Nel corso dell’anno sarà disponibile Windows 11 (versione definitiva prevista per novembre 2021), con l’upgrade gratuito per chi utilizza la versione più recente disponibile dell’attuale sistema operativo (Windows 10) oppure con un nuovo pc. In occasione dell’evento What’s Next for Windows, Microsoft ha quindi deciso di scoprire le carte e tramonta, con l’annuncio, l’idea che sembrava dovesse accompagnare Windows 10 per anni e anni: quella di un sistema operativo in continuo aggiornamento senza cambiare più nome se non forse, per diventare e restare semplicemente Windows.
Microsoft non ha colto nemmeno questa occasione, per farlo. Hanno vinto le sirene del marketing: una cosa è nuova se cambia il suo nome, altrimenti nel tempo svanisce il senso di stupore e di novità.
Di fatto Windows 10 (2015-2021) quando “andrà in pensione”, nel corso dei prossimi mesi, pur continuando a beneficiare del supporto (si estende fino ad ottobre 2025) avrà goduto di una longevità del tutto paragonabile a quella di Windows Xp (2001-2007, ere geologiche fa) che possiamo ricordare come OS decisamente più innovativo nel confronto con la sua versione precedente (Windows Millennium Edition/98), rispetto a quanto lo sarà Windows 11 rispetto a quella attuale. Verrebbe da dire… “Tanto rumore per (quasi) nulla”.
Windows 11, le novità più importanti
I cambiamenti di mercato, legati all’emergenza prolungata, hanno determinato un vero e proprio “risveglio” del mercato pc. Oggi nel mondo viene venduto più di un milione di pc, nei diversi form factor. Nel 2021 è prevista, ancora, una crescita del mercato del 18,2% (fonte: Idc), di fatto coerente negli ordini di grandezza con la crescita del cloud che è il modo di consumare informazioni e dati più importante, sia nell’utilizzo dei device per lavorare, sia per il tempo libero.
E se il lockdown ha contribuito a fondere per certi aspetti le due “sfere” (professionale e privata), Microsoft con Windows 11 punta ad assecondare proprio questo trend, in primis per usability, collaboration e anche… Entertainment/gaming. E’ interessante sul tema l’interpretazione di Wangui McKelvey, general manager di Microsoft 365, che spiega come Windows 11 possa essere definito come l’OS per “il lavoro e l’apprendimento ibridi”, ed il pc abbia rappresentato la prima “finestra sul mondo” utilizzata in questi mesi.
Microsoft propone una nuova versione del proprio sistema operativo che non cambia certo “motore” ma di sicuro rivoluziona la scocca.
Nella versione che presto sarà possibile installare anche sui pc utilizzati (previa verifica di compatibilità con la app predisposta da Microsoft) è stato di fatto rivoluzionato il design, con il pulsante Start re-immaginato (anche nelle funzioni) così come la barra delle applicazioni, cui è stata assegnata un’importanza fondamentale per l’accesso e la gestione di app e risorse; sono stati ripensati suoni, icone, caratteri, le modalità di utilizzare il multitasking e di disporre finestre ed applicazioni. Per esempio Microsoft ha lavorato sulle modalità di interazione con le “finestre”, appunto, su come organizzarle, agganciarle ad aree specifiche dello schermo, raggrupparle.
Soprattutto spicca l’integrazione di Teams (che sembra mandare definitivamente in pensione Skype), nella barra, quasi ad imporsi sugli altri sistemi di collaboration, ma allo stesso tempo tornano vecchi “temi” e cavalli di battaglia di Microsoft, che abbiamo già visti riproposti a fasi alterne nel tempo. Per esempio i widget, ma questa volta con i feed resi intelligenti dall’AI, una sorta di “push più delicato” di contenuti su misura sul desktop (previa selezione da parte dell’utente) che evidentemente ci qualificano come voce fuori dal coro, perché non ci hanno mai interessati, tantomeno per lavorare, ma evidentemente richiesti “dal mercato” (o importanti per le profilazioni e l’advertising).
Windows 11 migliora, si diceva, l’esperienza di gioco per PC, offrendo accesso all’app Xbox per giocare con i titoli presenti su Xbox Game Pass (oltre a e Auto HDR, Direct Storage), ed è disponibile il nuovo Microsoft Store come “repository” unico per app e contenuti.
A questo proposito è interessante la chiave di lettura proposta da Satya Nadella: “Windows 11 non è semplicemente un sistema operativo, ma una piattaforma per chi genera contenuti”. Chi crea le app invece si avvantaggerà per la possibilità concessa agli sviluppatori di implementare il proprio sistema di pagamento senza dover pagare nulla a Microsoft (quindi con un ritorno pieno del 100%) e di poter caricare Web App, applicazioni Windows, così come App Universal Windows Platform sullo store, cui si vuole dare maggiore importanza ed è vitale per l’ecosistema, per cui è necessario ritorni centrale nell’esperienza utente.
Ecco, da questo punto di vista è interessante lo sforzo compiuto per perseguire quegli obiettivi di offrire un’esperienza di “continuum” che caratterizza l’azione di sviluppo già da tempo, in un contesto allo stesso tempo divenuto più complesso, in cui si sono moltiplicati gli ambienti operativi (multicloud, multi-OS, etc.). A questo proposito, Windows 11 permetterà l’esecuzione delle app Android che saranno scaricabili direttamente dallo Store (e utilizzabili dal desktop) sulla base del catalogo delle app Android disponibili su Amazon Appstore. Questo è a nostro avviso uno dei cambiamenti sostanziali forse più interessanti, per gli scenari che apre, ma strettamente legato anche all’effettiva capacità di implementazione e di generare una buona esperienza che potremo vedere più avanti.
Windows 11 per gli amministratori di sistema
Per gli amministratori di sistema, l’aggiornamento a Windows 11 sarà del tutto simile all’aggiornamento delle funzionalità di Windows 10. E sarà possibile migrare i pc idonei direttamente a Windows 11 utilizzando Windows Update for Business se si esegue una versione supportata di Windows 10.
Non cambiano quindi Microsoft Endpoint Manager, né ovviamente Windows Update for Business e Autopilot e con Windows 11 all’interno del programma Windows Insider, i clienti Enterprise ed Education potranno anche testarlo su Azure Virtual Desktop.
Windows 11 verrà aggiornato ogni anno (con 24 mesi di supporto per le versioni Home e Pro e 36 per quelle enterprise ed education), dovrebbe essere garantita la piena usabilità delle app già operative con Windows 10 (al proposito Microsoft ha già predisposto dal 2018 per i clienti con oltre 150 utenti il servizio App Assure e consente il testing base delle app critiche pre-utilizzo con Test Base per Microsoft 365).
Per quanto riguarda la sicurezza funzionalità chiave per isolare l’hardware dal software (collaborando con i produttori di Cpu), crittografare le informazioni vitali al funzionamento del sistema e proteggersi dal malware sono attivate per impostazioni predefinita, con un impulso importante anche alla riduzione nell’utilizzo delle password a favore di Windows Hello for Business.
Resta invece al momento ancora “in sospeso” l’idea dell’offerta di Windows As a Service come auspicata in un recente contributo, cui di fatto non si è fatto riferimento durante la presentazione e per cui manca al momento un business model innovativo e disponibile per tutti. Mentre solo le verifiche sul campo potranno aiutare a capire se, con Windows 11, effettivamente Microsoft ha scelto di andare verso una “semplificazione” del codice e delle “stratificazioni successive” che rappresentano oggi parte del problema nelle esperienze di update. Forse per questo dovremo aspettare ancora ulteriori step di “pulizia”… Allora, forse, davvero il sistema operativo di Microsoft per pc meriterà di chiamarsi semplicemente “Windows”. E non ci siamo ancora.
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