Le sfide che aspettano Teresa Alvaro, nuovo direttore generale di AgID, sono impegnative, lei che ha un trascorso di 12 anni come responsabile IT dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e che questa settimana è stata nominata dal ministro alla PA, Giulia Bongiorno, per guidare l’AgID. Una nomina in continuità con il lavoro svolto fino a giugno da Antonio Samaritani, non confermato alla scadenza del mandato con l’arrivo del nuovo governo.
Alvaro è stata scelta tra 74 candidature pubbliche dal triumvirato di esaminatori e dal ministro: laureata in matematica con indirizzo informatico, classe 1954, all’Agenzia delle Dogane ha seguito progetti importanti con riconoscimenti a livello internazionale, con una collaborazione assidua con la commissione europea. Una brava.
Si insedierà in AgID entro 30 giorni dal decreto di nomina, dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti e il suo mandato prevederà la realizzazione delle linee guida stabilite dal team dell’Agenda Digitale, per spingere l’innovazione e le tecnologie IT nel nostro paese, attuando le fasi rimanenti del Piano Triennale per l’Informatica nella PA, senza arrecare battute di arresto dovute al cambio di poltrona e ai mesi estivi.
Cosa urge? Sfogliando il resoconto della gestione precedente, in sospeso la definizione dei data center per la PA che incoraggino il passaggio al cloud, le regole di interoperabilità applicativa tra i vari sistemi pubblici, il futuro dell’identità unica digitale (Spid) mai decollata anche per l’assenza di obbligo di utilizzo per l’autentificazione nelle relazioni con la PA (oggi sono attive 2,3 milioni di Spid contro i 10 milioni stimati), lo sprono ai pagamenti digitali con la pubblica amministrazione (PagoPA), l’attuazione del Codice dell’amministrazione digitale (CAD), gli accordi per la gestione dei fondi europei indirizzati alla crescita digitale per regioni e aeree metropolitane…
Ma in primis, a breve, si dovranno ridefinire le relazioni tra AgID e il Team dell’Agenda Digitale di Diego Piacentini, il cui mandato è in scadenza a metà settembre oggi dal futuro incerto (pochi sostengono che verrà prorogato), andando a lavorare anche sulle competenze dei team interdisciplinari in modo da accrescerle. Il tema delle competenze rimane cruciale in Italia in tutti i comparti e si auspica che in ambito PA, tra le 450.000 nuove assunzioni annunciate dal ministro Bongiorno per il 2019, le competenze digitali siano un elemento di selezione per spingere la voglia di abbracciare nuovi paradigmi tecnologici e l’innovazione. Molti quindi i punti urgenti ad oggi e Alvaro dovrà inevitabilmente accelerare per schiodare l’Italia dal quell’indice Desi insostenibile.
Per ora, buon lavoro Teresa, fra qualche settimana vedremo come cambieranno i pesi e le relazioni con il Team di Piacentini, se sarà un alleato forte, se sarà confermato, se lavorerà dentro o fuori AgID, chi lo guiderà. Ne va della competitività generale.
PS: In settimana oltre a Teresa Alvaro, la nostra attenzione si è soffermata su un’altra donna, Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace, attivista pakistana, sostenitrice della formazione e dello studio per le donne. WMware l’ha voluta sul palco del VMworld 2018 in corso a Las Vegas sostenendo il suo progetto di divulgazione.
Da una foto di quest’estate, in visita al Palazzo dell’Onu di New York, una sua frase stampata sul muro: “One child, one teacher, one book, and one pen can change the world”. La scelta di invitare Malala su un palcoscenico tecnologico amplifica il suo messaggio, le opportunità digitali di creare accesso alla formazione per le ragazze di tutto il mondo, per difendere il diretto all’educazione. Buon lavoro anche a te, Malala!
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