Cinque trend che sono destinati a maturare insieme a diversi casi d’uso destinati a trovare una più ampia adozione per il manifatturiero nel 2024: li mette a fuoco Infor che traccia andamenti e sfide che possono caratterizzare il settore nel prossimo anno. E proprio da una sfida partiamo, quella relativa alla capacità continua di trovare ‘nuovi equilibri’ (1). Gli ultimi quattro anni hanno contributo ad “allenare” i manager da questo punto di vista. Ma la normalità come la si è sempre intesa prima di fatto ‘non esiste più’. Anche se la maggior parte degli indicatori di performance delle supply chain dicono che mercato del lavoro e produttività si stanno allineando di nuovo ai livelli pre-Covid, instabilità geopolitica, tagli di spesa e inflazione impattano sugli investimenti realmente possibili. Ecco allora che serve comunque accelerare gli investimenti, proteggere la redditività, ma anche produrre in modo sempre più intelligente. Smart factory e tecnologie digitali, con una piena visibilità sulle supply chain restano temi chiave. 

Seguiamo il pensiero di Chirag Rathi, senior director Strategy & Solution for Manufacturing, Infor, in questo percorso di analisi e Rathi affianca alla sfida quello che di fatto è allo stesso tempo un trend ed un’opportunità. Ovvero l’utilizzo del’AI proprio per ottimizzare le supply chain (2). Spieghiamo: la gestione delle supply chain si gioca su due binari – just-in-time e just-in-case. E negli ultimi due decenni ci si è orientati verso l’ottimizzazione dei costi di inventario prediligendo quindi l’approccio in-time.

Chirag Rathi
Chirag Rathi, senior director Strategy & Solution for Manufacturing, Infor

Sono cambiate le regole del gioco proprio in occasione delle “emergenze” per cui, in risposta alla scarsità di risorse dettata dalla pandemia, più recentemente le aziende hanno cercato di proteggersi attraverso l’approccio just-in-case e hanno aumentato le scorte per gestire gli imprevisti. Oggi, a fronte di costi sempre più alti, serve orientarsi piuttosto su un approccio guidato dai dati che si adatti alle condizioni “in tempo reale”. Da qui l’esigenza di sfruttare il potenziale delle AI che le nuove soluzioni di supply chain management (Scm) integrano per prevedere la domanda e i rischi considerando per esempio l’affidabilità e l’agilità dei fornitori e i rischi di trasporto.

AI e automazione: la seconda servirà ad eliminare i colli di bottiglia (3). Terminato il periodo di emergenza l’affanno delle supply-chain è stato più che palpabile, con picchi di consegne che hanno intasato porti e magazzini e poi con la guerra in Ucraina. Ridurre le interruzioni e gestire le scorte oggi è un tema dominante quindi. Ed il 2024 vedrà la razionalizzazione della capacità di magazzino, alla luce dell’aumento dei prezzi degli immobili e dei tassi di interesse. Ottimizzare la capacità di automazione è la parola d’ordine attraverso i sistemi di warehouse management che ottimizzano la velocità delle merci e riducono gli errori. Ecco che l’integrazione di queste soluzioni è destinata ad accelerare in quanto i clienti chiedono agilità, trasparenza e maggiore produttività.

Torniamo più nello specifico sul tema dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nel comparto. L’avvento dell’AI generativa deve nel 2024 trovare casi d’uso sempre più concreti (4) in relazione anche alla valorizzazione contestuale dell’AI predittiva tradizionale per ottimizzare ulteriormente la produttività. Ne abbiamo accennato in un contributo specifico dedicato a questo tema. Qui mettiamo a fuoco che manutenzione predittiva, gestione dinamica delle supply chain, qualità del prodotto attraverso l’analisi cognitiva e design innovativo nei prodotti con creatività generate attraverso la GenAI saranno i quattro i casi d’uso che matureranno  e troveranno una più ampia adozione.

L’AI è in grado infatti di far fronte alla crescita di “complessità” di sistemi già di per se stessi complessi ma impatta anche sulle capacità – lo dice il nome – ‘generative’ del comparto. E’ ancora il tema della complessità che porta al centro cell’attenzione gli ecosistemiL’approccio per ecosistemi si farà ulteriore strada nel 2024. Ecosistemi digitali, certo ma di volta in volta definiti anche dai partner coinvolti. E tutti con quattro caratteristiche. Sono simbiotici, customer-centric, scalabili e, soprattutto, mirati.

In particolare, quando si parla di partner tecnologici è importante valutare la delicatezza di affidarsi ad un solo partner chiavi in mano, scelta rischiosa che lascerà invece il posto a un approccio basato su un ecosistema di partner, per gestire in modo opportuno le dimensioni e la complessità dei progetti. Lo stesso approccio sistemico vale quando si parla di soluzioni vs. piattaforme.

Chi guida lo sviluppo del comparto manifatturiero sta sempre di più passando da una mentalità prodotto-centrica a una moderna mentalità digitale platform-oriented. Saranno le “piattaforme di composizione” a fornire struttura e collante per l’agilità e la trasformazione digitale. La flessibilità delle piattaforme giocherà un ruolo chiave. Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity insieme sono parole che compongono quello che gli esperti definiscono scenario Vuca che è lo scenario con cui misurarsi. Combinare l’ingegno umano con l’abilità tecnologica, la promozione dell’innovazione con la sostenibilità saranno i punti di riferimento per riuscire a farlo bene.

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