La divisione ricerca e sviluppo di Ericsson è operativa in Italia dal 1978 (43 anni fa). Solo per ricordare alcune tappe fondamentali, nel 2013, la tecnologia ottica italiana fu protagonista in Australia della trasmissione dati a 1 terabit al secondo, e ha poi lavorato anche all’integrazione del grafene nei circuiti fotonici per sfruttare appieno le caratteristiche trasmissive di questo materiale performante ed ecologico e aprire la strada al 6G e all’Internet dei sensi.
Di fatto i centri di Genova, Pisa e Pagani sono considerati eccellenze a livello globale; oggi non lavorano solo allo sviluppo ed all’evoluzione delle tecnologie 5G, ma anche a soluzioni innovative per lo smart manufacturing, i trasporti smart, l’e-health, la cybersecurity e l’efficienza energetica. Di fatto alle tecnologie necessarie per la transizione digitale ed ecologica del Paese. In questi giorni l’R&D di Ericsson taglia il traguardo di 750 brevetti concessi negli ultimi 20 anni. Significa la registrazione di un brevetto ogni dieci giorni negli ultimi 20 anni.
Oggi i brevetti dei ricercatori italiani contribuiscono allo sviluppo dei portafogli networks e digital services; dal nostro Paese nascono soluzioni hardware e software utilizzate poi dai principali operatori mobili e scelte per la compattezza, la bassa latenza e la gestibilità delle reti consentite. Entriamo nei dettagli per capire come lavorano i centri ed i relativi vantaggi: all’interno dei tre centri di Genova, Pisa e Pagani, sono operativi gli Innovation Garage, veri e propri ecosistemi di innovazione, aperti a studenti, startup, imprese e PA del territorio nonché “palestra tecnologica” per i ricercatori Ericsson. Alcuni risultati dei progetti di ricerca realizzati durante l’ultimo anno sono stati presentati in occasione dell’Ericsson R&D Day, giunto alla sua decima edizione, che ha visto la partecipazione e il contributo di circa 700 ricercatori.
”Ricerca e innovazione devono tornare al centro del dibattito strategico sulle sfide e priorità dell’Italia, in quanto leve fondamentali per guidare la ripresa post-Covid, accelerare la transizione ecologica e colmare il ritardo digitale presente in alcune aree del Paese – spiega Alessandro Pane, direttore Ricerca e Sviluppo di Ericsson in Italia –. Servono politiche pubbliche mirate a favorire lo sviluppo di settori ad alta tecnologia e la nascita di ecosistemi di livello internazionale, capaci di attrarre e far crescere talenti e di competere con le migliori realtà straniere. I centri di Genova, Pagani e Pisa sono esempi tangibili di quello che abbiamo realizzato nel corso del tempo, facendo evolvere le nostre competenze attraverso un approccio orientato all’apertura e all’inclusione verso università, imprese e altri enti di ricerca”.
Ericsson, i progetti sul campo
Intanto non manca all’appello lo sviluppo di una serie di progetti concreti che vale la pena ricordare. Per esempio, a vantaggio di minori, famiglie e per l’inclusione, si collocano i progetti Storytellers e a supporto di Tam Tam Basketball.
Il primo è un servizio di lettura a distanza. Il bambino prende in prestito dalla biblioteca una Storybell, si tratta di un robot a forma di campana, da far suonare quando desidera ascoltare una storia. In questo modo una telefonata viene indirizzata ai lettori disponibili, fino a quando il primo risponde e diventa lo “storyteller” di quel bambino, per quella lettura. Ha ricevuto fondi dal progetto europeo Designscapes per lo sviluppo dell’idea e la prototipazione questo progetto che mira a supportare le relazioni intergenerazionali ed Ericsson partecipa al progetto Storytellers nella fase post-pilota, con interventi nell’architettura hardware e software per consentire alla campana di connettersi sfruttando gli standard dell’ambiente IoT.
Il secondo esempio, Tam Tam Basketball, si lega all’opera dell’associazione no-profit, formata da figli di immigrati nati in Italia ma privi di cittadinanza. Si tratta di un’associazione dilettantistica sportiva, di Castel Volturno, gestita dall’ex campione Massimo Antonelli. Il ruolo della tecnologia, in questo caso, è legato all’utilizzo degli analytics ed alla trasmissione dei dati su rete cellulare per rilevare i principali parametri fisiologici dei giocatori, così come i dati relativi ai movimenti, alla postura e ai tiri a canestro. Una pettorina dotata di sensori e videocamere ad alta definizione rileva i dati che vengono trasmessi a un’infrastruttura edge cloud tramite rete 5G, quindi processati e visualizzati in una dashboard che permette ai giocatori di monitorare le proprie prestazioni e migliorarsi costantemente.
Più legato ad una pratica “sperimentale”, invece, l’idea di orchestra itinerante nell’ambito del progetto 5G-Tours finanziato dall’UE. Musicisti e attori si sono esibiti da punti diversi della città di Torino, tra cui Palazzo Madama e Piazza Castello, e hanno dato vita ad una esibizione artistica sincronizzata. Il ruolo della rete 5G in questo caso è garantire in modo costante alte velocità e basse latenze, per una trasmissione contemporanea di diversi flussi video in alta definizione dalle videocamere alla regia centrale. Per esempio, a Palazzo Madama, patrimonio dell’Unesco, è stata assicurata copertura 5G attraverso una progettazione personalizzata e con apparati non invasivi, coprendo tutta l’area museale senza impatti estetici.
In ultimo, forse tra i progetti più interessanti, il sistema di monitoraggio delle infrastrutture stradali attraverso i droni 5G. Il progetto, finanziato dal Mise, prevede l’utilizzo dei droni equipaggiati con il 5G per verificare strade e ponti e raccogliere informazioni (per esempio sulla viabilità punto a punto). Il caso d’uso specifico sfrutta le caratteristiche di bassa latenza ed elevata capacità di trasmissione di video HD di una rete 5G commerciale e avanzati algoritmi per l’intelligenza artificiale.
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