La digitalizzazione del sistema sanitario nazionale, prima ancora di rappresentare una sfida, rappresenta un’opportunità. Da più punti di vista. Perché offre l’occasione per ripensare i percorsi di cura, ammodernare la dotazione di dispositivi, puntare sugli hub interconnessi. Si tratta pertanto di un vero e proprio sforzo di sistema che deve vedere tutti gli attori cooperare con il digitale a giocare un ruolo fondamentale sia nel trattamento del dato clinico, come nella sua gestione, fino all’ottimizzazione dei flussi di lavoro. Ne parliamo con Roberta Ranzo, Business Leader Enterprise Informatics Philips Italia, Israele e Grecia.

La sanità sta vivendo una forte fase di accelerazione (e attenzione) legata anche ai fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute. Dal vostro osservatorio, quali sono le urgenze che devono essere ancora sanate e quanto è stato fatto in questo ultimo anno.

Il Pnrr destina complessivamente 20 miliardi di euro per la sanità, se si considera che ai fondi strettamente legati alla Missione 6 di 15,6 miliardi si aggiungono le risorse in tema di React-EU (1,71 mld) e del Fondo Complementare (2,89 mld). È una grande opportunità per il Paese per poter digitalizzare il sistema sanitario, ammodernare il parco tecnologico che in Italia è particolarmente obsoleto e portare le cure più vicino ai pazienti, con un potenziamento della medicina territoriale. Nell’ultimo anno sono stati fatti investimenti e gare proprio volti in queste direzioni, ma resta ancora molto da fare sulla creazione di un sistema uniforme di condivisione dei dati che consenta una piena interoperabilità tra i diversi dispositivi e sistemi informativi, per creare infrastrutture digitali indispensabili per innestare un sistema di digital health efficace. L’obiettivo è creare hub interconnessi efficienti e sicuri, dove la medicina predittiva, intelligenza artificiale assumano un ruolo sempre più centrale, insieme ai dati.

Un ecosistema complesso ruota attorno al mondo della Sanità. In che modo è possibile facilitare, grazie al tecnologie digitali, la relazione tra tutti gli interlocutori (pazienti, medici, presidi, enti)? Quali competenze servono e in che modo accrescerle?

Penso vada ripensato il paradigma delle cure da una nuova prospettiva: non più con un approccio verticale, ma su un modello basato sui percorsi di cura che richiede una grande collaborazione tra diversi operatori sanitari. Le tecnologie digitali possono accelerare questo paradigma anche facendo dialogare le diverse figure all’interno di un ospedale, dal ricercatore, al medico, al manager e favorire un approccio integrato e multidisciplinare con al centro le esigenze del paziente.

Roberta Ranzo, Business Leader Enterprise Informatics Philips Italia, Israele e Grecia
Roberta Ranzo, Business Leader Enterprise Informatics Philips Italia, Israele e Grecia

Quello a cui stiamo assistendo è che la rivoluzione digitale della sanità è una sfida da cogliere su più livelli  – tecnologico, infrastrutturale, culturale  – che può essere vinta solo con uno sforzo di sistema, dove aziende, strutture ospedaliere e istituzioni mettano a fattor comune competenze e know-how a beneficio del paziente e dell’intero sistema sanitario. Così come è emerso nella gara Consip sanità digitale 4 dove ci sono stati raggruppamenti d’ impresa che vedono, per esempio, la partecipazione di aziende con expertise molto diverse tra cui system integrator, società di consulenza, aziende di software healthcare per offrire servizi e soluzioni integrate rispondendo alle diverse esigenze di digitalizzazione e innovazione presenti nel sistema sanitario.

Quali sono le strategie della vostra azienda in questo scenario complicato di trasformazione? Come si rimodella la vostra offerta?

In questo scenario complesso di trasformazione, Philips continua a puntare sull’innovazione digitale– ogni anno investiamo il 10% del nostro fatturato in ricerca e sviluppo – per offrire ai nostri clienti soluzioni altamente tecnologiche, sia nella creazione dei dati clinici sia nella loro gestione che consentano, da un lato, di ottimizzare i flussi di lavoro e permettere al personale sanitario di concentrarsi sulla cura del paziente, dall’altro, di potenziare e migliorare la qualità della cura. Le nostre tecnologie sono pensate per aiutare i medici e il personale sanitario a svolgere il loro lavoro in maniera più efficiente ed efficace, per esempio, accelerando i tempi di un esame. Nell’imaging gli algoritmi di AI permettono di processare immagini diagnostiche più velocemente e con una risoluzione più nitida e accurata, di processare e velocizzare la refertazione. Tutto questo si traduce nella possibilità di offrire a un maggior numero di persone accessi alle cure e abbattere le lista di attesa degli esami.

In particolare il business dell’Enterprise Informatics, rappresenta una componente strategica della nostra offerta. A Genova abbiamo il nostro Technology & Innovation Center dedicato ai software di gestione dell’imaging medicale. È uno dei poli più completi nel mercato dell’imaging medicale, che eroga  servizi di sviluppo, consulenza e formazione ad oltre 4000 professionisti in tutta Europa, Medio Oriente ed Africa e offre supporto remoto a oltre 1500 clienti, che producono oltre 132 milioni di esami di imaging diagnostico ogni anno.

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