Le aziende lavorano ai progetti di trasformazione digitale secondo diversi livelli di maturità. Lo evidenzia Boston Consulting Group (BCG) in una ricerca specifica dal titolo The Keys to Scaling Digital Value, commissionata da Google, cui facciamo esteso riferimento in un contributo dedicato. L’analisi risulta interessante perché offre una serie di spunti chiave sui passaggi che le aziende, nei diversi verticali, devono tenere presenti per progredire nei percorsi di trasformazione digitale con il cloud. In particolare sono considerati i verticali: telco, financial services, manufacturing, l’industria dei prodotti di consumo, il retail.
Ogni comparto evidentemente mostra tratti specifici ma è sottolineato dall’indagine BCG come la capacità di fare leva sul digitale per crescere ed il percorso per diventare “digital leader” sta determinando di fatto la scomparsa di specifiche differenze per i vari verticali.
La maggior parte delle aziende oggi ha a disposizione e può scegliere tra le medesime architetture tecnologiche e può utilizzare soluzioni trasversali opportunamente customizzate a seconda dei settori. La sfida, più che altro, si gioca proprio sulla capacità di mettere a valore gli asset, scalare, acquisire il vantaggio competitivo necessario dato anche dalla capacità di riuscire a modificare e rendere fluidi i processi.
Cinque sono i passaggi chiave che Google Cloud, sulla scorta dei rilievi della ricerca BCG, individua come caratterizzanti per un percorso di trasformazione digitale abilitante: la capacità di rendere accessibili dati di qualità a tutti (1); la scelta di architetture multicloud aperte, flessibili e sostenibili (2), lavorare sulla sicurezza del dato e sulla gestione del rischio che sono da ritenere una priorità (3); puntare a formare una forza lavoro qualificata e competente così da cogliere i vantaggi del digitale (4); ed ultimo, ma non meno importante la piena collaborazione tra i componenti della C-suite (5). Percorsi che Google Cloud si impegna a facilitare anche grazie al lancio delle Cloud Region italiane di Google Cloud il 15 giugno 2022.
Dati di qualità disponibili a tutti
La capacità di gestire, accedere, e sfruttare dati di qualità è tra i fattori più importanti per riuscire a mettere a terra i progetti ed attivarsi sulle nuove iniziative. Vale nell’ambito finance, dove in particolare la possibilità di interscambiare i dati con partner finanziari, aziende e i clienti è strategico, ma vale per ogni verticale che, sulla base dei dati, può attivare nuovi servizi (retail, telco e consumer product goods), così come può ottimizzare i processi e le supply chain (come nel caso del manufacturing).
Eppure, pur a fronte di una grande disponibilità di dati, poche sono le aziende in grado davvero di sfruttarli. Nella maggior parte dei casi si parla, infatti, di informazioni ancora bloccate all’interno di sistemi legacy, mentre accomuna i leader digitali la capacità di saper puntare su infrastrutture dati che poggiano su piattaforme self-service così da poter “agganciare” nuove fonti di informazioni in modo rapido e i sistemi dei partner.
Si tratta di disporre di repository in cloud, ma anche di team interfunzionali competenti così da supervisionare qualità, validità e accessibilità al dato. Riuscire a sfruttare i dati in pipeline abilitate end-to-end consentirà, per esempio, anche di alimentare i modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale che generano preziose informazioni e guidano il processo decisionale strategico .
Ecco che proprio per questi scopi le soluzioni Google Cloud sono in grado di offrire accesso unificato e dati contestualizzati provenienti da tutti gli asset aziendali e da processi disparati, insieme a soluzioni di intelligenza artificiale specifiche che possono essere utilizzate dai team per ottimizzare le operazioni di produzione, nel caso del manifatturiero, così come per indirizzare le iniziative per migliorare customer care e customer experience, o formulare nuovi servizi (per esempio nell’ambito telco e utilities), sfruttando i set di dati storici in modo virtuoso. Con l’utilizzo di BigQuery, il data warehouse serverless di Google Cloud, è poi possibile eseguire analisi avanzate e creare esperienze clienti migliori, proteggendo al contempo i dati alla base.
Il cloud computing, architettura indispensabile
La centralità e l’importanza del cloud sono evidenti. Tutti i settori stanno scegliendo di scalare le proprie soluzioni sfruttando le potenzialità del cloud, in particolare le aziende si indirizzano verso le scelte multicloud, conciliando l’utilizzo di risorse anche on-premise con i vantaggi offerti dal cloud pubblico. Un approccio multicloud consente di eseguire i carichi di lavoro dove è necessario e di sfruttare i diversi punti di forza delle piattaforme per massimizzare l’agilità, la flessibilità e l’innovazione, il tutto senza perdere il controllo sui costi.
Certo, a seconda dei verticali e delle specificità del business, è importante approcciare progetti di migrazione in cloud mirati, fare leva sulle architetture modulari a più livelli, ed acquisire consapevolezza sui vantaggi offerti dall’integrazione dei microservizi grazie alle Api. Le aziende in questa fase sono impegnate ad individuare quali applicazioni del panorama aziendale migrare in cloud, ma un aspetto che differenzia i digital leader dai “ritardatari” è proprio che i secondi migrano le applicazioni a fine vita dello stack tecnologico piuttosto che concentrarsi sui servizi basati su cloud che aiuteranno a raggiungere gli obiettivi aziendali. E questo non fa che aggravare ulteriormente il gap.
In particolare, la ricerca BCG sottolinea come – rilievo trasversale a tutte le industry – la maggior parte dei digital leader guarda con attenzione allo sviluppo di soluzioni cloud-native, a livelli; punta quindi su architetture modulari (collegate tramite Api) proprio per poter sfruttare i vantaggi di un approccio multicloud.
Serve intraprendere una serie di azioni da una parte per modernizzare le applicazioni già esistenti, e cercare (soprattutto nell’ambito manufacturing) di lavorare in modo che le nuove applicazioni portino gli stessi guadagni sia on-premise, sia in cloud. La nuvola di Google a questo proposito porta vantaggi anche per quanto riguarda le possibilità di migliorare i processi produttivi sfruttando l’AI (per esempio con Google Cloud Visual Inspection AI), e una serie di altri strumenti per indirizzare nei contesti telco, retail, finance il tema della customer experience, offrendo piattaforme avanzate di interazione con i clienti ed i partner in cloud (basate sugli agenti virtuali). Ma anche gli strumenti previsionali di analisi e quelli indispensabili per determinare e contenere i costi e per ridurre l’impatto ambientale delle risorse IT in campo.
La sicurezza del dato al centro
In più punti abbiamo sottolineato il tema della protezione del dato, e il public cloud erroneamente è stato in passato indicato come “una sfida” in questo senso. Invece, proprio il bisogno di soddisfare la normativa in relazione alla privacy dei dati, vede i digital leader impegnati a cercare soluzioni in grado di assicurare la sicurezza. E la possibilità di identificare, prioritizzare, gestire il rischio in cloud è tra i maggiori driver per indirizzare la sfida della sicurezza e rappresenta un vero e proprio “game changer” nell’accelerare la trasformazione digitale, senza rinunciare a modernizzare i processi.
Quasi tutti i leader digitali, di tutti i settori (circa il 97%) sono in grado di affrontare il rischio con politiche, framework e strumenti ad hoc per proteggersi dalle minacce informatiche, rispetto a solo un terzo dei ritardatari. Il tema oggi è nell’agenda di questi board, che prediligono le architetture zero-trust integrate e basate su standard di sicurezza centralizzati e orientati al business per il cloud, mentre i ritardatari ancora si appoggiano sui programmi “legacy” che affrontano i problemi di cloud e sicurezza dei dati su base “individuale”, con i relativi rischi.
Google Cloud aiuta le aziende a difendere app e dati dalle attività fraudolente, mettendo a disposizione la medesima infrastruttura e la foundation per la sicurezza, utilizzate per le proprie operations. Significa poter disporre delle soluzioni aggiornate best-in-class, e poter sfruttare i framework zero-trust integrati con le soluzioni per la data protection, anche per quanto riguarda identity e asset management. Nei contesti più sensibili come i financial services, per esempio, le soluzioni Google Cloud permettono di proteggere i dati dei clienti anche attraverso strumenti di telemetria in grado di analizzare petabyte di dati in tempo reale, così da individuare i rischi in modo proattivo, prima che possano tramutarsi in minacce reali per le aziende.
Lavorare sulle competenze
Le aziende che intendono eccellere e riuscire a competere hanno bisogno di competenze qualificate a supporto della scalabilità digitale. In effetti, la ricerca BCG rileva che il successo della trasformazione digitale dipende proprio dall’avere a bordo le expertise necessarie e per averle sever riuscire ad attrarre i migliori talenti. Ma, oltre alle competenze, le aziende di tutti i verticali devono anche riuscire a promuovere un ambiente che consenta ai team di sfruttare al meglio il proprio talento e promuovere l’innovazione attraverso pratiche di sviluppo e collaborazione agili, considerando l’analisi dell’IA come un abilitatore fondamentale per la valorizzazione dei dati.
E’ necessario pertanto poter scalare in modo rapido ed efficace riorganizzandosi in team interfunzionali e quindi esternalizzando le capacità quando non si è in grado di disporre delle eccellenze in un determinato ambito. Ma serve anche offrire, a seconda dei verticali, le soluzioni più adatte per mettere a valore le competenze specifiche. L’approccio delle aziende più mature, per questo, fa leva sul cloud, sulle sue caratteristiche inclusive per quanto riguarda le possibilità di condivisione basate su una piattaforma unificata e standard. Poter contare su una piattaforma in cloud comune, per esempio per le attività di digital marketing, permette di valorizzare le competenze disponibili, ma anche attivarsi in tempi rapidi nella proposizione di campagne specifiche.
Purtroppo, oggi, ancora oltre un terzo delle aziende non adotta un approccio di questo tipo. Approccio che invece si rivela differenziante, specialmente in associazione con le soluzioni cloud già disponibili che consentono alle persone di lavorare connesse e di collaborare.
Puntare su team uniti, su reskill e upskill dei talenti, – a partire dalla disponibilità degli strumenti di Google Workspace (Gmail, Chat, Calendar, Drive, Docs, Sheets, Meet e tanti altri ancora), come anche di quelli per lo sviluppo di app no-code con AppSheet – aiuta la crescita di expertise condivise, preziose per tutti i verticali. Inoltre con Looker, come piattaforma enterprise per la BI e gli analytics è più facile rendere disponibili in modo trasversale ai team insight preziosi per indirizzare l’azione di business.
Con Looker, per esempio, è possibile offrire uno strumento prezioso di self-service analytics ai team di marketing (in ambito telco, retail e utilities) e, una volta individuato un insight, poterlo sfruttare per le comunicazioni di marketing attraverso le piattaforme come Google Ads, Braze, Marketo, etc.
C-Suite allineate
Siamo all’ultimo passaggio. Determinante per il successo di tutte le iniziative. I cambiamenti individuati come virtuosi da BCG ed indirizzati dall’offerta Google Cloud, richiedono l’allineamento della C-suite che è fondamentale. Circa il 72% dei leader digitali in tutti i settori dispone di una strategia condivisa da tutto il board con tutti i ruoli chiamati ad essere direttamente responsabili dei programmi di trasformazione.
La mentalità di crescita necessaria a guidare la trasformazione digitale in tutta l’azienda deve essere condivisa tra il board e con i team. Team non collegati e poco coesi riescono a realizzare progetti verticali, ma non a mettere a terra una strategia di trasformazione digitale completa che richiede una tabella di marcia comune e che tutti i dirigenti svolgano un ruolo proattivo nel sostenere gli sforzi digitali.
Le tecnologie in cui investono e i partner che scelgono per aiutarli nel percorso di trasformazione sono la chiave per trasformare la visione in realtà.
Non perdere il lancio delle Cloud Region italiane di Google Cloud il 15 giugno 2022
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