Fine anno, ultima newsletter prima di Natale, ultimo editoriale. Lasciamo i pensieri 2020 e ne ritroviamo subito per il 2021, immutati per ora nella preoccupazione di fondo (legata a Covid-19) che ci ha accompagnati per tutti questi dieci mesi. Non mi soffermo sulla sostanza (ben più seria) ma su quella sensazione raccontata da molti in questi mesi. Ai quali vanno i nostri auguri…
Quell’essere sempre di corsa, sempre fino all’ultimo anche in questa settimana pre Natale come se finisse il mondo (documenti da scrivere, interviste da fissare, progetti da ultimare, call e ancora call, sempre call in un ritmo di calendar da fissare). Quella sorta di frenesia di cui ci si chiede il perché.
Senza sminuire nessuna di queste attività (ci mancherebbe, noi fortunati digital di un momento in cui l’economia rallenta e le priorità legate all’emergenza sanitaria sono ben altre), senza lamentele, ma con quell’ironia che ci fa sorridere su uno smart working per nulla smart, in cui molti si ritrovano. Nel pubblico e nel privato, con decisioni in merito a percentuali, normative, accordi collettivi da dibattere e individuali da definire nel prossimo 2021.
“We wish you an offline Xmas” mi ha augurato un’amica stamattina e mi ha fatto sorridere (con un video, i cui credit sono di Wonderman Thompson). Perché noi, non proprio nativi digitali, ricordiamo con piacere i tempi in cui si era offline di default, scrivevamo di IT su giornali di carta che avevano i ritmi di un mensile con approfondimenti e analisi, o di un quindicinale con quel giusto bilanciamento tra notizie e opinioni o, mal che andasse, di un settimanale con più notizie e attualità (con quel buon profumo sgradevole di ciano da vistare prima dell’uscita, ogni venerdì). O fissavamo appuntamenti di persona e ci incontravano per discutere o per approfondire a fiere, convention internazionali, colazioni, conferenze in due, dieci, mille o diecimila se oltreoceano.
Si sa, il nostro lavoro era già profondamente cambiato ben prima della pandemia, con una evoluzione significativa negli ultimi 15 anni, nel ritmo, cadenza, modalità di fare informazione e consulenza. Una trasformazione irreversibile, voluta, che ha mostrato in questo scenario la resilienza (parola che non amo particolarmente) di molte realtà, fette di Paese, cittadini, aziende, sanità, scuola…
E così oggi di IT, digitale, cloud, data center, Ministero dell’Innovazione e della digitalizzazione, cybersecurity, Gaia-X, Gdpr, privacy, 5G, mobile, nuova normalità digitale… parlano tutti i principali quotidiani nazionali, asseverandone la centralità. Molto positivo. Tutto vero.
Ma – e di questo sono certa – il digitale non dilata i tempi. Sì, permette di fare più cose insieme, di gestire contemporaneamente più task aperti, più incontri virtuali in giornata ma…. non dilata i tempi del pensiero. Perché nella fase progettuale, l’algoritmo siamo noi. Ne sono certa.
Il 2021 vorremmo fosse stupendo ma ha ancora molte incognite. A tutti voi “We wish you an offline Xmas”. Solo così l’algoritmo “zero“ a gennaio potrà riprendere a funzionare. Bene.
PS: Ancora attuale per noi questa foto…. Auguri di buon feste da tutto il team!
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