L’accelerazione dei processi di digitalizzazione, forzata dalla pandemia, ha avuto un impatto dirompente sul mondo del lavoro, coinvolgendo le persone, le loro competenze e il modo di vivere gli spazi produttivi. Si fa sempre più strada un cambio di paradigma che va dal lavoro remoto all’hybrid workspace, coinvolgendo anche il tema delle dotazioni tecnologiche e di stampa.

Questo il tema affrontato nell’incontro di Idc e Canon che delinea le principali tendenze di questo cambiamento e studia quale direzione possa prendere una trasformazione così radicale alla ricerca di un equilibrio. 

Nuovi modelli di lavoro

Sergio Patano, associate director, research & consulting di Idc Italia
Sergio Patano, associate director, research & consulting di Idc Italia

“Negli ultimi 18 mesi, l’emergenza ha avuto un forte impatto sulle roadmap IT di lungo termine per il 94% delle aziende. Questo si traduce da un lato in strategie molto più aggressive verso il cloud e dall’altro nell’adozione di modelli lavorativi di remote working accompagnati dalla necessità di dotare i lavoratori di strumenti appropriati per garantire la continuità operativa, la corretta gestione dei dati e dei documenti e la loro sicurezza”. È Sergio Patano, associate director, research & consulting di Idc Italia a delineare lo scenario in cui le imprese e i lavoratori si muovono, sulla base dei risultati di un recente sondaggio condotto da Idc a livello globale.

Nel 2020, in soli 2 mesi si sono portati avanti processi di digitalizzazione pianificati per essere gestiti in 24 mesi. L’utopia del lavoro remoto è diventata un dato di fatto e le aziende si sono trovate a dover adottate nuovi modelli lavorativi e cambiamenti organizzativi importanti a livello di policy, sicurezza, processi, business e interazione tra colleghi. Se infatti nel 2019 solo il 28% della forza lavoro europea lavorava da remoto, nel 2020 si è arrivati al 72%. A tendere, da qui al 2025, si assisterà ad un ritorno progressivo in ufficio ma oltre il 50% delle realtà manterrà lo smart working.

Smart working in Europa
L’adozione dello Smart working in Europa

“Su queste basi, i modelli di lavoro remoto diventano la norma e si arriva ad un modo ibrido di lavorarecommenta Patano -. Il workspace fisico diventa sempre più intelligente e interconnesso, si selezionano gli strumenti per la collaborazione andando a favorire le attività online verso un modello di intelligent digital workspace, un ambiente di lavoro dove sfruttare tecnologie di advanced analytic per una maggiore personalizzazione e sicurezza e per aumentare la produttività con strumenti agili e flessibili che consentano alla forza lavoro ibrida un accesso uniforme alle risorse digitali”.

In prospettiva, dunque, i modelli di delivery di servizi IT, sempre più cloud-based, interessano tutta l’infrastruttura informatica, con una forte spinta verso l’automazione, fino allo sviluppo delle task App per gestire singoli compiti. La customer experience rimane l’obiettivo di ogni impresa, ma sempre maggiore attenzione è e sarà sempre più posta all’employee experience dando altrettanto peso all’individuo.

Come il Covid-19 ha impattato sulle strategie IT
Come il Covid-19 ha impattato sulle strategie IT – Fonte Idc

La stampa evolve, e anche Canon

In questo scenario, sul fronte del printing, si passa da una strategia di consolidamento dell’infrastruttura e dall’estrema centralizzazione ad una maggiore distribuzione, con la creazione di micro isole di stampa e all’abilitazione della stampa da remoto per favorire i lavoratori da casa.

Anche per quanto riguarda la gestione documentale e l’infrastruttura di stampa si arriva ad un bilanciamento, un mix tra documenti cartacei e digitali. Nonostante l’accelerazione della transizione verso il digitale, rimane tuttavia un sostanziale equilibrio tra il prima e il dopo la pandemia; Idc segnala che oltre il 60% delle aziende torneranno a stampare come in passato ma concentrandosi su prodotti di elevata qualità.

I processi di stampa
Fonte Idc

“Oggi le imprese stanno affrontando uno dei più grandi cambiamenti del comportamento lavorativo – interviene Pierluigi Fioretti, document solutions sales head di Canon Italia -. I tradizionali uffici esecutivi lasciano il posto a modalità di lavoro collaborative e flessibili, abilitate dalla tecnologia che permette di far evolvere lo spazio di lavoro. Nessun cambiamento è mai stato così profondo e ciò che prima era considerato non urgente nella gestione dei documenti assume oggi un’assoluta rilevanza per assicurare accesso semplice ai documenti. Oggi occorre ripensare gli ambienti e gli strumenti per mantenere costante la produttività; le imprese devono ridisegnare interamente i processi di lavoro all’interno del new way of working e disporre di soluzioni integrate in grado di garantire un’esperienza di gestione del documento e delle informazioni in esso contenuti senza soluzione di continuità né nel tempo né nello spazio”.

Facendo leva sul concetto della workspace collaboration, un ecosistema di soluzioni e di servizi di stampa integrati, Canon supporta i clienti per trasformare concretamente i processi documentali puntando sulla personalizzazione.

Pierluigi Fioretti, document solutions sales head di Canon Italia
Pierluigi Fioretti, document solutions sales head di Canon Italia

“La mission di Canon – prosegue Fioretti – è di contribuire in maniera tangibile attraverso una strategia che poggia su tre macro-pilastri. Il primo è lo il sviluppo del settore pubblico che sarà protagonista di un forte impulso nei prossimi anni, per esprimere la nostra value proposition verso un mercato che ha le stesse esigenze di un’azienda privata e che ha già intrapreso il cammino della digitalizzazione per produrre servizi a valore. La seconda leva è quella di aumentare la sinergia con i system integrator per offrire servizi e soluzioni ancora più verticali e integrate moltiplicando i benefici per i clienti finali. Il terzo focus è sull’hybrid workspace per supportare le aziende ad ottimizzare i processi documentali dei clienti integrando cartaceo e digitale attraverso tecnologie innovative ad hoc”.

La voce delle aziende

Vincenzo Cammarata, global client executive partner di Atos Italia
Vincenzo Cammarata, global client executive partner di Atos Italia

“Il printing è una componente dei servizi di Atos che ci vede collaborare sul mercato con Canon sulla base di una strategia e di una cultura perfettamente compatibili, ovvero votate alla digitalizzazione ma anche alla decarbonizzazione con un’attenzione particolare all’ambiente – spiega Vincenzo Cammarata, global client executive partner di Atos Italia -. Oggi tutte le grandi aziende devono guardare all’Esg (Environmental, Social and Governance) e alla sostenibilità come fattore competitivo. La seconda questione che ci accomuna è tecnologica e riguarda l’employee experience. Esattamente come ci preoccupiamo del cliente esterno dobbiamo dare al lavoratore il supporto fondamentale per ridurre lo stress e migliorare il clima aziendale. Bisogna semplificare il modo di lavorare delle persone e orientare il cliente anche in termini di best practice. I grandi clienti hanno bisogno di essere assistiti sul piano globale in modo standardizzato. Nel gestire i servizi di workplace manangement Canon è per noi di grande ausilio perché ha una value chain molto chiara; sappiamo bene dove finisce l’attività specifica di Canon e dove interviene poi Atos per completare le attività da svolgere”. 

Enrico Gori, engagement & development manager di Kuwait Petroleum Italia
Enrico Gori, engagement & development manager di Kuwait Petroleum Italia

Enrico Gori, engagement & development manager di Kuwait Petroleum Italia, racconta l’esperienza che ha portato l’azienda ad un veloce processo di digitalizzazione verso la dematerializzazione, grazie anche al supporto di Canon. Approfittando del trasloco, Q8 è stata infatti in grado di ridurre da 3 kilometri lineari a 1 km la carta relativa ai faldoni“Abbiamo gestito il cambiamento attraverso il combinato della tecnologia, degli spazi ma soprattutto dei comportamenti. Dietro tutti i processi c’è un lavoro di reskill comportamentale massiccio verso le nuove frontiere del lavoro. Un processo che in Q8 è iniziato sei anni fa attraverso l’acquisizione di tecnologie innovative e scelte strutturali ma anche puntando sull’esperienza umana. Il combinato tra tecnologia e comportamento è infatti il vero paradigma da affrontare oggi”.

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