L’anno complesso che si sta per chiudere segna senza dubbio un punto di svolta per le aziende. Non solo osservando quanto fatto fino ad oggi per gestire mesi difficili legati all’emergenza sanitaria, ma anche definendo le strategie per il 2021 alle porte. Parte da questa analisi la chiacchierata con Andrea Falleni, amministratore delegato di Capgmeni Italia, in un Ceo Cafè virtuale.
E’ schietto Falleni nel sottolineare come l’incertezza sia ormai più che una variabile una compagna di viaggio. “Nell’attuale momento caratterizzato da cambiamenti repentini e radicali, per le aziende è ancora difficile individuare con sicurezza i rischi da affrontare e le opportunità da cogliere. Tuttavia, appare chiaro che le aziende, grandi e piccole, si trovino di fronte a una situazione che implica un ripensamento dei modelli di business e di lavoro”.
Ripensare diventa la parola chiave, tecnologia pure, in un contesto in cui intraprendere un percorso di trasformazione digitale è diventato fondamentale per chi vuole rimanere competitivo e superare la fase complessa del mercato. “E la tecnologia – incalza Falleni – sarà al centro di queste iniziative di trasformazione e ricoprirà un ruolo chiave nello stimolare tre tendenze, che definiranno la nuova normalità: la quasi ubiquità del lavoro a distanza, il boom della digitalizzazione e dell’automazione, e la riorganizzazione della produzione e delle reti di fornitori”.
Tre trend innescati dalla pandemia
Un ripensamento generale che impatta sui processi interni delle aziende ma anche sulla filiera di relazioni con clienti e consumatori. Torna sui tre trend Falleni: (1) il remote working in crescita, “con sempre più organizzazioni che vedono il lavoro a distanza come parte di uno schema permanente e stanno pianificando il passaggio a un modello di lavoro ibrido o addirittura a un modello con la maggior parte della loro forza lavoro online”. Una evoluzione che deve però essere supportata da nuovi modelli organizzativi, tecnologia, consulenza, ma anche da una evoluzione culturale del management. (2) L’evidenza che la pandemia abbia accelerato ulteriormente gli sforzi di digitalizzazione preesistenti “in particolare quelli relativi al miglioramento della consumer experience (CX) e all’uso dell’AI” perché la relazione con i clienti è stata messa a dura prova nel lockdown e ha accelerato strategie di e-commerce, sviluppo di app, impiego di strumenti di machine learning e AI per analisi di dati. (3) Il fatto che l’emergenza in corso abbia scoperchiato i tasselli deboli: “La crisi imposta da Covid-19 ha messo in luce i limiti di catene di fornitura e produzione diffuse a livello globale e i rischi inerenti a queste parti della catena del valore, altamente ottimizzate in termini di costi ed efficienza, ma che devono porre maggiore attenzione alla resilienza”.
Un tema quest’ultimo evidenziato anche dalla recente ricerca “Fast forward: Rethinking Supply Chain Resilience for a post-Covid-19 World” (Capgemini Research Institute) secondo la quale l’80% delle aziende conferma che le proprie catene di approvvigionamento hanno subito l’impatto della crisi innescata dalla pandemia e di avere di conseguenza avuto difficoltà in tutti i livelli delle proprie operation. Un fatto che le ha costrette a portare in cima alla lista delle priorità la resilienza della catena di fornitura (66%) spingendole a reimpostare la propria strategia in ambito supply chain per adattarsi alla nuova normalità.
“In questo scenario, come ha evidenziato anche la Cio Survey 2020, ad oggi i principali filoni tecnologici di investimento delle aziende italiane sono: cybersecurity, tecnologie per lo smart working (ad esempio mobility, collaboration, communication), cloud (Saas e Iaas/Paas, multicloud), business intelligence e advanced analytics, modernizzazione applicativa e architetturale (in cui ricadono le piattaforme IoT). Con l’obiettivo di rafforzare sempre di più il ruolo di supporto alle organizzazioni nell’affrontare i cambiamenti, il focus di Capgemini nel 2021 sarà su queste tecnologie e sui servizi che abilitano le trasformazioni” precisa Falleni.
Altran nell’Intelligent Industry
Falleni rimarca l’impegno di Capgemini come partner nella pianificazione e monetizzazione degli investimenti necessari a realizzare trasformazioni globali nelle aziende.“Un processo che oggi è caratterizzato da nuove sfide, come la digitalizzazione delle parti industriali chiave del business – precisa -: si tratta di un percorso di trasformazione nuovo, verso quella che Capgemini definisce Intelligent Industry. Un concept che coinvolge un insieme di aspetti (prodotti, servizi, funzioni) guidati dall’innovazione tecnologica, per dar vita a prodotti, sistemi, operazioni e servizi intelligenti“.
E spiega: “Nella sua forma più semplice, Intelligent Industry significa sfruttare la potenza dei dati per promuovere l’innovazione, realizzare prodotti “intelligenti” nuovi e differenziati, migliorare le catene di fornitura, creare nuove esperienze per i clienti e fornire nuove fonti di valore. 5G, Internet of Things, intelligenza artificiale, rappresentano certamente alcuni degli strumenti chiave che aggiungono ulteriore valore a un processo produttivo, che richiede imprese sempre più sostenibili e competitive”.
Un impegno nel quale si inserisce l’acquisizione di Altran annunciata nell’estate 2019 per 36 miliardi di euro (“funzionale per il nostro posizionamento di leadership nel mercato dell’Intelligent Industry”) che ha dimostrato che esistono casi d’uso 5G validi che soddisfano le esigenze del mercato e che possono essere distribuiti su larga scala.
“È da questa consapevolezza che recentemente abbiamo presentato la prima serie di servizi per l’Intelligent Industry che sfruttano le competenze innovative del Gruppo nel campo delle tecnologie per i dati, digitali e industriali. Focalizzandosi su 5G ed edge, i nuovi servizi consentiranno a fornitori di servizi di comunicazione, di apparecchiature di rete e alle imprese dei vari settori industriali di implementare le tecnologie 5G ed edge su larga scala, abilitando l’innovazione e l’efficienza del business grazie a prodotti, asset e processi”.
I primi servizi uniscono tecnologia, capacità di system integration e competenza ingegneristica per aiutare le aziende a trasformarsi, offrendo (1) supporto nella definzione di business case e nella stesura delle roadmap (pianificazione strategia con il cliente per il suo percorso di trasformazione digitale), (2) assistenza nell’ingegnerizzazione del sistema di reti e tecnologie fino alla progettazione end-to-end dell’architettura IT aziendale (infrastruttura e 5G), (3) sviluppo di piattaforma di servizi strategici (framework di applicazioni), (4) identificazione di casi d’uso, (5) orchestrazione e integrazione dell’ecosistema fino ai (6) servizi operativi e commerciali 5G end-to-end (gestione di reti private, pubbliche, ibride e di soluzioni cloud, monitoraggio dei casi d’uso e delle prestazioni dei processi aziendali e gestione della sicurezza)
Impegno nella formazione
Tra i vari progetti realizzati nel corso del 2020 trova risalto la 5G Academy (“ha attirato molto interesse, tanto che stiamo già pianificando la prossima edizione”), un programma di alta formazione sul 5G della durata di sei mesi, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II. “L’Academy di quest’anno ha coinvolto una trentina di talentuosi ragazzi laureandi e neo-laureati provenienti da differenti percorsi di studi e con propensione al digitale e all’imprenditorialità, che hanno avuto l’opportunità di lavorare sul campo a dei progetti in ambito 5G con il supporto dei partner business e tecnologici come Tim e Ptc, con l’obiettivo finale di creare open innovation e accelerare il processo di digital transformation. Inoltre, attraverso la 5G Academy, abbiamo formato figure in possesso delle competenze necessarie a guidare in modo strategico le aziende, così che possano sfruttare appieno le opportunità offerte dalla tecnologia 5G”.
Un’iniziativa che rientra all’interno di un più ampio piano per favorire lo sviluppo di contesti di formazione e di ricerca sui temi legati alla trasformazione digitale attraverso le digital academy. “Il nostro obiettivo è quello di supportare il Paese nel superamento dell’attuale divario di competenze tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, favorendo la formazione dei talenti ricercati dai nostri clienti”.
GrOw Smart, dalle relazioni
Ma i cambiamenti partono anche dall’interno, dal rimettersi in discussione. “Negli anni abbiamo dotato le aziende di tecnologia, reti, di una cultura digitale. Abbiamo predisposto strumenti e processi. Adesso questa infrastruttura, questa cultura dell’innovazione deve essere messa al servizio del cambiamento organizzativo: una riflessione su cui in Capgemini siamo impegnati da tempo, anche grazie al continuo confronto con le migliori esperienze internazionali in questo campo, ha preso corpo in un programma evolutivo, a cui abbiamo dato il nome di GrOw Smart” precisa Falleni.
L’assunto di base del programma è che i cambiamenti che siamo chiamati ad interpretare alla luce delle accelerazioni che stiamo vivendo sono assolutamente trasversali, e toccano tutte le dimensioni profonde della vita organizzativa, continua Falleni. “La leadership, la cultura aziendale, il funzionamento dei team di lavoro, lo stesso modo di concepire l’ufficio rappresentano altrettante fondamentali tessere del mosaico che le imprese dovranno costruire nel prossimo decennio. Il fil rouge tra tutti questi elementi solo apparentemente eterogenei è rappresentato dalle relazioni, di cui un fattore abilitante essenziale sono proprio le infrastrutture digitali”.
È una sfida destinata a rimanere una delle priorità core nei prossimi anni. “In Capgemini abbiamo implementato soluzioni che vanno dal training per garantire l’efficacia comunicativa anche attraverso strumenti digitali, all’ottimizzazione della struttura dei diversi team secondo logiche di flessibilità e livello di innovazione, alla definizione di nuovi toolkit che permettano ai professionisti di raggiungere gli obiettivi aziendali senza dimenticare supporti per le relazioni digitali e fisiche tra colleghi”.
Di fondo l’approccio di Capgemini – come partner per le aziende nella identificazione gli elementi distintivi per accelerare la competitività – parte anche dal mettere a punto la struttura interna, non solo per meglio seguire i clienti in una situazione critica come quella che stiamo attraversando dettata dalla pandemia, ma anche per meglio gestire acquisizioni complesse, pur se complementari, come quella di Altran.
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