Le tecnologie di machine learning si rivelano preziose nell’indirizzare le scelte per  sostenere le sfide legate alla sostenibilità. Ed è questo un ambito in cui anche Google Cloud propone strumenti e approcci specifici, vòlti a consentire alle aziende di ottimizzare i consumi e ridurre l’impatto ambientale.

Per esempio con lo strumento di analisi dei dati Bigquery è possibile ottenere informazioni dettagliate sui dati sul consumo di energia in tempo reale e Bigquery è già utilizzato a questo scopo per esempio da Carrefour. Google collabora anche con diversi clienti alla riduzione del carbon footprint, in un contesto in cui oltre il 90% dei leader IT globali sta pianificando o attualmente già ha iniziato a rendere conto pubblicamente delle metriche di sostenibilità; ed il 26% di essi è impegnato ad accelerare i progetti di riduzione delle emissioni nell’ultimo anno (fonte: Idc).

L’anno scorso, per esempio, l’azienda ha collaborato complessivamente con oltre 50 clienti per aiutarli a valutare l’ impatto sulle emissioni di gas ad effetto serra delle loro infrastrutture sulla base dell’idea secondo la quale “decarbonizzare” completamente (almeno) la fornitura di elettricità è fondamentale per approdare ad un futuro ad emissioni zero.  

Google Cloud Region Picker

Tra le novità per favorire il raggiungimento degli obiettivi ora Google propone Cloud Region Picker; una soluzione, offerta come servizio, in grado di aiutare i clienti a valutare input chiave come prezzo, latenza per gli utenti finali e carbon footprint, mentre si sceglie su quale region di Google Cloud si vuole insistere per eseguire i propri workload.

Con Google Cloud Region Picker è possibile scegliere quindi i fattori da considerare come “Non importante” o “Importante” anche in relazione alla regione da cui proviene il traffico utente (ove questo è applicabile). Sulla base di tre variabili: carbon footprint, costo, e latenza (approssimata utilizzando come parametro la distanza fisica tra i Paesi dove avvengono le operazioni e la città o il Paese della region DC), viene quindi proposto un elenco delle regioni di Google Cloud consigliate che cambia in modo dinamico e viene classificato in base ai valori inseriti nello strumento.

Una schermata del servizio Google Cloud Region Picker
Una schermata del servizio Google Cloud Region Picker

E’ chiaro che la scelta potrà sempre dipendere dalle diverse tipologie relative ai differenti workload da indirizzare, pur tenendo conto di come prestazioni e latenza rappresentino spesso i criteri principali di valutazione per quanto riguarda gli ambiti operativi legati alla produzione; mentre, per esempio,  le risorse umane (HR) e le amministrazioni indirizzano le loro preferenze in relazione non solo alle prestazioni, ma anche all’effettiva residenza geografica dei dati, ed infine, per quanto riguarda il backup, proprio il carbon footprint è classificata come la voce principale di valutazione.

Brian Suk, senior solution architect Sada
Brian Suk, senior solution architect Sada

Tra le aziende impegnate in questo ordine di valutazioni, per esempio, Salesforce già utilizza i dati Cfe (Carbon Free Energy) di Google che è impegnata in questa fase a   integrare stime e strumenti per il calcolo del carbon footprint nello sviluppo di applicazioni, in fase di migrazione del data center, nella progettazione e architettura multi-regione o multi-cloud. Sada Systems si è tra i partner Google che collaborano al progetto.

“Le misurazioni Cfe e i nuovi strumenti introdotti oggi stanno già influenzando il modo in cui Sada progetta le proprie soluzioni basate su Google Cloud – spiega Brian Suk, senior solutions architect di Sadaed ora stiamo lavorando per evolvere la nostra strategia in modo da supportare più soluzioni”. Gli esperti di Sada stanno cercando il modo migliore per incorporare le informazioni che i dati percentuali Cfe forniscono quando si valuta la progettazione dei carichi di lavoro interni per assicurare così la possibilità di eseguire i carichi di lavoro nel modo più pulito possibile. L’obiettivo dell’azienda, guardando al futuro, è “di essere in grado di collaborare con Google e i clienti per applicare la possibilità di utilizzo delle metriche nelle fasi decisionali chiave e ridimensionare l’effetto dei carichi di lavoro su Google Cloud per una maggiore sostenibilità”

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