Un fatturato globale di 43 milioni di euro nel 2018, vendite in crescita del 20,7%, percentuali di rinnovo dei servizi quasi a tre cifre e un incremento superiore al 26% delle “postazioni”, sono i numeri con cui Nfon ha chiuso il 2018.

La società tedesca fondata nel 2007 a Monaco – da maggio 2018 quotata alla borsa di Francoforte – inizia ora il 2019 rilanciando, con ricavi ricorrenti in crescita nel primo trimestre del 28,9% (da 8 a 10,4 milioni di euro). E i driver sono l’espansione del portafoglio prodotti e l’acquisizione di nuovi clienti. Sì, perché il mercato di Nfon sono i servizi cloud Pbx (Private Branch eXchange).

In parole più semplici, l’azienda indirizza il business della telefonia e dei servizi di comunicazione in cloud (senza più il bisogno di centralini “on-premise”) a livello pan-europeo con la presenza in 15 Paesi.
Oggi è possibile disporre di una centrale telefonica per uso privato, “dematerializzata”, in grado di fornire una rete telefonica interna, e allacciabile alla rete telefonica esterna.

Si tratta di un oceano blu di opportunità ancora tutte da sviluppare, soprattutto in Italia, dove Nfon arriva proprio in questa ultima primavera 2019, e il 98% delle aziende utilizza ancora sistemi telefonici tradizionali. Consumati i primi mesi di esperienza ne parliamo con Marco Pasculli, managing director di Nfon Italia.

“La telefonia cloud Pbx rappresenta davvero una nuova opportunità  – esordisce Pasculli – perché permette alle aziende di acquisire un servizio professionale non legacy e senza i limiti dei centralini tradizionali”. Trasformare quella che è solitamente un’infrastruttura fisica in un servizio significa anche poter pagare solo un canone proporzionato all’utilizzo effettivo, senza altre preoccupazioni.

Nfon quindi non vende prodotti ma offre un servizio, da qui la qualifica di service provider che meglio caratterizza l’azienda. Nfon dispone di propri data center interconnessi e ridondanti tra loro, offre il servizio di telefonia comprensivo del traffico e si fa carico delle funzioni di centralino nel rispetto di tutti i requisiti di legge che guidano le operazioni di chi opera nel traffico telefonico.

Nfon si è espansa prima in Austria, in Inghilterra, poi nell’Europa del Nord dove la telefonia in cloud è stata accolta subito. Pasculli: “La sfida del mercato italiano è però avvicente almeno per un paio di motivi: l’Italia è un Paese in cui la penetrazione di cloud Pbx è la più bassa in assoluto. Solo il 2% delle aziende ha deciso di abbracciare già questa tecnologia, ma l’Italia ha anche dimensioni di business non indifferenti, rappresenta davvero un oceano blu di opportunità. Nfon qui è rappresentata da una decina di persone e sta investendo in modo significativo per sensibilizzare il target rappresentato anche e soprattutto dalle Pmi.

Marco Pasculli, managing director, Nfon Italia
Marco Pasculli, managing director, Nfon Italia

Pasculli entra nel dettaglio: “In Italia gli imprenditori sono sensibili alle tematiche di cross-saving, non finalizzate al mero risparmio quanto piuttosto alla migliore gestione del capitale, con un utilizzo spinto dei servizi in outsourcing.

Avere un sistema di comunicazione moderno, in un Paese in cui la comunicazione in mobilità è particolarmente sentita, offre solo vantaggi. Nfon, per esempio, abilita la possibilità di portare sullo smartphone, come su qualsiasi dispositivo, il proprio numero fisso per ricevere anche le chiamate dell’ufficio senza complicazioni inutili.

Con il grande interesse relativo alle tematiche di smartworking, il centralino in cloud rappresenta un ulteriore tassello abilitante. In un mercato ancora poco sviluppato due sono gli ostacoli: la mancanza di conoscenza dell’affidabilità del cloud e la resistenza al cambiamento. Un sistema di telefonia in cloud non ha esigenze di banda particolarmente elevate, e la banda in questo contesto non rappresenta quindi in Italia una criticità, mentre è corretto dire che è necessaria banda di qualità, e moltissimi fornitori la propongono.

Nfon, i benefici del modello indiretto

In ogni Paese, Nfon propone i propri servizi con un approccio del tutto indiretto, attraverso i partner, di qualsiasi dimensione sia il cliente. Pasculli: “I partner per Nfon sono certo anche i rivenditori telefonici, perché sono attenti a quello che succede sul mercato, ai temi che proponiamo e mostrano elevate competenze. Tuttavia un grande interesse è mostrato anche dal comparto IT, dai rivenditori informatici che hanno fatto esperienza su soluzioni open source e protocolli standard Sip. Solitamente però sono richiesti investimenti in prodotti, risorse, formazione, assistenza, che rappresentano vincoli non banali da accettare, ma non nel caso della nostra proposta”. Nfon invece vuole trattenere la complessità “in casa propria” e offrire una proposta “plug & play e plug & sale”.

Spetta quindi a Nfon preoccuparsi di affidabilità, offrire la piattaforma per la fatturazione, il provisioning. E quindi il rivenditore si deve impegnare solo a portare ai clienti il servizio guadagnando una percentuale sui costi di attivazione e sui costi ricorrenti per l’intera durata del contratto. Si tratta di una proposta senza rischi e sostanzialmente senza vincoli.

I partner attivi al momento in Italia sono circa una ventina, un numero che dovrebbe crescere rapidamente nei prossimi mesi (di questi giorni l’annuncio della partnership con Eudata). Nfon sta diventando interessante oggi anche per i system integrator e gli operatori. Perché l’azienda offre un’opportunità di integrazione dell’offerta e di consulenza.

Per esempio, quando una realtà trasforma il modo in cui lavora, si possono manifestare attività di setup/consulenza significative, ma si possono offrire anche servizi addizionali, come per esempio il contact center in cloud e il mondo della collaboration di Microsoft.

Nel caso di grandi progetti, per esempio con la PA e le grandi aziende, il modello resta indiretto, ma prevede un’attività diretta di generazione di interesse, gestione della fase di ingaggio, anche per la complessità dei progetti, con l’enterprise che desidera spesso un confronto e un approfondimento della conoscenza di Nfon che in questi casi offre quindi “un contatto diretto, un supporto diretto – con l’ingaggio che avviene tramite il partner – ma anche un’attività di direct touch molto significativa”

Come si attiva la telefonia in cloud

La proposta di Nfon si può attivare in un’ora. E l’utilizzo avviene semplicemente con un portale multilivello attraverso il quale Nfon, i partner e i clienti finali, con profilazioni differenti, vedono il proprio sistema e possono operare sui singoli sistemi pertinenti. Chi attiva l’offerta deve disporre del background minimo in questo ambito e poi sempre online si personalizzeranno servizi e interni. 

Un esempio concreto. L’azienda che comprende obsolescenza, rigidità, costi di manutenzione dei centralini telefonici, nel momento in cui decide di trasformare il proprio sistema di comunicazione verifica in primis i costi che va a tagliare – connettività telefonica, centralino, manutenzione, interventi tecnici, aggiornamenti, spostamenti di interni, e i costi legati al tempo che il personale deve spendere per operare su un sistema telefonico tradizionale – , serve poi verificare la connettività Internet misurando la banda necessaria, proporzionata agli utilizzi e al numero di utenti. Si deve tenere conto di un rapporto di contemporaneità solitamente di 1/4, quindi per 12 persone, ovviamente 12 numeri, ma tre canali di comunicazione simultanea con una banda stimabile in appena 300 Kbit complessivi.

Il cliente non ha vincoli né di sottoscrizione né tecnologici, quindi basta la disdetta 30gg prima, e può scegliere serenamente sempre il provider che offre la banda necessaria. Poi deve solo comunicare a Nfon gli interni necessari e i servizi richiesti.

Gli utenti che corrispondono ai singoli interni possono anche non avere più il telefono sulla scrivania perché accedono a tutti i servizi anche attraverso tablet, computer, smartphone (oltre ovviamente al telefono se è desiderato, ovviamente con la formula del noleggio, ma in ogni modo basta la compatibilità con lo standard). Ogni interno può utilizzare fino a 9 dispositivi, anche semplicemente tramite cuffie e microfono.

A Nfon è dovuto un canone mensile ricorrente con due voci: una ad indicare l’utilizzo del servizio (che si paga per utente) l’altra il traffico telefonico in modalità o a consumo o flat per tutto il traffico generato dal sistema verso utenti esterni al network. Il canone  comprende tutti gli aggiornamenti, le nuove funzionalità, ma anche la manutenzione.

Pasculli entra nel tema del confronto con i competitor: “La telefonia cloud Pbx non è patrimonio esclusivo di Nfon, è vero. Non sottolineiamo pertanto in modo particolare la differenza di funzionalità tecniche, ma sottolineiamo invece l’offerta di qualità per i 12 anni di esercizio e l’erogazione a oltre 30mila aziende, ognuna delle quali ha la facoltà di interrompere il servizio in ogni momento, ma intanto il tasso di abbandono è vicinissimo allo zero. La seconda caratteristica è la modernità. Intendiamo la possibilità di utilizzare un sistema sempre aggiornato, scalabile all’infinito e indipendente dalla geografia, disponibile come app su qualsiasi strumento. In modo semplice. L’interfaccia è così semplice che l’utente finale si trova subito a proprio agio. Ultimo fattore differenziante la velocità”.

Nfon offre la possibilità di testare il servizio per 30 giorni prima della sottoscrizione, con l’attivazione praticamente immediata con un numero temporaneo. E’ una proposta che fa la differenza ed è del tutto gratuita.

I clienti attivi oggi in Italia, dopo qualche settimana dall’esordio effettivo sul mercato, sono qualche decina. Nfon collega nuove aziende ad un servizio già più che collaudato su datacenter proprio, con ricerca e sviluppo europei e tutta la conformità alle regolamentazione assimilate dal primo momento proprio per la natura europea della realtà.    

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