“Stiamo vivendo un momento di trasformazione nelle abitudini di acquisto e nei mezzi di pagamento utilizzati dalla popolazione italiana “bancarizzata”, che sta progressivamente abbandonando il contante e adottando nuovi sistemi digitali e diversificati”, così Adriano Gerardelli, responsabile del mercato dei servizi finanziari di Minsait in Italia, commenta in sintesi i risultati del Minsait Payments Report. La ricerca, prodotta in collaborazione con Analistas Financieros Internacionales (Afi), raccoglie i risultati di 4.800 interviste realizzate con clienti bancari in Italia (400), Spagna, Portogallo, Regno Unito e America Latina e le opinioni di 225 dirigenti ed esperti del settore.
Non mancano i rilievi che confermano anche come preferenze degli italiani e preferenze di commercianti e gestori dei servizi non coincidano poi tanto quanto si potrebbe pensare.
Per esempio, il 54,2% dei clienti bancari in Italia smetterebbe di usare il contante se potesse effettuare tutti i pagamenti con un mezzo di pagamento alternativo, una preferenza che però non viene considerata dagli esercenti che in diversi casi continuano a richiedere il pagamento in contanti.
E l’Italia, insieme alla Spagna, conta infatti la più alta percentuale di restrizioni all’uso di mezzi di pagamento alternativi al contante nei piccoli negozi, bar e ristoranti. Un dato che andrebbe probabilmente messo in relazione con l’alta percentuale di evasione fiscale che caratterizza il nostro Paese, ma non certo i redditi da lavoro dipendente. E così, mentre secondo il rapporto l’Italia risulta il Paese europeo più disposto ad abbandonare il cash si caratterizza però anche come il Paese che continua a richiedere contanti per pagare servizi che in altri Paesi europei possono già essere pagati con mezzi alternativi.
Si pensi per esempio anche ad alcune autostrade e alle stazioni di servizio, dove rispettivamente il 13% e il 12,8% della popolazione intervistata ha dovuto usare contanti nel 2021, mentre dichiara di aver dovuto pagare in contanti per servizi pubblici come i trasporti il 27,5% del campione o per gestioni con le pubbliche amministrazioni come tasse, multe e imposte, il 12,8%.
Non mancano tuttavia nel report i rilievi che fanno ben sperare riguardo il calo nell’utilizzo del contante, come vorrebbe la maggior parte degli intervistati.
E’ in fase di consolidamento la tendenza tra i diversi sistemi di pagamento (iniziata dal 2020) con le banche come “principali gestori di pagamenti, anche se nuovi operatori, fintech e neobank stanno iniziando a prendere posizioni rilevanti nel settore, che sono destinate ad aumentare con la crescita della fiducia e della volontà di condividere i dati da parte dei cittadini”, specifica Gerardelli.
E anche se l’uso del contante resta elevato, l’utilizzo delle carte di debito/credito mantiene la sua preminenza, mentre la percentuale della popolazione che utilizza mezzi di pagamento digitali alternativi continua a crescere, soprattutto quella di chi utilizza gli smartphone per i trasferimenti, i pagamenti nei negozi fisici e per lo shopping online. Cresce in tutti i Paesi, compreso il nostro, al punto da considerare come questo dispositivo potrebbe diventare il portafoglio, lo strumento di pagamento e il canale attraverso il quale verranno effettuati gli acquisti.
I numeri: carte di debito/credito sono preferite dal 53% degli italiani. L’uso delle carte di credito e di debito in Italia è in leggero aumento. L’85,9% della popolazione intervistata ha dichiarato nel 2021 di avere una carta di debito, rispetto all’84,5% del 2020; e il 58,9% di averne una di credito, rispetto al 57,3% dell’anno precedente. Mentre è diminuito l’uso delle carte prepagate (66,8% nel 2021 vs. 75,3% nel 2020). In Italia si utilizzano maggiormente le carte di credito per acquisti di alto valore (63%) ed il Paese è il secondo dietro alla Spagna nell’uso delle carte di credito per prelevare contanti dai bancomat (44,1%).
Appena il 19,3% predilige i contenti, ma è interessante il dato secondo cui un buon 10,1% sceglie i wallet come sistema di pagamento preferito. Sono sistemi di pagamento elettronico che consentono ai consumatori di effettuare acquisti online e all’interno di negozi fisici, da dispositivo mobile e da computer, senza “esporre” le proprie informazioni personali e i riferimenti di pagamento conservati, appunto, su una piattaforma separata (per esempio Paypal e Google Wallet). Addirittura l’Italia è il Paese dove è stato più utilizzato come mezzo di pagamento nell’ultimo mese (33,7%) e dove la maggior parte dei clienti bancari lo utilizza come principale mezzo di pagamento (7,7%). Al contrario sembrano non essere preferiti i sistemi di pagamento basati su app peer to peer. E gli italiani per questa modalità, con il 21,5%, hanno una delle percentuali più basse tra i Paesi europei (in Spagna questa percentuale è del 57%, per esempio).
La fiducia nella sicurezza delle transazioni “digitali”, nelle diverse forme, si evince anche dall’approccio agli acquisti online, durante i momenti più critici della pandemia scelta quasi obbligata. Nel 2021 l’e-commerce è rimasto a livelli simili a quelli del 2020, apprezzato dagli italiani che nel 66,1% dei casi dichiarano di fare acquisti online almeno una volta al mese (68,6% nel 2020), mentre il 22,5% ha dichiarato di fare acquisti online almeno ogni tre mesi (23% nel 2020). Solo lo 0,8% dichiara di non fare mai acquisti online. A fronte di queste preferenze il 71,8% degli italiani intervistati utilizza l’autenticazione a due fattori per gli acquisti online, con il metodo preferito che prevede l’uso di un Pin o di una password e la ricezione di un codice via Sms.
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