L’evoluzione nell’adozione del cloud computing e la relativa accelerazione impattano anche il settore dei servizi finanziari. Il cloud, che ha dimostrato la sua maturità nel momento critico della pandemia, conferma la sua affidabilità nell’offrire capacità di calcolo, storage e risorse di rete distribuite e on-demand. Quella che una volta era considerata una scelta strategica ora è una necessità, poiché le organizzazioni adottano sempre più un approccio cloud-first. Anche le istituzioni finanziarie riconoscono da tempo l’importanza dell’adozione della tecnologia cloud. Tuttavia, la maggior parte di esse guarda oggi al cloud non solo come a una “disponibilità” quanto piuttosto ad un abilitatore tecnologico di cui serve cogliere il vero potenziale per liberare capacità trasformative. Per diverse istituzioni finanziarie il cloud è quindi parte integrante delle strategie aziendali.
E’ lo spunto alla base dell’analisi di Reply – Cloud in Financial Services il titolo – giunto ora alla sua seconda edizione. Un report che nasce sulla scorta dell’esperienza di Reply su oltre 1.200 progetti cloud e su un sondaggio condotto tra dicembre 2022 e marzo 2023, attraverso interviste a oltre un centinaio di istituzioni finanziarie in EU, Svizzera, e UK, sotto la direzione metodologica dei professori dell’Imperial College Business School di Londra ed in collaborazione con la European Banking Federation, Insurance Europe.
Offre un’analisi comparativa evidenziando i cambiamenti rispetto alla prima edizione del 2021, e mette sotto la lente quattro aree chiave per indicare come una strategia cloud ben definita dovrebbe allinearsi al strategia aziendale complessiva; l’importanza di una solida governance del cloud; il panorama in evoluzione della regolamentazione del cloud; ed il potenziale di trasformazione derivante dall’utilizzo del cloud per nuove opportunità.
Financial services e cloud
Alcune realtà finance hanno già ottenuto risultati importanti, ma altrettante ancora attendono i benefici promessi dai cloud service provider. E la ricerca vuole quindi esplorare quali siano le condizioni che contribuiscono al successo dell’adozione del cloud, per capire ciò che differenzia il successo dalla delusione.
Per quanto riguarda le strategie aziendali e il cloud, il report offre allora punti di vista e dati concreti su costi e flessibilità effettivi, sottolineando l’importanza di considerare l’adozione del cloud non solo come un cambiamento tecnologico, ma come un efficace catalizzatore per innalzare l’asticella dei possibili traguardi aziendali.
Spunti la cui rilevanza è evidenziata così da Nelson Phillips, professore di Technology Management presso l’Università della California, Santa Barbara: “Il report mostra che, sebbene l’adozione del cloud sia diventata ‘business as usual’ nei servizi finanziari, i benefici dello spostamento delle attività nel cloud variano in modo significativo a seconda dell’approccio che le aziende adottano per l’implementazione, e della volontà di guardare oltre i risparmi sui costi“.
Così come serve osservare che “il report e il sondaggio dimostrano che l’impatto principale dell’implementazione del cloud sulla redditività di un istituto finanziario è determinato più probabilmente dall’aumento dei ricavi che dalla semplice riduzione dei costi“, che è appunto il commento di Freddy Gielen, executive partner di Reply.
Compliance e sovranità dati al centro dell’attenzione
Sorprendentemente, le problematiche legate alle regolamentazioni sono quelle citate più frequentemente come ostacolo, con l’81% (rispetto al 73% del 2021) degli istituti che le evidenziano. E significativamente, il 34% del campione intervistato indica questi problemi come la sfida principale all’adozione di soluzioni cloud nelle proprie istituzioni finanziarie.
Ma un altro cambiamento degno di nota è il calo degli intervistati che identificano le preoccupazioni per la sicurezza come una sfida dominante, la percentuale in questo caso scende dal 56% nel 2021 al 21% nel 2023.
Ciò potrebbe significare un’evoluzione nella percezione delle istituzioni finanziarie, suggerendo che una migliore comprensione dei rischi legati alla cybersecurity ha alleviato anche la preoccupazione, “così come potrebbe dipendere dall’adozione di solide misure di sicurezza e dalla maturazione di quadri di sicurezza informatica su misura per gli ambienti cloud”, come spiega bene il report. Questo cambiamento è in linea con il numero crescente dei pool di professionisti qualificati del settore, attrezzati per affrontare le sfide di sicurezza specifiche del cloud.
Rispetto alle attese, invece, a stupire di più è la prospettiva diversa sul machine learning, proprio nel confronto con l’entusiasmo diffuso. In particolare, il 27% conferma di non utilizzare funzionalità di machine learning, mentre il 34% e il 16% riferiscono rispettivamente di un utilizzo limitato e moderato. Al contrario, il 10% indica un’adozione sostanziale e solo il 5% integra estensivamente le funzionalità di ML. Questi dati offrono un confronto significativo tra l’implementazione prevista e quella effettiva del machine learning potenziato dal cloud.
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