L’indagine 5G per il business, svolta da NetConsulting cube su un campione di oltre 50 grandi imprese italiane tra maggio e luglio 2020, evidenzia con chiarezza il forte potenziale disruptive del 5G a supporto delle strategie aziendali.
Le caratteristiche tecnologiche distintive del 5G, in termini di ridotta latenza ed elevate velocità, capacità e densità di comunicazione, rendono infatti possibile l’implementazione di casi d’uso innovativi che permettono di migliorare ed innovare i processi business. Spicca, in tal senso, la percezione del 5G da parte dei partecipanti all’indagine come piattaforma che abilita i processi di evoluzione e ottimizzazione dell’offerta, il rafforzamento delle strategie commerciali dal punto di vista della customer experience, l’avvio di iniziative dirette alla soddisfazione dei dipendenti, attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’adozione di nuove modalità di lavoro.
Tuttavia, affinché il potenziale disruptive del 5G trovi una piena concretizzazione, è necessario che si verifichino due condizioni:
- da un lato, i diversi fornitori, che a vario titolo si collocano nell’ecosistema dell’offerta 5G, devono essere disposti a collaborare e cooperare: la disponibilità delle diverse competenze e la loro integrazione rappresentano un fattore fondamentale per lo sviluppo e la realizzazione di soluzioni 5G efficaci, in relazione soprattutto all’utente finale;
- dall’altro, il 5G deve essere adottato in modo da abilitare l’utilizzo delle principali tecnologie digitali, ovvero IoT, big data, AI/ML, etc., e quindi facilitare il percorso di digital transformation delle aziende.
Su questi temi concordano tutti gli sponsor dell’indagine, Dell Technologies, Engineering, Samsung e Tim, che hanno voluto dare il loro punto di vista.
Collaborazione e cooperazione nell’ecosistema dell’offerta 5G
La collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, ognuno attivo nel proprio segmento di mercato e con la propria storia e cultura, è considerato un elemento imprescindibile nella realizzazione e nel corretto funzionamento di soluzioni basate sul 5G, soprattutto di quelle che si rivolgono all’utenza finale.
Questo è in sintesi il pensiero di Francesco Nucci, director of Application Research del gruppo Engineering che afferma: “La collaborazione tra attori con punti di vista differenti è importante soprattutto per garantire un ottimo servizio agli utenti” e prosegue “Il 5G favorisce partnership e alleanze tra elementi, storie e culture diverse, che sono fondamentali per orientare la tecnologia verso gli utenti finali”.
Un contesto in cui ciò appare particolarmente vero è quello delle smart city. “Lo sviluppo di soluzioni 5G-based nell’ambito delle smart city – spiega Nucci – deve essere fortemente focalizzato sugli individui che abitano specifici luoghi e borghi o città e perché questo si verifichi è necessario avere a disposizione culture, attori e aziende che abbiano punti di vista diversi ma che possano lavorare insieme”.
Alberto Bastianon, director Presales Italia di Dell Technologies si trova in perfetto accordo e sottolinea che l’elevato potenziale del 5G in ambito b2b2c, ovvero la possibilità, non solo per i cittadini e gli utenti finali ma anche per i vendor, di avere a disposizione sempre più servizi, deve necessariamente basarsi su meccanismi di collaborazione.
Bastianon chiarisce: “La sfida delle aziende utenti è quella di trovare, tra coloro che si occupano di infrastruttura, di architettura, di dispositivi e di reti ma, soprattutto, tra coloro che si occupano di applicazioni, la volontà e la capacità di collaborazione per estendere sempre di più la platea di beneficiari delle possibilità che il 5G abilita. Il 5G, ancor più di altre tecnologie, non potrà essere una corsa solitaria e individuale all’applicazione più interessante. Dell Technologies crede che sia veramente una sfida, anche per il nostro paese, di collaborazione e di partnership sempre più estese. Forse la sfida per tutti noi è contribuire a migliorare la sua diffusione, cosa che porterà tutti ad avere maggiori opportunità”.
Francesco Seminaroti, head of Enterprise & Public Sector B2B di Samsung, pone l’accento sull’importanza di avere un ecosistema di fornitori di dispositivi e di applicazioni. Alcuni attori, tra cui Samsung stessa, stanno già commercializzando device che supportano la tecnologia 5G.
E questi dispositivi come smartphone, tablet, wearable, abilitano tantissime funzionalità, lavorando insieme ad applicazioni di terze parti, di realtà aumentata e di realtà virtuale. In questo contesto, Seminaroti si augura che “tutti questi oggetti, dispositivi e applicazioni, possano lavorare all’interno di un ecosistema 5G che deve ovviamente cooperare perché la partenza del 5G non può essere spinta solamente da un attore ma da un ecosistema di alleanze. È necessario che gli attori inizino a collaborare tra loro, partendo ciascuno dal proprio posizionamento sul mercato”.
5G e tecnologie digitali devono coesistere
La necessità che il 5G e le altre tecnologie digitali debbano coesistere è stata indicata, in particolare, da Ivana Borrelli, head of Marketing 5G and Vertical IoT di Tim.
Borrelli porta esempi concreti relativamente all’IoT, al cloud e al tema della sicurezza dei dati. “Grazie all’IoT – spiega Borrelli – siamo già in grado di costruire e cablare impianti industriali con la connettività attuale. La disponibilità del 5G consentirà di avere performance notevolmente migliori”.
E a proposito del cloud: “Sarà fondamentale far coesistere architetture di edge e core cloud, a livello di Paese, sistema dell’offerta. In framework di questo tipo, potranno collocarsi le applicazioni più avanzate, che beneficeranno del 5G, quando sarà pienamente disponibile, ma anche tutto il resto degli applicativi, che dovranno comunque esistere in una logica evolutiva e di interscambio. Si tratta di un presupposto tecnologico fondamentale per lo sviluppo del mercato del 5G. In caso contrario, rischieremmo di avere solo qualche piccolo use case di eccellenza che però non cambierebbe lo scenario vero dell’economia, delle aziende e del Paese”.
Parlando della sicurezza dei dati, Borrelli evidenzia la sensibilità del panel sul tema dei dati e mette in luce quanto il 5G abiliti la protezione del dato: “Nell’ambito di un campus, di un impianto manifatturiero o di altre strutture aziendali, per avere una gestione segregata delle aree aziendali, in genere viene fornita una copertura “privata”. L’avvento del 5G, gli interventi propedeutici e lo slicing, consentiranno di avere un grado di sicurezza più elevato, in linea con un concetto di sicurezza garantito”.
Francesco Nucci, Director of Application Research del gruppo Engineering richiama l’attenzione sulla forte integrazione tra 5G e AI: “Da un lato, l’intelligenza artificiale può supportare il 5G nelle configurazioni di rete; dall’altro, il 5G è un abilitatore fortissimo per l’intelligenza artificiale. La vera rivoluzione del 5G è quella di poter pensare a delle applicazioni che sono più vicine agli utenti. Questo è un punto fondamentale”.
Comunicazione, consulenza e competenze
In questo contesto, secondo Borrelli di Tim è necessario che i player sappiano comunicare in modo chiaro i servizi che il 5G può abilitare più che le caratteristiche tecnologiche del 5G in sé, altrimenti si corre il rischio di “parlare di un’autostrada senza sapere bene quali siano le uscite”.
La stessa metafora viene riproposta da Bastianon di Dell, che spiega: “non vorrei che arrivassimo ad avere dei fantastici tratti di autostrada che però si debbano confrontare con una viabilità ordinaria di collegamento non in grado di reggere il contesto e quindi avremo delle piccole isole avulse dallo scenario globale, magari di eccellenza e perfette ma che non permettono di fare una reale differenza”.
Fondamentale, sempre per Borrelli di Tim, sarà anche fornire alle aziende utenti un servizio di consulenza che le possa orientare nelle scelte connesse all’adozione del 5G. Con questo obiettivo, prosegue Borrelli “in Tim stiamo cercando delle figure professionali che abbiano non solo grandi competenze tecnologiche, perché devono maneggiare la tecnologia ed essere esperti di soluzioni Ict, ma anche competenze di processo”.
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