Che il canale sia da sempre una passione non è un mistero. Lo è da tempi non sospetti – quando si parlava di soli volumi negli anni ’90 – per assistere poi nei decenni a seguire allo spostamento sul valore, che ha interessato tutti i partner e i system integrator. Nessuno escluso.
Anche questa settimana ne ha di esempi, belli, innovativi, che confermano quanto il canale non venga disintermediato dalle nuove tecnologie. Anzi. Tiene saldo il suo ruolo “non solo di mezzo” sempre più ampio, che traduce in progetti presso i clienti la tecnologia. Sempre più affidabile e competente.
Onore al vero, i vendor hanno fatto grossi passi avanti nel formarlo, certificarlo, incoraggiarlo e passata la paura che con l’avvento del cloud i partner potessero perdere valore e ruolo, si è ritornati a una centralità più serena. Sono sempre più presso i vendor così come presso i clienti: sparpagliati a imparare da una parte (a casa dei fornitori) e a creare dall’altra (a casa dei clienti). Non si spiegherebbero altrimenti i fatti della settimana, la loro inclusione sempre più a maglie strette nel tessuto del digitale italiano.
Il primo, l’acquisizione di Mauden da parte di Ricoh Italia che conferma quanto le competenze in nuovi ambiti – hybrid cloud, AI, cybersecurity – siano temi che devono essere garantiti anche da chi storicamente propone tecnologie per l’ufficio, perché le forme di collaboration aperte anche a smart working richiedono soluzioni ibride e la sicurezza rimane un cavallo di troia per banche e industrie (ha fatto notizia l’accesso non autorizzato ai dati di 3 milioni di clienti in Unicredit, esclusi conti e coordinate bancarie). Il canale insegna che non si deve mai abbassare la guardia sulle nuove onde tecnologiche, per cui investire in competenze legate a machine learning, analisi dei dati, capacità di pensare a progetti che utilizzano intelligenza artificiale in ambiti diversi è guardare un po’ più avanti, vitale per nuove proposte.
Il secondo, l’annuncio ufficiale (a Connect Confindustria di Firenze dedicato all’innovazione b2b) di Adiacent, la nuova azienda del Gruppo Sesa che va ad ampliare l’offerta di Var Group con strumenti di creatività oltre che di tecnologia, con l’AI al servizio di marketing e clienti (Paola Castellacci, Ceo di Adiacent, si porta appresso tutta la territorialità e la riconoscibilità della capofila Computer Gross). “Una realtà completamente dedicata alla strategia Onlife e alla customer experience”.
Terzo, il debutto ufficiale di Finix Technology Solution, che sì nasce come eredità di Fujitsu sul mercato italiano, ma che pur dichiarando di non volere essere né un distributore, né un system integrator, né un service provider si presenta con tutte le caratteristiche per essere un partner delle aziende clienti, con il nuovo hub nella mente dei fondatori (Pierfilippo Roggero, Ceo, in primis).
Insomma, confini incerti dove le competenze dettano le strategie di acquisizioni e go-to-market. Bello il termine Onlife, la dice lunga. Così la Treccani: “onlife 1. s. f. inv. La dimensione vitale, relazionale, sociale e comunicativa, lavorativa ed economica, vista come frutto di una continua interazione tra la realtà materiale e analogica e la realtà virtuale e interattiva”.
Il canale è onlife da sempre. Lunga vita ai partner.
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