La sostenibilità è ormai un imperativo per qualsiasi azienda. Intorno a questo tema si sviluppa il dibattito tra i partecipanti alla prima tavola rotonda del ciclo dedicato alla Sostenibilità Digitale promosso da NetConsulting cube, in partnership con TIM e Google Cloud, con l’obiettivo di confrontarsi su come le aziende stanno approcciando il tema della sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, e qual è il ruolo delle tecnologie digitali. Un’occasione di condivisione e confronto tra fornitori e aziende utenti, un incontro “tra chi opera sul mercato della sostenibilità e chi gestisce il patrimonio digitale per le aziende”, lo definisce Emanuela Teruzzi, direttore responsabile di Inno3 e moderatore della prima parte della roundtable.
La sostenibilità vista dai fornitori di tecnologie
“Abbiamo individuato 3 aree prioritarie d’intervento in cui TIM può agire con impatti sulla sostenibilità – esordisce Maria Enrica Danese, Responsabile Sustainability Projects & Institutional Digital Channels di TIM – presentando la visione della sostenibilità del Gruppo TIM:
- il digitale è per tutti: TIM vuole che tutti possano cogliere le opportunità per una vita migliore offerta dal digitale e per questo è impegnata nel superare il digital divide in tutto il Paese, diffondere competenze digitali, garantire la sicurezza dei dati e proteggere i minori, soddisfare i clienti e tutelare i loro diritti, contribuire a cause solidali per la comunità, rinnovare le competenze interne e garantire la gender equality;
- la tecnologia è responsabile: TIM è impegnata a sviluppare tecnologie in grado di favorire comportamenti e stili di vita sostenibili. Per fare questo, sviluppa smart services in grado di far evolvere il modo di vivere, lavorare, spostarsi, curarsi e offre servizi e prodotti per ridurre l’impatto ambientale;
- il pianeta è protetto: TIM vuole contribuire a creare un’economia circolare e raggiungere le emissioni zero. In questa ottica, lavora per estendere la vita utile dei prodotti, aumentare la quota di energia rinnovabile, rinnovare infrastrutture e data center riducendo l’impatto ambientale.
Per traguardare uno sviluppo sostenibile, l’operatore individua nel suo Piano Strategico per il 2025 tre target fortemente connessi all’utilizzo delle risorse: un aumento dell’ecoefficienza del 50%, un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e una riduzione delle emissioni indirette del 70%.
Si aggancia ai temi Mattia Poretti, Customer Engineering Manager Google Cloud, che spiega come la sostenibilità sia centrale per Google: “Google Cloud è nata per portare l’innovazione tecnologica alle aziende, nell’ottica di una trasformazione digitale che incorpora la cultura di sostenibilità presente in Google. Queste due anime possono essere poste al servizio dei nostri clienti per supportarli nel loro percorso di sostenibilità tecnologica”.
Già dal 2017 Google utilizza per i suoi datacenter solo energie rinnovabili, arrivando ad ottimizzare l’utilizzo di energia con un indicatore PUE (Power Usage Effectiveness) di 1,1, un valore eccellente rispetto ad un datacenter classico che solitamente presenta un coefficiente di almeno il doppio. Per ridurre i consumi di energia, Google utilizza tecnologie di raffreddamento basate su modelli di machine learning che permettono all’azienda di conseguire una riduzione del 40% dell’energia necessaria al raffreddamento dei data center. Nel tempo Google ha esteso il concetto di sostenibilità anche agli uffici, realizzando spazi di lavoro sostenibili, con l’obiettivo per il 2030 di diventare completamente carbon free, utilizzando energie rinnovabili per qualunque tipo di servizio Google.
Le esperienze virtuose delle aziende
Protagonisti della seconda parte della tavola rotonda, moderata da Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting cube, sono invece i Cio di due grandi aziende italiane che condividono con i partecipanti la loro visione ed esperienza relativamente al tema della sostenibilità.
Un tema strategico per Eni, che sta affrontando una transizione energetica con una riconversione dell’intera filiera, come racconta Dario Pagani, EVP Global Digital & IT di Eni. “Stiamo pensando di rivedere completamente il modo in cui facciamo Ricerca e Sviluppo, in ottica più agile, collaborativa, sfruttando le capacità offerte dal digitale nella simulazione di scenari, ad esempio sviluppando digital twin di alcune idee che possono essere sperimentate senza realizzare prototipi fisici”.
Centrale nell’intervento di Pagani è il tema dei dati: “Il digitale mette a disposizione una grande capacità elaborativa. Attraverso l’intelligenza artificiale possiamo dare valore al patrimonio di dati che abbiamo ed essere maggiormente collaborativi. E proprio nella consapevolezza che la sostenibilità è un tema collaborativo, abbiamo lanciato a marzo Open-es, una piattaforma digitale dedicata alla sostenibilità nelle filiere industriali e aperta a tutte le realtà impegnate nel percorso di transizione energetica.”
La piattaforma – frutto della partnership tra Eni, Boston Consulting Group (BCG) e Google Cloud – è il risultato di un percorso intrapreso da Eni in ambito sostenibilità che punta ad integrare tutti gli attori della filiera: “in quest’ottica è stata realizzata una piattaforma che si ispira ai principi ESG per premiare i fornitori che operano in maniera virtuosa dal punto di vista della sostenibilità. Volevamo una piattaforma che fosse aperta a tutti e che permettesse anche alle piccole imprese di approcciare il tema della sostenibilità”. Oggi hanno già aderito ad Open-es oltre 2.000 aziende del parco fornitori di Eni.
Il confronto prosegue con la visione della sostenibilità in Banca Popolare di Sondrio, dove rappresenta un tema sfaccettato che presenta diverse declinazioni: “la sostenibilità per noi riguarda il sociale, avendo come banca l’obbligo dell’inclusione finanziaria, ma anche gli investimenti sostenibili che eroghiamo ai nostri clienti per investire in società che abbiano dei rating di natura ESG”, spiega Milo Gusmeroli, Vicedirettore Generale e Cio di Banca Popolare di Sondrio.
Altri temi correlati alla sostenibilità nel mondo bancario riguardano i concetti di valutazione della sostenibilità di chi riceve i finanziamenti entrati nei modelli di erogazione creditizia bancari e l’obbligo di misurazione per le banche anche dei rischi ESG.
Ma come si correlano digitale e sostenibilità? Gusmeroli declina la Sostenibilità Digitale in quattro ambiti: “le infrastrutture, il data sharing, l’interoperabilità e l’usabilità delle tecnologie digitali, la modernizzazione di processo e di prodotto abilitata dal digitale”.
Il confronto, a porte chiuse, alza l’attenzione sul governo della sostenibilità e proseguirà nel prossimo incontro fissato per il 28 settembre, che allargherà la community ad altri Cio.
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