Sono disponibili i dati del rapporto Anitec-Assinform relativi al monitoraggio dedicato alle performance economiche delle startup e delle Pmi innovative del settore Ict. La quarta edizione fotografa una situazione favorevole non solo per quanto riguarda la crescita demografica di queste realtà ma anche i risultati. Il report, giunto alla quarta edizione, è frutto della collaborazione tra Anitec-Assinform e Infocamere, la società delle camere di commercio italiane per l’innovazione digitale.
Startup e Pmi innovative Ict: Performance Economica, questo il titolo del report, si focalizza quindi sui numeri e sulle risultanze finance delle startup e delle Pmi innovative (Spmii) offerti come riferimento oggettivo e continuo per il monitoraggio di un universo che contribuisce alla crescita del settore Ict e all’innovazione del sistema economico nel suo complesso. I numeri sono aggiornati al 10 ottobre 2022 (quando si parla di startup e Pmi innovative), ed invece all’ultimo trimestre 2021 per quanto riguarda i riscontri relativi agli addetti, mentre i dati di bilancio riportati fanno riferimento alle annualità tra il 2018 ed il 2021.
Per quanto riguarda l’analisi demografica, essa evidenzia la crescita numerica, anno su anno – nel confronto tra i medesimi trimestri – dell’8,6% (per un totale di 8.416 realtà nel 2022 vs. le 7.749 nel 2021). Resta di fatto stabile la distribuzione territoriale “sbilanciata” su Lombardia e Lazio, rispettivamente con poco meno del 30% e del 14% (nello specifico spaccato delle realtà Ict ‘innovative’), così come resta stabile anche la distribuzione delle realtà per filone di attività: è su AI e ML (12,1%), IoT (10,7%), mobile app (8,3%), big data/data science (5,1%), blockchain (4,7%), cloud (3,8%) e Industria 4.0 (3,7%) che si focalizza l’attenzione, mentre mancano “chiamate” per l’ambito cybersicurezza e crypto (2,2%), un aspetto messo sotto la lente proprio dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, con un’opportuna iniziativa. Dovrebbe poi fare riflettere che, sul territorio, a parte le regioni segnalate, ve ne sono altre in cui la presenza di startup e Pmi innovative Ict si dimezza (anche regioni del Nord Italia) ed altre ancora – la maggior parte – ove addirittura si parla di percentuali inferiori al 2%.
Startup e Pmi Innovative, produttività e utili
Introduce così l’analisi degli economics Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform: “I dati che presentiamo con Infocamere confermano l’effervescenza del segmento delle startup e delle Pmi innovative Ict. Queste imprese hanno realizzato maggior valore aggiunto con livelli di produttività migliori, soprattutto nei filoni 4.0 e digital enabler. Hanno mantenuto una sostenibilità finanziaria nel medio periodo e continuano a generare margine”.
Dal punto di vista delle performance relative alla produttività ed ai risultati, ecco che gli indicatori del report segnalano miglioramenti progressivi proprio per le realtà produttive negli ambiti 4.0 e sui digital enabler.
L’evidenza principale a questo proposito marca la produzione nel 2021 di beni e servizi per un totale di 2,5 miliardi di euro (mentre erano appena 1,6 mld nel 2020), ma la concentrazione della mediana, posizionata su valori a meno di un quinto della media, indica che una quota rilevante di startup è ancora in una fase embrionale di sviluppo. Abbiamo parlato, in un contributo dedicato, delle difficoltà a diventare “unicorni” per queste realtà; qui vogliamo notare invece media e mediana in crescita demografica più dinamica nell’ultimo anno sempre nei filoni che abbiamo indicato.
Riguardo invece la profittabilità i numeri dicono che, nello stesso periodo analizzato in termini di produttività, per ogni euro di produzione, le Spmii Ict hanno generato 32,3 centesimi di valore aggiunto (32,2 nel 2020), lieve crescita, ma importante, considerato come invece nel segmento non-Ict questo valore sia di 22,5 centesimi. Il report spiega inoltre che “valore aggiunto complessivo, medio e mediano nel segmento Ict sono in netta ripresa nel 2021 (33,9% crescita annua del valore aggiunto complessivo, 65,4% del valore aggiunto mediano) e, a eccezione della mediana, tornano ai livelli del 2019 (quando l’impatto congiunturale e economico della pandemia era ancora agli inizi)”.
Sono proprio i numeri a legittimare l’affermazione per cui da una parte la produttività per unità di lavoro (o per addetto) delle startup e Pmi innovative del settore Ict è superiore a quelle non-Ict e “più aziende Ict nascono in Italia maggiore è la capacità di raggiungere livelli di produttività superiori”. Ultimo riferimento orientativo, ma non per importanza, quello relativo agli utili (agli utili netti).
Le realtà con focus sui digital enabler e su 4.0 mostrano un valore mediano superiore anche rispetto alle altre startup e Pmi innovative Ict che chiudono comunque il bilancio ultimo disponibile (2021), nel 50% dei casi, in pareggio o in utile. Da osservare però come non manchino anche aziende in perdita ed in modo importante proprio nel comparto Ict, e soprattutto nel confronto con quelle non-Ict (per complessivi -188 milioni di euro nel primo caso vs. -78,9 milioni nel secondo). I numeri relativi alla redditività del capitale investito dicono che negli ultimi tre anni il Roe è positivo per almeno il 50% delle realtà con performance migliori per le aziende Ict e ancora di più per quelle focalizzate sui progetti con i digital enabler.
Il report conferma che ci troviamo di fronte ad un universo in salute, portatore di dinamiche in grado di aiutare il Paese a fare il balzo nell’innovazione e nella trasformazione digitale – chiosa Pier Paolo Ghezzi, direttore generale di Infocamere – ” La qualità dell’analisi dei dati di fenomeni complessi e in evoluzione come quello delle startup e PMI innovative è riassunto dalle informazioni presenti nel portale startup.registroimprese.it è prezioso ]…[ per capire le tendenze che governano un settore economico, le sue connessioni con gli altri e per intervenire con politiche mirate al fine di favorirne la crescita”.
Gli indici, nel complesso, confermano un equilibrio finanziario almeno soddisfacente in almeno la metà delle startup Ict, ma con il rapporto tra debiti e mezzi propri di startup e Pmi innovative Ict che registra un valore mediano vicino ai livelli di equilibrio “limite”, e anche la presenza di strutture finanziarie non in equilibrio. Il ricavo mediano per unità di investimento presso le startup e Pmi innovative Ict resta basso essendo bassi i volumi delle vendite soprattutto nei primi anni di attività, mentre è elevato il valore delle risorse immateriali (soprattutto brevetti, marchi, avviamento). Ed elevato e caratteristico resta nella sfera Ict come anche in quella delle startup e Pmi innovative non-Ict.
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