Il mondo della Moda ha una struttura complessa, fatta di aziende storiche e per lo più di dimensioni medio-piccole: accanto ai brand di lusso convivono griffe trend maker, il fashion accessibile, il pronto-moda e le marche commerciali, con un’offerta molto articolata, dal tessile all’abbigliamento, alla pelletteria, alla gioielleria e oreficeria, all’occhialeria.

Alla ricerca di nuovi canali distributivi 

Tutti i segmenti del Fashion sono caratterizzati da problematiche comuni come l’elevato numero di codici prodotto da gestire, l’esigenza di poter modificare i prodotti in tempi rapidi, la necessità di operare con una catena di fornitura complessa e spesso offshore.

Sono molte le aziende ad essere contraddistinte da una produzione artigianale con molti passaggi di lavorazione gestiti ancora manualmente, segno distintivo dell’alta qualità del “made in Italy”. L’artigianalità convive con un forte orientamento all’internazionalizzazione, che detta il dislocamento all’estero di più attività della catena del valore: in particolare la ricerca di canali distributivi al di fuori dei confini nazionali deriva dalla volontà di raggiungere il maggior numero di clienti e di sfuggire al rischio di stagnazione della domanda interna, mentre lo spostamento all’estero delle attività produttive è dettato dalla ricerca di migliori condizioni di costo, oltre che dalla volontà di ridurre il lead time.

Parola chiave, adattabilità

È grande lo sforzo di adattamento del settore ad uno scenario di mercato completamente mutato nel corso degli ultimi anni per l’impatto del digitale sul mondo Consumer. I consumatori, condizionati da social influencer e blogger, mutano le loro preferenze d’acquisto da un giorno all’altro e sono sempre meno propensi ad accettare un’offerta limitata a due collezioni all’anno. Non solo, se una volta erano i creativi a imporre linee di abbigliamento, colori e accessori, adesso, grazie a internet, ai social network, all’e-commerce, le leve della creatività sono passate nelle mani dei clienti finali. Sono loro a lanciare stili e tendenze.

Essere competitivi nel comparto Moda significa dunque sapersi adattare rapidamente alla domanda di mercato. Le aziende si vedono costrette a mettere in discussione la pianificazione della produzione, i suoi processi e l’organizzazione del lavoro. Ridurre il lead time delle collezioni, minimizzare le scorte e costituire partnership di filiera sono diventati imperativi strategici.

Non solo, la sempre maggiore propensione dei clienti ad avvalersi dei canali digitali ha spinto molte aziende a fare affidamento sull’e-commerce per conquistare nuove fette di mercato, appoggiandosi alla piattaforma online di distributori specializzati oppure implementandone una in casa, con impatti a cascata su tutta l’organizzazione, per la necessità di strutturare una business unit dedicata, con logiche commerciali, logistiche e di customer care del tutto nuove.

Oggi il mercato chiede alle aziende del Fashion di andare ancora oltre l’e-commerce, per abbracciare il modello Omnichannel, che richiede la gestione integrata di tutti i canali di vendita, fisici e digitali, ed una vista unica dei prodotti, dei processi e dei clienti. Tutto questo per far fronte alla diffusione di un nuovo modello di customer journey, in cui l’esperienza d’acquisto può partire dal mondo fisico e concludersi in quello digitale e viceversa.

L’omnicanalità porta con sé nuove sfide, come la necessità di ripensare il canale Retail, facendolo entrare nella fase 4.0, che prevede l’evoluzione del negozio da semplice punto vendita a point-of-touch, potendo il cliente scegliere liberamente come acquistare: si può ad esempio concludere l’acquisto ed uscire dal negozio senza un sacchetto oppure acquistare online e ritirare in negozio.

Pmi, gestione integrata di tutti i processi

In questo contesto un ruolo cruciale lo gioca la scelta della soluzione Erp a cui affidare la gestione di tutti i processi, dalla produzione alla supply chain, dalla distribuzione wholesale al retail. L’Erp deve infatti supportare l’azienda nei suoi obiettivi di crescita, oltre che di efficienza ed efficacia; dev’essere sufficientemente flessibile e scalabile, così da supportare l’espandersi dei processi aziendali senza dover richiedere continue ristrutturazioni che comportano costi in termini di tempo, riconfigurazione e apprendimento, nonché costi economici rilevanti. Deve aiutare le aziende a produrre, distribuire e vendere i propri capi e accessori in Italia e nel mondo, nel loro percorso di internazionalizzazione. Deve garantire un’interazione continua tra produzione e vendita al dettaglio, assicurare una supply chain fluida, sostenibile ed efficiente, oltre che abilitare l’adozione di una strategia omnichannel.

Questi requisiti sono ovviamente ricercati sia dalle grandi aziende, sia dalle Pmi,  che rappresentano la quota più consistente del comparto Moda. L’unica differenza sostanziale che si riscontra tra le aziende è la capacità di investimento e spetta ai fornitori Erp portare sul mercato soluzioni adatte ad ogni esigenza, puntando sempre e comunque alla massima qualità e alla soddisfazione del cliente.

Lo sa bene RTT che ormai da molti anni realizza progetti incentrati su Stealth, la piattaforma Erp di Dedagroup dedicata al comparto Moda, capace di gestire in modo integrato tutte le attività di produzione, distribuzione e vendita al dettaglio.

Alle Pmi, RTT può oggi proporre Stealth Go, la versione pre-configurata della piattaforma Stealth: è questo un prodotto che incorpora le best practice di Stealth e le rende disponibili alle imprese in tempi rapidi e senza pesare in modo eccessivo sul budget aziendale.

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