Il problema della pirateria online, tanto più durante l’emergenza sanitaria, resta di estrema attualità e per certi aspetti evidenzia nuovi risvolti. Sotto la lente di chi è chiamato a vigilare non sono finiti solo i contenuti in streaming ma anche quelli delle testate giornalistiche pubblicate integralmente sulle piattaforme digitali.

Per esempio, a metà aprile la Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, ha chiesto la rimozione di tutte le edizioni digitali di testate pubblicate su alcuni canali della piattaforma di messaggistica istantanea Telegram, e addirittura la sospensione dell’accesso all’intera piattaforma. Il problema era legato alla disponibilità, sulla piattaforma, giorno per giorno, delle principali testate nazionali (ed estere) in versione integrale, pronte da scaricare in formato Pdf.

Un danno grave per l’industria editoriale, con evidenti violazioni del diritto d’autore (Dda), anche considerato che fonti autorevoli riportano come il caricamento abusivo dei contenuti abbia incontrato il download abusivo da parte di circa 2 milioni e mezzo di italiani. Il regolamento del nostro Paese per la tutela di questo diritto è riconosciuto come best practice anche a livello internazionale, ma abitudini e costumi non cambiano. 

Tuttavia anche le regole nazionali e sovranazionali (normativa europea) si sono rivelate di parziale ostacolo all’azione di Agcom, come spiega l’autorità stessa. Agcom può adottare provvedimenti che hanno come diretti destinatari soltanto soggetti compresi nel perimetro dei propri poteri regolatori. “Quando la violazione avviene sui canali di un sito ubicato fuori dal territorio nazionale come nel caso di Telegram – spiega la nota – l’Autorità non può che rivolgersi ai provider italiani che forniscono l’accesso a internet, ordinando loro di procedere alla disabilitazione dell’accesso all’intero sito”.

Da una parte non è pensabile la rimozione selettiva dei soli contenuti illeciti attraverso l’adozione di tecniche di filtraggio (per la Corte di giustizia europea sono incompatibili con il diritto d’autore) ed allo stesso tempo è impossibile pensare alla chiusura dell’accesso all’intera piattaforma. In ogni caso Agcom ha avviato il confronto con la piattaforma Telegram per la rimozione dei canali la cui attività di diffusione di contenuti risulta violare la tutela del diritto d’autore online e l’istruttoria ha portato all’adeguamento parziale da parte di Telegram che ha rimosso 7 degli 8 canali segnalati da Fieg.

Quello della pirateria online è un campo di azione critico ed importante per Agcom che però, per un intervento diretto nei confronti di Telegram, dovrebbe poter contare su una modifica della normativa primaria che consente di considerare stabiliti in Italia (Art. 4, comma 1, lettera a, del decreto legislativo n. 70 del 2003) – “gli operatori che offrono servizi della società dell’informazione nel territorio italiano utilizzando risorse nazionali di numerazione”. Da qui l’archiviazione degli atti e la loro trasmissione all’Autorità giudiziaria, come stabilisce la legge sul diritto d’autore.

Allo stesso tempo Agcom ha deciso di coinvolgere anche la Polizia postale e la Guardia di finanza affinché “perseguano – al pari di quanto è stato fatto in relazione alle Iptv pirata – gli utenti che caricano e condividono sulla piattaforma le copie dei giornali” e segnalerà a Google Play ed Apple store, i principali negozi virtuali di app, “di tener conto dell’utilizzo dell’app Telegram degli italiani, più che altrove destinato ad usi illeciti”. E’ già arrivato qualche risultato: per esempio con l’intervento della procura di Bari che ha ordinato il sequestro di ben 19 canali Telegram.

Emergenza sanitaria e pirateria online

L’emergenza sanitaria in ogni caso si sta rivelando critica per quanto riguarda il fenomeno della pirateria online a 360 gradi. Per la violazione del diritto d’autore, sappiamo che i riferimenti sono la Legge n.633/1941 che chiama Agcom a prevenire ed accertare le violazioni; il decreto sull e-commerce 70/2003 (art.14,15 e 16) per cui Agcom svolge funzioni di monitoraggio e può richiedere agli Isp di porre fine o prevenire una violazione e, appunto; il già citato Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore. I dati riportati dall’autorità, solo per dare la dimensione del fenomeno nel passato, segnalano come nel 2018 si siano registrati mancati incassi per l’industria audiovisiva per 600 milioni di euro, con la perdita di 6mila posti di lavoro.

Agcom e pirateria online i riferimenti di legge
Agcom e pirateria online i riferimenti di legge

Ora con la crisi dovuta all’emergenza sanitaria si prevede da un lato l’incremento di circa il 60% del consumo di contenuti in streaming (fonte: Nielsen), mentre ogni mese di fermo provoca circa 100 milioni di euro di danni al settore cinematografico. Agcom in caso di violazioni può agire ordinando agli hosting provider la rimozione delle opere digitali, quando il server è in Italia, mentre se il server è situato all’estero l’intervento avviene attraversi i mere conduit e l’ordine di disabilitazione dell’accesso al sito. E’ interessante l’infografica che segue, con i dati relativi ai contenuti oggetto di segnalazione per complessive 2059 eventi di cui ben 141 (ricordiamo che il processo di segnalazione è del tutto digitale) sono quelli pervenuti durante l’emergenza sanitaria Covid-19.

Agcom – Contenuti oggetto di segnalazione e numero delle segnalazioni complessive

Agcom infine ha sottoscrito con l’organizzazione internazionale Wipo (World Intellectual Property Organization – Agenzia delle Nazioni Unite) un protocollo di intesa per la creazione di una piattaforma mondiale online in cui sono raccolti elenchi aggregati di siti Web compilati a livello nazionale che violano il diritto d’ autore.

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