La storia la colloca nata nel 1978 ma oggi Zucchetti – che in Lodi svetta con la nuova torre ecosostenibile dall’architettura moderna – vanta un profilo che negli anni si è via via modificato, con acquisizioni e nuovi mercati indirizzati, pur mantenendo salda la cultura aziendale e il piglio famigliare.
Lo spunto per la chiacchierata con Alessandro Zucchetti, attualmente presidente del gruppo, è l’ufficializzazione in questi giorni dei dati di fatturato 2019, pari a 850 milioni di euro, raccolti con oltre 6.000 dipendenti, 600.000 clienti e 2.000 partner a livello globale (1.650 in Italia e 350 all’estero).
Un giro d’affari che si snoda tra Italia, Europa, Stati Uniti, Sud America e Asia e che fa di Zucchetti, secondo Idc, la prima azienda italiana di software da 15 anni.
L’immagine storica di Zucchetti legata al mondo dei software per commercialisti e professionisti (consulenti del lavoro, avvocati, curatori fallimentari, notai, associazioni di categoria) è solo una parte di una offerta più complessa di 1.700 soluzioni e servizi che guarda oggi ad aziende di fascia più alta, banche, assicurazioni e pubblica amministrazione, grazie alla capacità di cogliere opportunità indotte nel mercato da normative, tecnologie e voglia di trasformazione digitale.
“Ci siamo mossi in questi anni in aree che coprono dall’Erp all’HR, al retail con sguardi su nuovi mercati come quello degli hotel e dell’hospitality – esordisce Alessandro Zucchetti entrato in azienda nel 2008, anno in cui il papà Domenico cede il timone ai figli -. In molti casi la nostra crescita internazionale è iniziata dall’estendere le soluzioni proposte dalle aziende italiane alle loro filiali oltre confine, in altri casi spingendo i temi del momento, come lo è stato per esempio per la dematerializzazione che lo scorso anno ci ha permesso di guardare ai processi delle aziende, all’efficientamento delle loro procedure, proponendo loro un percorso per ottimizzare le loro realtà”.
Nuovo posizionamento
Ne esce così una anima nuova, da quella che Domenico Zucchetti, 80enne fondatore dell’omonimo gruppo, aveva dato nel corso degli anni: quella consulenziale che partendo dalle soluzioni orizzontali a portafoglio, crea un percorso personalizzato per le singole realtà, con logiche, tempi e metodologie di volta in volta diverse. “Un approccio che è sempre più rivolto alle aziende di ogni dimensione, che raggiungiamo anche grazie alla visibilità internazionale che ci dà il segmento Elite di Borsa Italia, dove siamo iscritti dal 2012, e che conforta il nostro obiettivo 2020: raggiungere 1 miliardo di euro di fatturato, puntato anche sulla crescita internazionale, con acquisizioni in mercati ancora poco presidiati, come gli Stati Uniti. Ma ad oggi non abbiamo intenzione di quotarci in Borsa, rimaniamo un’azienda privata”.
Gli utili societari di anno in anno vengono reinvestiti in acquisizioni, sviluppo prodotti, relazione con i 1.650 partner in Italia e i 350 all’estero (“non potremmo essere presenti in oltre 50 paesi al mondo se non facessimo forza sul nostro canale di partner anche per offrire servizi di pre e post-vendita”). Oggi il 15% del giro d’affari è raccolto a livello internazionale con offerte differenziate nei diversi mercati, come ad esempio in Brasile dove si spinge l’offerta di gestionali aziendali, in Europa (Francia, Germania e Svizzera) di soluzioni per la gestione di personale, ristorazione e hospitality, in Romania di HR e Erp, in Spagna e Sud America di gestionali per piccole medie imprese (attraverso l’acquisita Solmicro), negli Usa (sistemi di controllo, accessi e rilevazione presenze) o in Bahrein, Messico, Qatar (soluzioni per la gestione di impianti sportivi).
Cultura d’impresa
Sottolinea Zucchetti “la cultura di impresa” come elemento distintivo della strategia dell’azienda, che porta avanti un piano industriale di medio-lungo periodo: “la nostra cultura di impresa incentrata sulla delega stimola la creatività delle persone all’interno di gruppi dove giovani e vertici aziendali si stimolano a vicenda per mettere a punto nuove soluzioni tecnologiche”, tenendo presente però i due punti fermi della filosofia aziendale: “In Zucchetti non comandano i capi, ma i clienti e le persone sono la risorsa più preziosa dell’azienda”.
Sono 1.500, dei 6.000 dipendenti, le menti dedicate alla ricerca e sviluppo (“credo che sia una squadra senza pari”) che trae spunti anche dalle collaborazioni con il mondo accademico. In particolare attive con Università di Padova e di Udine, Politecnico di Milano e Normale di Pisa, che vengono poi portate in aula anche all’interno dl progetto di formazione Accademia Zucchetti, per allineare e formare i dipendenti (“in media facciamo una assunzione al giorno, il 46% dei dipendenti è donna”).
Oltre al software
La piattaforma tecnologica proprietaria per lo sviluppo del software Infinity e il tool di sviluppo Sitepainter permette di avere applicativi realizzati in modalità open e standard, facilitando l’integrazione nativa di tutti i prodotti, e permette di creare soluzioni flessibili in tempi ridotti, proposti sia in modalità classica on premise sia in cloud, a seconda delle necessità del cliente. “Nel 2020, continueremo a spingere il modello cloud, con un proposta a valore, che non disintermedia i nostri partner commerciali che rimangono dei partner a valore presso le imprese”.
Ma oltre al software il 2020 vede confermare la sensibilità al tema della sostenibilità aziendale (dalla campagna no plastic, alle biciclette aziendali, alla bacheca digitale per il car sharing) che aveva già avuto una risonanza particolare con l’apertura della Torre Zucchetti a Lodi, primo palazzo certificato Leed della provincia lodigiana. “Il progetto ha trasformato un edificio energivoro degli anni Settanta in un esempio di efficienza e compatibilità ambientale – spiega Zucchetti -. L’edificio è stato premiato con l’European Property Award e ha ottenuto una menzione dell’American Architecture Prize per l’architettura sostenibile”.
La questione del passaggio generazionale nel 2008 – da Domenico Zucchetti (80 anni) ai figli Alessandro (45) e Cristina (48) – non ha portato scossoni in azienda. “Io sono focalizzato sulle attività finanziarie, amministrative e operazioni straordinarie come le acquisizioni, mentre mia sorella Cristina supervisiona politiche del personale, formazione, marketing e comunicazione – precisa Alessandro -. In soli dieci anni, il fatturato del gruppo è passato da 220 a 850 milioni di euro, i clienti sono cresciuti da 60.000 a oltre 600.000 e i dipendenti da 1.700 a oltre 6.000” conclude Alessandro.
Nel 2020 rimarrà forte, accanto alla spinta sul cloud, il tema dei servizi e della consulenza in ambito finanziario, offerta alle aziende che vogliono intraprendere un percorso di digitalizzazione, dematerializzazione, automazione, tenendo conto delle nuove normative su pagamenti, Psd2, gestione dell’intera supply finanziaria. Ad oggi tra i clienti troviamo Eataly, Toyota, Vodafone, Boggi, Bricocenter, Fininvest e Pompea.
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