettrica in condizioni di criticità, aumentando la resilienza operativa e riducendo la dipendenza dalla rete nazionale. In secondo luogo, l’investimento in tecnologie second-life permette di abbattere i costi rispetto a un sistema di accumulo basato su celle nuove, rendendo il progetto sostenibile anche sotto il profilo economico. Sul piano ambientale, l’effetto è duplice: da una parte si riduce l’emissione di CO2 associata alla generazione da fonti fossili, dall’altra si minimizza l’impatto derivante dalla produzione e smaltimento delle batterie.

In roadmap

La visione che ha guidato Pioneer può estendersi oltre i confini di Fiumicino. Il modello è scalabile e replicabile in altri scali italiani ed europei, ma anche in altri contesti infrastrutturali come porti, interporti, centri logistici e vertiporti. Con la progressiva elettrificazione della mobilità, i centri intermodali richiederanno sempre più soluzioni di accumulo energetico per gestire i flussi intermittenti di energia rinnovabile e rispondere a nuove esigenze di carico. Un sistema come Pioneer può quindi diventare parte integrante di futuri hub della mobilità smart e sostenibile, contribuendo a una rete elettrica più flessibile, efficiente e decarbonizzata. Inoltre, l’intelligenza distribuita di questi impianti permette l’integrazione con sistemi IoT, piattaforme AI e servizi digitali per l’energy management avanzato, creando un’architettura tecnologica coerente con gli obiettivi della transizione ecologica e digitale. Progetto Pioneer rappresenta in concreto un benchmark per tutto il settore aeroportuale e per le politiche energetiche a scala nazionale. Non è solo una soluzione tecnica, ma un paradigma che unisce infrastruttura, ambiente e innovazione.

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