Le organizzazioni che desiderano migliorare la propria postura di sicurezza riconoscono l’importanza di un approccio data-centrico alla resilienza informatica. In particolare serve preservare l’immutabilità dei dati, assicurare il loro “isolamento” e la possibilità di recupero istantaneo su scala.
“Le organizzazioni – dettaglia Albert Zammar, regional director Semea di Cohesity – si trovano ad affrontare sfide significative nella gestione e nella protezione del proprio patrimonio di dati in cloud e on-premise, con ransomware e furto dati che sono diventati le principali preoccupazioni“. E’ sicuro che protezione e sicurezza dei dati siano aspetti da curare come priorità ben prima di subire un attacco “per riuscire così a mitigare i danni e poter riprendere l’attività in tempi rapidi”. Ed è questo il punto su cui si focalizza la proposta di Cohesity con una suite di servizi consolidati su un’unica piattaforma dati multicloud che comprende backup e ripristino, disaster recovery, servizi di file e oggetti, dev/test, conformità dei dati, sicurezza e analisi, così da ridurre la complessità ed eliminare la frammentazione massiva dei dati.
Di questi giorni il rilascio dell’ultima release di Cohesity Data Cloud, la 7.0 che migliora le funzionalità di resilienza informatica attraverso il rafforzamento degli accessi privilegiati, l’accelerazione del ripristino di file e oggetti dai ransomware e la possibilità di ridurre la superficie di attacco grazie al supporto esteso di piattaforme e workload. Spieghiamo nei dettagli.
Nel primo caso, con controlli di accesso rafforzati, Cohesity Data Cloud permette una gestione ancora più severi degli account amministrativi privilegiati e la protezione delle credenziali di accesso. Si limitano ulteriormente le possibilità di manomissione dei dati di backup da parte degli attaccanti facendo leva per esempio sulle funzionalità di split key che richiedono l’autenticazione di più persone per alcuni accessi privilegiati ai controlli amministrativi, così che nessun amministratore, da solo, abbia la possibilità di impartire unilateralmente comandi privilegiati.
Il ripristino dei backup da file e oggetti è invece velocizzato dalle funzionalità migliorate di Cohesity SmartFiles, progettate per ridurre la superficie di attacco per l’esfiltrazione dei dati. I dati sono conservati solo per il periodo necessario, e le policy di sicurezza personalizzate possono proteggere i dati non strutturati da accessi e attacchi non autorizzati. L’ultima release introduce poi funzionalità per l’analisi e la visualizzazione dell’utilizzo dei dati anche su sistemi Nas di terze parti. Così è possibile spostare i dati su SmartFiles anche in questi casi ed ottenere una conservazione sicura a lungo termine e l’immutabilità dei dati, con relativa ottimizzazione dei costi, scalabilità e prestazioni migliori.
Ultimo punto di evoluzione di Cohesity Data Cloud quello relativo alla riduzione della superficie di attacco grazie all’estensione del supporto per Aws GovCloud per la protezione dei dati e dei metadati e per la conservazione a lungo termine grazie al supporto per il backup locale su piattaforme di terze parti, tra cui i sistemi Lenovo SR645, Hpe DL360 e DL380, Cisco Ucs C220M6 Afc e C240 M6 e Dell 740XD per le implementazioni di cloud privato.
L’evoluzione di Cohesity Data Cloud, valutata dagli analisti, incontra i percorsi delle aziende preoccupate di trovare modi semplici ed efficaci per migliorare la sicurezza dei dati e sostenere gli obiettivi di resilienza informatica, di disporre di una solida protezione contro le minacce esterne, ma dare priorità a quelle interne. “Con la release 7.0 del software di Cohesity, le funzionalità di split key e Kms auto-failover sono alcune delle diverse soluzioni di resilienza informatica che Cohesity sta aggiungendo al suo portfolio per fornire ai propri clienti e partner una strategia completa in questa direzione”, commenta Randy Kerns, senior strategist and analyst di Evaluator Group.
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