Sono i clienti che animano con le loro testimonianze dirette l’Appian Europe 2021, sempre in modalità digitale dallo scoppio della pandemia, aperto dal Paul Maguire, senior vice president, Emea & Apac di Appian. In una Europa che quest’anno ha reagito con progetti di trasformazione importanti di automazione dei processi e di change management che inevitabilmente le aziende hanno dovuto affrontare.
Dall’Italia sul palco virtuale dei keynote non solo Silvia Fossati che ha ora una responsabilità europea dopo aver avviato negli scorsi anni la filiale italiana (vice president Southern Europe) ma anche Luigi Migliaccio, group chief customer operations officer di Poste Italiane, che ha disegnato un processo di trasformazione digitale con un impatto organizzativo importante, sia interno sia verso i clienti, guadagnando in agilità (dal vecchio mainframe alla nuova metodologia agile) e in produttività.
Ma è il Ceo e fondatore di Appian, Matt Calkins, a declinare per il mercato europeo quegli annunci che erano stati al centro di Appian World lo scorso maggio, arricchendoli oggi con nuove funzionalità ma anche con nuove strategie societarie a valle di acquisizioni che allargano il perimetro di Appian.
Di fondo la strategia dell’azienda rimane quella di sempre, aiutare le aziende a sviluppare applicazioni e a gestire workflow con un unico flusso di lavoro grazie alla piattaforma di automazione low code. Andando a migliorare aspetti che impattano sulla organizzazione aziendale, sulla gestione dei clienti, sulla loro soddisfazione, sulla parte di gestione dei rischi e di compliance alle normative, combinando persone, tecnologie e dati in un unico flusso di lavoro.
“Tre sono i pilastri che guidano la nostra strategia – puntualizza Calkins -: discover, design, automate per aiutare le aziende a creare dei processi di business end to end. A questi si affianca il monitoraggio continuo di dati e soluzioni. Abbiamo visto come il ruolo dei dipartimento IT sia cambiato in questo anno di pandemia e oggi sia più propositivo rispetto al periodo pre-Covid. La nostra proposta di una piattaforma di sviluppo low code unificata facile da usare e implementare, che parte sempre dai dati aziendali spesso complicati da gestire, garantisce uno sviluppo veloce e migliori performance, così da essere di supporto anche ai Cio”.
I dati low-code, già parte della strategia recente di Appian, rispondono al problema dell’integrazione dei dati che in azienda richiederebbe una serie di competenze relative ai database: invece, l’architettura di dati low-code rimodella in modo intelligente i dati supportando i clienti, ottimizzando automaticamente i set di dati, senza costringere lo sviluppatore a scrivere codice o ad occuparsi della programmazione dei database.
Process mining integrato
Con la recente acquisizione di Lana Labs entrano nella proposta di Appian anche le competenze di process mining. L’azienda porta in dote esperienza nei processi aziendali complessi e con Lana – la soluzione di process mining proprietaria – grazie a AI e machine learning garantisce l’analisi dei processi complessi partendo da integrazione dei dati e dalla facilità d’uso.
Così come nella logica di Appian, importante è il punto di partenza: il dato pulito e consolidato, che aiuta le aziende a concentrarsi maggiormente sull’analisi dei processi. Se da una parte Lana permette di identificare i processi inefficienti dall’altra Appian consente di automatizzare i workflow. “Ora l’acquisizione permetterà di unire questi due aspetti per velocizzare il deployment di nuove applicazioni e completare il ciclo di vita della piattaforma low code: in un processo di continuo miglioramento – precisa il Ceo -. Le informazioni ricavate dall’analisi dei processi possono essere utilizzate per implementare applicazioni mission-critical con la piattaforma Appian: il risultato può essere un’ottimizzazione dei processi fruibile e continua con persone, sistemi e dati unificati nello stesso workflow con l’aggiunta del data mining nativo”. Di fatto esiste una sinergia naturale tra process mining, modellazione dei processi e automazione.
Target, aziende enterprise
Torna Calkins sull’obiettivo dell’azienda che guarda ai clienti di fascia enterprise da guidare con la seguente proposta: gestione dei processi complessi grazie all’integrazione del process mining nella piattaforma di applicazioni low code per una rapida automazione degli insight (1), flessibilità e scalabilità della piattaforma (2), facilità d’uso anche per utenti non tecnici grazie ai dati pre elaborati a disposizione degli utenti aziendali (3) e infine la soddisfazione dei clienti (4).
Rispondono a questi impegni da una parte il nuovo Appian Portal, attualmente in beta, con una interfaccia rinnovata che permette a utenti e partner di essere tra loro connessi e di sviluppare in modo più veloce le applicazioni con un livello maggiore di prevedibilità. Dall’altra la nuova versione della piattaforma di Automazione Low-Code di Appian con importanti miglioramenti relativi a dati low-code, funzionalità di automazione, creazione di interfacce utente e distribuzione delle applicazioni.
La nuova release sfrutta la sincronizzazione dei dati per creare le applicazioni più velocemente, permette di accedere a un maggior numero di dati senza sacrificare le prestazioni, aumenta il livello di sicurezza nelle correlazioni tra dati stessi, genera automaticamente processi aziendali direttamente dai record, con la possibilità di progettare interfacce utenti più intuitive in tempi veloci. “L’architettura di dati low-code di Appian è rivoluzionaria nel definire il modo in cui gli sviluppatori lavorano con i dati aziendali per creare rapidamente applicazioni – precisa Malcolm Ross, vice president Product Strategy & Deputy Cto di Appian -. Stiamo rafforzando la promessa low-code di Appian: nella creazione di app con Appian ci si deve aspettare di velocizzare di 10 volte i tempi di sviluppo, ridurre i costi di manutenzione del 50% e ottenere funzionalità superiori rispetto allo sviluppo tradizionale”.
Automazione e change management
L’impiego della soluzione Appian in Poste Italiane è stata voluta per ottimizzare il processo di back office grazie all’automazione di molte attività che hanno permesso di alleggerire il lavoro manuale pur mantenendo un approccio legato alla persona. Un progetto di automazione e nello stesso di digitalizzazione che supporta il programma Digital Desk per garantire una migliore efficienza ai 3.400 impiegati nelle attività di back office, con ottimizzazione dei processi e organizzazione più agile. “Ricercavamo una soluzione che ci permettesse di approcciare un processo di modernizzazione, di incrementare la produttività delle nostre persone, di ridurre le attività ripetitive di back office e le operazioni manuali – precisa Luigi Migliaccio, Group chief customer operations officer di Poste Italiane, in un panel guidato da Silvia Fossati – a vantaggio di una maggiore produttività che non richiedeva più la gestione complessa legata al mainframe e alla frammentazione dei processi. “All’inizio le persone erano soprese che i tempi di lavoro si fossero accorciati e che la produttività fosse aumentata: dal fare inizialmente il doppio controllo per ogni operazione come erano abituati nel mondo mainframe sono passate a eliminare il doppio passaggio man mano che è aumentata la confidenza con la nuova procedura più agile.”
E continua: “E’ un viaggio quello intrapreso, un “business journey” non semplicemente un “Digital transformation journey”: l’ambizione è quella di poter reagire in real time agli eventi, semplificando anche il processo di accounting e la gestione dei clienti. Siamo partiti dall’automatizzare del back office, dal rinnovamento interno, ma l’ambizione è quella di estendere anche ai clienti i benefici dei nuovi processi, oltre l’azienda. Ma questo richiede una responsabilità orizzontale su tutti i processi, presi in carico end to end, e necessita soprattutto un cambio di mentalità, un change management che deve andare di pari passo con la trasformazione tecnologica”. L’impatto nelle aziende dell’adozione di una metodologia agile per guidare la trasformazione digitale si fa sentire, richiede una nuova fiducia nella tecnologia ma anche la voglia di sparigliare le carte.
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