Non è solo questione di nome ma di sostanza, in tempi in cui tutti – aziende, vendor, istituzioni, settore pubblico e privato – ribadiscono la mancanza di competenze tecnologiche in Italia, per soddisfare appieno le richieste del mondo del lavoro. Per appianare il disallineamento tra domanda e offerta.
La Riforma degli Its è ora legge. Fino ad oggi conosciuti come Istituti tecnici superiori (da non confondere con gli Itis, i normali istituti tecnici), queste scuole alternative alla laurea sono state ribattezzate dalla nuova riforma Its Academy o Istituti tecnologici superiori – dove la tecnologia si affianca alla tecnica. “Compito potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori, con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali”, per sostenere, in modo sistematico, le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo del Paese.
Non è solo questione di nome anche se Academy evoca strutture di formazione pensate dalle aziende, con l’obiettivo di presidiare le conoscenze chiave e valorizzare i percorsi di crescita professionale di dipendenti o nuovi studenti su nuove sfide.
Fondi e obiettivi a 5 anni
La riforma degli Its è ora legge, approvata dal parlamento questa settimana, in ottemperanza a uno dei punti chiave del Pnrr per l’istruzione, con l’obiettivo di consolidare un nuovo progetto formativo, ponte tra scuola e mondo del lavoro. E valorizzare le competenze tecnico-scientifiche ai fini dell’innovazione, soprattutto guardando alle opportunità nell’ambito dei progetti di trasformazione energetica e digitale spinti dal Pnrr. “Si conclude oggi l’iter di una delle riforme più importanti del nostro Pnrr – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi –. La legge definisce un quadro strutturato e nazionale che rafforza la rete dei nostri Its, garantendo il rapporto diretto con i territori e i loro tessuti produttivi che ne rappresenta il punto di forza. La riforma nel suo complesso consente di ampliare l’offerta formativa per studentesse e studenti, con l’obiettivo di raddoppiare il numero degli iscritti. E’ un passo avanti per il sistema di istruzione e per il nostro sviluppo industriale”.
Da sempre riconosciuti per essere dei percorsi post diploma alternativi all’università – nati come sperimentazione 11 anni fa – gli Its miravano a creare professionalità particolarmente ambite dal tessuto produttivo del nostro Paese, incentrati su un sistema misto di lezioni in aula e stage in azienda. Ad oggi coinvolti 120 istituti ma con una utenza molto limitata (meno di 20mila iscritti all’anno e 3mila partner), seppur responsabili di creare un legame diretto tra scuola e occupazione con ottimi risultati. Stando alle statistiche, il percorso di studi degli studenti Its si conclude con l’inserimento nel mondo del lavoro per circa l’80% dei diplomati entro un anno, e di questi il 91% trova un lavoro coerente con il proprio percorso formativo.
La riforma di oggi dà visibilità a un percorso di studio strutturato per semestri dalla durata di due o tre anni, nel rispetto delle qualifiche europee biennali e triennale (European Qualification Framework – Eqf) e pone particolare attenzione all’integrazione dei percorsi formativi con le lauree universitarie (stringendo patti federativi con gli atenei).
Possono accedervi giovani e adulti con un diploma di scuola secondaria di secondo grado oppure con diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale (accompagnato da un certificato di specializzazione tecnica superiore di almeno 800 ore). L’attività formativa sarà svolta per almeno il 60% del monte orario complessivo da docenti provenienti dal mondo del lavoro costantemente aggiornati, mentre almeno per il 35% in stage aziendali e in tirocini formativi, sostenuti da borse di studio.
Sul piatto per sviluppare le Its Academy lo stanziamento di 1,5 miliardi di fondi derivanti dal Pnrr e un fondo stabile previsto dal ministero dell’Istruzione da 48 miliardi di euro, erogati ogni anno a partire dal 2022. Soldi destinati a finanziare nuovi percorsi formativi, potenziare le strutture esistenti con dotazione tecnologiche, creare una anagrafe degli studenti iscritti al quali verranno destinate borse di studio, monitorare attraverso indicatori predefiniti le attività delle Its Academy, fare campagne informative nella scuola secondaria per l’orientamento. Il tutto guidato dal Comitato Nazionale Its Academy, che facendosi tramite tra scuola, associazioni, imprese, organizzazioni sindacali avrà un ruolo consulenziale per indirizzare il fabbisogno del territorio nella formazione di nuove figure professionali. Obiettivo raddoppiare il numero di iscritti in 5 anni.
La legge prevede che si dovranno definire nuove aree tecnologiche di offerta formativa che affiancheranno le sei aree dedicate a efficienza energetica, mobilità sostenibile, tecnologie della vita, tecnologie per i Made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Aree che saranno rivoluzionate con nuovi percorsi.
Alla ricerca di un equilibrio
Le aziende che vorranno investire negli Its Academy avranno un credito d’imposta pari al 30%, che verrà esteso fino al 60% nelle province in cui il tasso di disoccupazione è superiore alla media nazionale. Ma sebbene la governance degli Its Acadamy preveda fondazioni a cui partecipano per legge almeno un istituto tecnico, una struttura di formazione regionale, una università o un’accademia, una o più aziende, lo sbilanciamento verso le imprese che partecipano economicamente al progetto è punto critico per i sindacati che ravvisano il rischio di un progetto più aziendale piuttosto che di seria politica industriale. “Una riforma deludente che consegna un importante pezzo del sistema di formazione nelle mani dei privati – commenta Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil -. Gli Its sono stati inquadrati in questi anni come mera struttura formativa al servizio di specifiche aziende e di determinate realtà produttive forti. Siamo ben lontani dall’idea di percorsi formativi strutturalmente coerenti con le politiche di sviluppo tecnologico del Paese”.
Opposto il parere di Confindustria nel commento del vice presidente Giovanni Brugnoli, affidato a Linkedin: “Ci sono giornate storiche che meritano di restare nella memoria perché rappresentano un piccolo, grande passo verso il futuro. E ieri per il nostro sistema educativo gli Its hanno rappresentato una sorta di Neil Armstrong che sbarca la prima volta sulla luna e cambia il mondo. La riforma degli Its permetterà di far avanzare verso orizzonti neanche immaginabili il nostro sistema industriale e l’intera economia del Paese. Una visione che creerà lavoro, innovazione, benessere”.
Di sicuro con la nuova legge gli Its Academy terminano la loro fase di sperimentazione gestita su base locale ed entrano nel sistema nazionale di formazione. Ma la partenza reale è legata ai 17 decreti attuativi necessari per rendere la legge operativa, entro 90 giorni. L’inizio del nuovo anno scolastico non è lontano e questi sono mesi di scelte per studenti e famiglie.
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