Le aziende specializzate nell’erogazione dei contenuti Web e le Web agency conoscono bene quali sono i vantaggi di poter mantenere il pieno controllo sull’infrastruttura IT, allo stesso tempo vivono la criticità di dovere commensurare le risorse in relazione alle richieste di accesso e leggono nelle potenzialità del cloud in questo ambito una possibile soluzione.

NetAddiction è un esempio tra questi: si tratta di una Web company italiana che si trova ad affrontare questi problemi. Quindi cerca elasticità nella gestione delle risorse elaborative e di storage, destinate ai propri canali esposti ad una grande fluttuazione nella domanda di contenuti.

NetAddiction infatti produce contenuti per il Web (iFood.it, Movieplayer.it, Dissapore.com, sono solo alcuni dei siti di riferimento), ma opera anche nel settore della produzione di video creativi e virali, e del commercio elettronico con multiplayer.com (negozio virtuale dedicato all’intrattenimento elettronico), mentre può vantare l’apertura del primo sito specializzato sui videogiochi in Italia nel 1999 (Multiplayer.it).

La sfida

Con un’audience media al mese, di circa 22 milioni di utenti unici dei siti Web, e oltre 62 milioni di pagine viste (la community su Facebook conta invece 9 milioni di utenti), è comprensibile come la gestione dei sistemi informatici sia una sfida quotidiana “ad alto rischio”.

Daniele Minciaroni NetAddiction
Daniele Minciaroni, responsabile dei sistemi informativi di NetAddiction

Ne parla con la necessaria concretezza Daniele Minciaroni, responsabile dei sistemi informativi: “La parte più sfidante sono proprio i picchi che si registrano negli accessi a determinati siti o servizi. Da diversi anni, per esempio, Multiplayer.it è Internet media partner per l’Italia delle principali fiere internazionali dedicate al mondo del digital entertainment, da Los Angeles a Colonia e Tokyo. In occasione di quelle manifestazioni gli accessi al sito possono anche triplicare, e noi dobbiamo essere pronti”.

Non si tratta di problemi irrisolvibili, si tratta però di problemi che devono trovare risposte efficaci in velocità. Essere pronti significa disporre di connettività, calcolo, e storage in poco tempo.

Potrebbe voler dire perdere settimane fare gli ordini, avviare i leasing, approvvigionare correttamente le risorse, configurarle e farle funzionare nel modo corretto (con le applicazioni vive) con il solito approccio. Non soddisfare la domanda quando c’è e ritrovarsi più risorse del necessario quando è inutile, significa sprecare tanto denaro, senza essere riusciti ad offrire il servizio richiesto, o aver costretto gli utenti a tempi di attesa inutili, che generano disaffezione.

La soluzione

NetAddiction opera nei media digitali dal 1999 e nel tempo approccia il problema attraverso l’adozione di diverse soluzioni sistemiche per disporre delle necessarie risorse seguendo gli approcci di cui oramai da anni si parla, quindi scegliendo risorse in housing, in hosting e in co-location.

Percepisce però di aver imbroccato la strada corretta con il ricorso ai servizi cloud di OVH per la componente di hosting in modalità IaaS. Prosegue Minciaroni: “Sì, nel 2015 abbiamo dismesso i dati in co-location e migrato tutti i server e i servizi su vSphere. Una scelta ponderata perché Minciaroni non opta per la prima proposta ma prende in considerazione diverse proposte di virtualizzazione, scegliendo vSphere che si rivela come quella in grado di offrire una gestione più agile, meno macchinosa.

Per il cloud, invece, la scelta cade su OVH per la capacità di salvaguardare la complessità applicativa e architetturale tipica di una realtà composita nel business, ma soprattutto nata all’inizio degli anni 2000, quando ovviamente il cloud non era del tutto maturo.

E non è una nota di secondo piano: sono tantissime le aziende che sono maturate con la diffusione di Internet e dei servizi Web, ma che hanno dovuto anche adeguare passo a passo la propria infrastruttura alla crescita (anche tumultuosa) degli anni 2000. La capacità di OVH di dialogare a partire dal punto di partenza reale dei clienti è sicuramente un tratto distintivo del suo approccio.

Gli obiettivi

Proprio dalla capacità di OVH di adeguare la proposta all’infrastruttura applicativa e di risorse del cliente arriva il primo riscontro positivo. NetAddiction si ritrova così a fruire di un’architettura di servizi virtualizzati molto simile ai corrispondenti server fisici, ma allo stesso flessibile per quanto riguarda la possibilità di allocarvi ulteriori risorse.

Con i picchi di traffico NetAddiction può aumentare il numero di macchine virtuali o potenziare le risorse e può farlo in pochi minuti, anche eventualmente per tornare indietro, quando il traffico scema.

Si regola quindi l’infrastruttura a disporre di quello che serve, quando serve, senza sprechi, e chi gestisce l’infrastruttura dispone di tutti gli strumenti necessari per non perdere di vista lo stato delle macchine, reali o virtuali, in real-time.
Pensare che NetAddiction, con milioni di utenti, adegua oggi la propria infrastruttura ai carichi potendo fare affidamento solo su due persone dovrebbe riuscire a dare la migliore idea di quanto sia possibile “semplificare la complessità”. 

Next step

NetAddiction ha già completato una nuova migrazione con la sostituzione dei precedenti server con nuove macchine Intel. Ha trasferito servizi e applicazioni di circa 180 macchine, in collaborazione con OVH e con l’occasione ha predisposto i sistemi di aggiornamento della piattaforma di virtualizzazione vSphere di VMware (dalla 6.0 alla 6.5).

Ora testa i sistemi di orchestration VMware per il provisioning dei server da script e si prepara a sfruttare ulteriormente i tool di orchestrazione, per rendere autonomi gli sviluppatori nella generazione di virtual machine.

L’obiettivo finale ovviamente è approdare ad un ideale di Software Defined Data Center. La migrazione dell’hardware rappresenta quindi un ulteriore tassello di sviluppo che prevede l’ampliamento del bacino di risorse virtuali cui attingere in caso di picchi di traffico. 

Per approfondire la conoscenza di OVH, della sua offerta e del suo ruolo di digital enabler, scarica il White Paper “SmartCloud – La risposta europea di OVH”

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