Ospitata ancora una volta nel Palacongressi di Rimini, l’annuale convention di Var Group ha riunito nei giorni scorsi oltre 2.200 persone dell’ecosistema dell’azienda – clienti, prospect, vendor, esperti, startup e studiosi di tecnologia – per condividere le strategie in tema di digitalizzazione e sondare gli sbocchi dell’innovazione. “Hello Dreamers” il claim della due giorni, a sottolineare l’importanza di adottare visioni futuristiche per trovare risposte e idee che possano trainare il cambiamento nell’era digitale.

“Ora più che mai, abbiamo bisogno di parlare ai sognatori e di esserlo noi stessi” esordisce sul palco Francesca Moriani, Ceo di Var Group, sottolineando come la tecnologia e il digitale abbiano oggi il potenziale per realizzare ogni progetto ma richiedano iniziative coerenti. “Viviamo un momento di forte fermento: tante tecnologie, tanto entusiasmo e un forte bisogno di unire i puntini del digitaleprosegue la Ceo, che sprona a “pensare alla tecnologia come a una tela sulla quale disegnare i sogni. L’intelligenza artificiale è uno strumento che aumenta le possibilità delle persone, ma per cambiare il nostro mondo bisogna innanzitutto provare, sperimentare, usare anche le nuove tecnologie, ma soprattutto avere coraggio, audacia, pensare fuori dagli schemi“. 

Francesca Moriani, Ceo di Var Group
Francesca Moriani, Ceo di Var Group

Var Group, responsabilità condivisa tra i team

Il  system integrator sottolinea così la sua “anima creativa”, con la mission di stimolare e condividere le competenze. Var Group sta oggi evolvendo in questa direzione, puntando verso un modello organizzativo basato sul concetto di responsabilità condivisa, che mette al centro le persone (circa 3.850 nell’attuale organico) valorizzando la loro unicità. “Var Group sta compiendo la sua naturale evoluzione superando il concetto di gerarchia e verticalità – affermano dalla società –. È un percorso lungo e faticoso che richiede costanza, impegno collettivo e concretezza per modificare un assetto organizzativo consolidato e socialmente riconosciuto come standard”. 

Oggi le imprese non vogliono più lavorare a silos e cercano partner che riescano a collegare le loro infrastrutture per abilitare nuovi modelli di business. Var Group è al fianco delle organizzazioni in questo percorso ma vuole essa stessa superare i propri silos interni, adottando un modello che si ispira alla “holacracy”, un sistema organizzativo di governance aperta, con una leadership diffusa, nella quale tutte le persone sono libere di agire, sono interconnesse e focalizzate su obiettivi comuni. 

Protagonisti del cambiamento sono anche i partner che contribuiscono ad arricchire l’offerta di Var Group, brand tecnologici e digitali come Microsoft, Nvidia, Oracle, Aws, Cisco, Ibm, HP, Palo Alto Networks, presenti in diversi momenti sul palco di Rimini. Un ecosistema che contribuisce a far crescere il business di Var Group che, all’interno del Gruppo Sesa, raggiunge al 30 aprile 2024 un fatturato di 823 milioni di euro. Come elemento di ulteriore sviluppo, anche la creazione di due nuove business unit: 7 Circle a supporto delle aziende attraverso applicativi e infrastrutture, e Pluribus, dedicata alle soluzioni applicative e gestionali per lo small business. 

Una crescita del business e un nuovo modello organizzativo che indirizzano Var Group verso un’espansione internazionale in veste di aziendaglocal”, global pur restando local, con costante vicinanza ai clienti. E’ Alessandro Gencarelli, head of sales & marketing di Var Group, a confermare la strategia di rafforzamento della presenza europea ma guardando al contempo oltreoceano fino ad estendere gli orizzonti futuri verso l’Asia. Una spinta internazionale sottolineata anche nello sviluppo della kermesse, dichiara Gencarelli: “Abbiamo compiuto quel salto di qualità atteso, trasformando la nostra convention in un evento di respiro internazionale, contraddistinto dalla varietà linguistica e culturale tra speaker e clienti”.

L’impegno sul fronte Esg si conferma un elemento chiave del piano di sviluppo. In quest’ottica, Var Group ribadisce di volere effettuare tutti gli sforzi per compensare le emissioni prodotte dalle proprie attività. Tra le varie iniziative in campo, viene raccontato, il supporto al progetto Water is Life di Aid4Mada onlus che dal 2018 lavora alla costruzione di 10 pozzi a pompa manuale e 19 sistemi idrici alimentati a energia solare che ad oggi garantiscono accesso gratuito e illimitato all’acqua potabile a 80.000 persone, abitanti delle aree più svantaggiate della città di Tulear, in Madagascar.

Experience valley, spazio alla sperimentazione

Nella experience valley si sperimenta la digital evoultion in tutte le sue componenti, dalla cybersecurity all’approccio data driven, dalla gestione della supply chain & logistic ai percorsi in ambito Esg dedicati all’integrazione dei temi ambientali, sociali e di governance. Si studiano nuovi modelli di società, riorganizzati e riadattati dall’intelligenza artificiale, una leva attraverso la quale Var Group sostiene le impese nei loro specifici percorsi di business sviluppando AI predittiva, discriminativa, generativa e conversazionale.

Il tema delle competenze è centrale in tutto il dibattito ma trova il suo focus nell’Hackathon Var Group realizzata in collaborazione con Talent Garden. La competizione vede protagonisti 80 giovani menti e 14 grandi aziende che si sfidano sulle tematiche della diversity, equity & inclusion, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili, per sostenere le sfide che aziende italiane e internazionali di vari settori stanno affrontando. Un esempio tra questi è la Fondazione Asphi Onlus, organizzazione non-profit che da 40 anni promuove l’inclusione delle persone con disabilità attraverso l’uso delle tecnologie digitale. 

Focalizzato sul mondo del retail, emerge come miglior progetto quello realizzato dal team dei “Girellis” per Gruppo Bauli. Partendo dalle esigenze legate alle attività operative e ripetitive degli in-store account del gruppo alimentare, i giovani “Girellis” propongono un progetto per rendere più agevole il lavoro. L’utilizzo di weareble devices dotati di strumenti di machine vision e AI permette di raccogliere informazioni direttamente dagli scaffali per verificare se i prodotti esposti sono in condizioni ottimali per la vendita. Un nuovo approccio che consente di effettuare controlli più rapidi anche da parte di personale non esperto e di elaborare automaticamente Kpi di monitoraggio qualitativo ad oggi realizzati manualmente, automatizzando tutto il processo di verifica degli scaffali e migliorando l’efficienza operativa.

“Per risolvere i problemi più urgenti del mondo, dobbiamo sognare in grande e innovare”, interviene in questo contesto Poornima Luthra, esperta di diversità e inclusione e organizzazione aziendale, che sottolinea l’importanza di un pensiero distintivo: “Non possiamo innovare quando pensiamo in modo simile; abbiamo bisogno di prospettive, background ed esperienze diverse. Ma anche la diversità non sempre si traduce in benefici, ciò che serve per ottenere benefici sinergici della creatività e processi decisionali migliori è una cultura dell’inclusione“. Tra le testimonianze aziendali, anche Uri Levin, co-fondatore di Waze, app di navigazione e traffico acquisita da Google nel giugno 2013 per oltre 1 miliardo di dollari, porta il suo claim e la sua ricetta: Innamoratevi del problema, non della soluzione, per essere certi di non deviare dall’obiettivo di creare qualcosa che abbia realmente un’utilità”. 

Convention Var Group 2024 – Palacongressi di Rimini

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