Chiuso l’evento internazionale Netapp Insight 2020, Roberto Patano, senior manager Solution Engineering di Netapp Italia, inquadra le novità innestando gli annunci di fine ottobre sulle prospettive di crescita del business dei cloud data services in Italia, in particolare su come i clienti di vari settori (manifatturiero, sanitario, finanziario…) abbiano rimodellato la loro azione per affrontare lo scenario ridisegnato dall’emergenza, e di come i nuovi modelli di consumo e gestione dei dati in cloud stiano influenzando le scelte IT.
“Due le direttrici strategiche di sviluppo per Netapp – esordisce Patano – da una parte semplificare la vita alle aziende on-premise, portando lì gli stessi vantaggi del cloud – per offrire la flessibilità e la semplicità tipica del cloud nel data center (1) – dall’altra allineare le funzionalità di gestione e di ottimizzazione dei costi necessarie e apprezzate nei DC on-premise per non perderne i vantaggi quando si spostano i servizi in cloud (2)“, qualsiasi sia l’infrastruttura sottostante. In un mercato che sta cambiando velocemente.
Secondo il Cloud Report 2020 di Flexera, tutte le enterprise company (il 93%) stanno valutando o adottano già una strategia multicloud, e l’87% di esse sceglie una strategia hybrid cloud. Scenario sostanzialmente omogeneo anche in Italia, con un’accelerazione notevole legata all’emergenza e che ha coinvolto anche le aziende più piccole, e alcuni dei comparti più prudenti, come per esempio il manifatturiero, che ha cambiato passo.
“Un’evoluzione che ha portato anche qualche cambiamento in Netapp, come in altri competitor che giocano in questo mercato – prosegue Patano –. Per esempio con il nostro ingresso nel mercato del virtual desktop“. Il concetto di base è che “è fondamentale poter proporre alle aziende quello che è più utile loro, indipendentemente da dove si trovano nel loro percorso cloud, e quindi incontrare sia quelle già “proiettate” in cloud, sia quelle che spostano in cloud solo determinati carichi di lavoro, preservando comunque la user experience, con attenzione alla riduzione dei costi e alla valutazione delle esigenze di latenza e risorse”.
L’idea quindi è quella di pensare ad un ideale data center “diffuso”, come unica realtà eventualmente distribuita parte on-premise, parte in cloud. Significa quindi portare il valore aggiunto dell’evoluzione del software “data-centrico” per la protezione, la gestione ed il controllo dei dati ed aiutare i clienti ad avvicinarsi il più velocemente possibile alla soluzione cloud migliore. Si vuole, quindi offrire “la flessibilità del cloud all’interno del data center e dall’altra si punta a fare in modo di poter portare gli enterprise data services in modo vantaggioso e sicuro in cloud”.
Portare agilità all’interno del proprio DC, ma con funzionalità vicine al cloud è tema indirizzato da Netapp in primis con l’evoluzione di Ontap, ora alla versione 9.8, e con gli sforzi per soddisfare le esigenze attuali di risorse software-defined con Netapp Solidfire Enterprise Sds, considerabile proprio come la “versione software-defined di quella che è la proposizione alla base del portfolio iperconvergente di Netapp“.
Per gestire il data center on-premise proprio come se fosse in cloud è ora aggiornato anche il programma Netapp Keystone Flex, che offre un percorso veloce e flessibile per un data center abilitato al cloud con una formula di sottoscrizione “pay-as-you-grow” ed ora offre l’integrazione del modello anche per il cloud pubblico disponibile tramite l’ecosistema dei partner Netapp.
I vantaggi del cloud anche on-prem
Entriamo nei dettagli degli annunci. Netapp Ontap è evoluto verso un’ulteriore più profonda integrazione con il cloud, in modo da permettere di allineare le risorse hardware sottostanti on-premise, affinché siano pronte per lavorare in cloud, con il vantaggio di ritrovare in un’unica soluzione, invece che su più soluzioni verticali, tutti i punti di forza. E’ stata rinnovata l’interfaccia utente per la gestione, la possibilità di firmware upgrade con un clic, e viene introdotta la possibilità di analisi a livello di file, innalzando il livello di sicurezza con l’introduzione di IPsec per l’encryption di “data in flight”.
Netapp ha introdotto attraverso la funzionalità Flexcache la possibilità di mantenere vicine a chi le utilizza le informazioni principali, funzione importante per esempio anche nell’ambito dell’utilizzo dei virtual desktop. Fabricpool – la funzionalità per la gestione del tiering storage evoluto, trasparente ed automatizzato dallo storage flash allo storage ad oggetti (on-premise come in cloud) – ora permette di fare il tiering anche in un ambiente storage ibrido, quindi con i dischi Fas Hdd. Aspetto che aiuta l’ottimizzazione dei costi per esempio nella gestione dei “dati freddi”. La soluzione Snapmirror – con funzionalità di movimentazione intelligente dei dati nell’ambito del disaster recovery – è disponibile ora non solo per le soluzioni Netapp, ma si apre al dialogo con il protocollo S3 per il disaster recovery “appoggiato” agli hyperscaler, basandosi sulle loro risorse meno costose (tipicamente lo storage ad oggetti). Ed infine, Netapp Active IQ migliora per offrire un check completo della salute infrastrutturale ma si integra anche con la soluzione Cloud Manager (ne parliamo più avanti) per offrire highlights su una possibile virtuosa evoluzione infrastrutturale.
Nell’ambito della proposizione software-defined, l’idea di disporre di un DC on-prem del tutto gestibile, scalabile in modo semplice, come il cloud consente, ora è indirizzata grazie alla disponibilità di Netapp Solidfire Enterprise Sds, che fornisce una base semplice e automatizzata per il cloud privato con il software Netapp Element come storage software-defined autonomo che può essere distribuito su qualsiasi hardware, non necessariamente un’appliance Netapp. Con i vantaggi di una piena integrazione tra Ontap e Solidfire e quindi la libertà di scegliere il sistema più adatto allo specifico carico di lavoro da indirizzare.
I servizi dati di classe enterprise anche in cloud
Oltre ai vantaggi della flessibilità di gestione del cloud anche on-prem, Netapp ha lavorato anche per portare gli stessi servizi dati disponibili nel DC aziendale anche in cloud. A questo proposito tre gli annunci chiave. Una piattaforma “cloud volume autonoma” per un’esperienza unificata nella gestione dello storage ibrido e multicloud di Netapp e i servizi dati (con l’evoluzione di Netapp Cloud Manager); Spot Storage e, ultimo ma non meno importante, Netapp Virtual Desktop Management Service (Vdms).
Netapp Cloud Manager pensato per la gestione delle risorse in cloud, può essere utilizzato oggi anche per la gestione delle piattaforme on-premise. I clienti che hanno risorse Netapp nella parte on-premise possono quindi sfruttarlo per gestirle in modo coerente a come farebbero con quelle in cloud e così trovarsi allineati all’evoluzione in cloud. Un’infrastruttura già gestita on-premise, attraverso uno strumento omogeneo nato per la gestione delle risorse in cloud, sarà infatti ancora più facile da sfruttare proprio in relazione al futuro percorso cloud. Di fatto Netapp Cloud Manager offre piena visibilità e controllo sullo storage on-premise, Azure, Aws e Google Cloud e offre un’esperienza cloud semplice e nativa per servizi dati avanzati: sincronizzazione dei dati, backup dei dati, tiering dei dati, raccolta di file e compliance.
Spot è entrata nel portafoglio delle soluzioni da un’acquisizione di Netapp mesi fa e serve per l’analisi delle risorse che risiedono in cloud e per l’ottimizzazione di costi e capacità, andando a giocare sui costi delle varie risorse cloud e sul loro utilizzo intelligente. In ambiente virtualizzato, come in quelli containerizzati, attraverso l’apprendimento di quello che è l’utilizzo delle risorse, Spot riesce ad assegnare ai workload la risorsa migliore che costa meno. Operativa fino ad oggi soprattutto nella gestione delle risorse computazionali, ora Netapp ne ha espanse le capacità legandovi la parte per l’ottimizzazione delle scelte storage, e quindi la propone come soluzione serverless e storageless per container, che combinata, appunto, con Spot Ocean consente alle organizzazioni di creare, distribuire ed eseguire in modo conveniente applicazioni basate su microservizi su Kubernetes senza dover amministrare storage e servizi dati.
Patano:“Bisognerebbe ricordare, a questo proposito che il cloud non è ‘economico’ ed invece può diventare conveniente se utilizzato in maniera corretta. Semplicemente portare le risorse on-premise in cloud, non è quasi mai la soluzione migliore e il cloud in questi casi contribuirebbe ad innalzare i costi, ma allo stesso tempo sfruttarlo in modo intelligente permette una flessibilità molto superiore, da qui i vantaggi”.
Infine, con Netapp Virtual Desktop Management Service (Vdms), l’azienda ora offre Vdi basata e integrata su cloud, scegliendo l’hyperscaler di preferenza, così come è possibile appoggiarla su una soluzione iperconvergente già disponibile, del tutto integrata con le altre soluzioni di data protection.
Netapp Vdms può essere acquistata dal cliente e poi gestita da cliente o dal partner, ma può anche essere gestita da un service con Netapp alle spalle. E’ una proposta Saas del tutto integrata con policy e identity management di Windows ed incontra le richieste delle organizzazioni che hanno bisogno di scalare le proprie risorse infrastrutturali per soddisfare le crescenti esigenze della forza lavoro impegnata da remoto. Le risorse possono essere continuamente ottimizzate senza aumentare la complessità e riducendo i costi fino al 50%. “Netapp Vdms per questo è stata scelta in Italia già da diversi clienti – spiega Patano – per esempio nell’ambito della PA (comuni), ma anche da diverse grandi aziende in ambito finance”.
Proprio gli annunci legati a Spot e Virtual Desktop sono tra quelli che hanno accesso maggiore interesse per i vantaggi legati al “percorso cloud intrapreso dalle aziende in Italia, in evidente accelerazione nel valutare il cloud come possibilità per gestire l’emergenza, non solo per risparmiare”. Con una grande attenzione per le tecnologie di containerizzazione, soprattutto quando si tratta di attivare nuovi servizi evidentemente in prospettiva cloud. “Le soluzioni tutte ci qualificano oggi come una cloud-led, data-centric software company – chiude Patano – E’ la definizione che meglio lega la strategia cloud, di focalizzazione sulla gestione delle informazioni e sullo sviluppo del software per permettere l’evoluzione del data center “diffuso”.
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