La settimana vede impegnata la redazione di Inno3 su due fronti, uno internazionale e uno nazionale. Vmware Explore a Barcellona e la Digital Health Conference a Milano. Perché li accomuno, essendo due momenti profondamente diversi. Per l’esigenza di fare chiarezza da una parte sul mondo Vmware (ora Broadcom) che tocca aziende, partner e clienti, dall’altro sul mondo della sanità digitale che coinvolge l’intero sistema sanitario nazionale fino a noi cittadini.
Partiamo da Vmware Explore, apre domani
Un anno fa eravamo a Barcellona poco prima che si formalizzasse l’acquisizione di Vmware da parte di Broadcom per 61 miliardi di dollari. Sul palco, quel passaggio di testimone tra Raghu Raghuram, Ceo di Vmware, e Hock Tan, presidente e Ceo di Broadcom, aveva già tutti gli elementi per intravvedere la strategia futura. “Sono tre gli impegni che vogliamo mantenere per i clienti – aveva esordito nel keynote Tan -: il primo è continuare a innovare e accelerare la ricerca e lo sviluppo di Vmware, il secondo è continuare ad investire nell’ecosistema di partner composto da distributori, Oem, service provider e global system integrator con la finalità di aiutare i clienti. Infine, mantenere alto il focus sulle operations per semplificare l’esperienza dei clienti con l’azienda e con i prodotti”. Chiudevamo il pezzo con “Solo il tempo ne darà conferma”.
Ora a distanza di un anno torniamo a Barcellona per capire se questo primo Vmware Explore, con il cappello Broadcom, fa chiarezza su un anno che in realtà è stato molto turbolento per Vmware, clienti e partner.
1 – Prima turbolenza: Broadcom ha posto fine al modello di licenze perpetue di Vmware, passando a proporre un modello ad abbonamento.
I prezzi delle licenze sono così aumentati a dismisura portando molti clienti a decidere di abbandonare la tecnologia Vmware sulla quale avevano investito da anni, altri a fare causa a Broadcom perché – così avvolti dalla tecnologia Vmware – non erano in grado di passare a una nuova tecnologia senza il ridisegno complessivo dell’intera infrastruttura, per molti insostenibile.
Un fatto su tutti, la causa intentata da AT&T, colosso delle Tlc americane, che ad agosto ha avviato un’azione legale contro Broadcom per gli aumenti “estremi” dei costi delle licenze e il mancato rispetto dei termini contrattuali. L’operatore (con un contratto di supporto con Vmware scaduto nel settembre 2021 ma rinnovabile annualmente per cinque anni) si è visto negare a settembre il rinnovo del contratto nei termini prestabiliti e imporre un contratto in abbonamento che – stando ai documenti depositati – significherebbe per AT&T un aumento dei costi annuali di 10 volte superiori a quelli pattuiti (pari al +1.050%). E anche se AT&T ha avviato un processo di migrazione verso soluzioni alternative per frenare gli alti costi di licenza imposti, la complessità della migrazione è tale che richiede una decisione corale, dal momento che le soluzioni Vmware sono integrate anche in hardware e software dei fornitori che concorrono al funzionamento della rete dell’operatore. Come dire, quasi impossibile rimpiazzare Vmware.
Ma Broadcom, a sua difesa, ribadisce che siccome non offre più i servizi richiesti da AT&T, è giustificata nel non offrirli nemmeno ad AT&T, nonostante il contratto in essere. Una posizione di forza che lo stesso Cispe, il consorzio degli operatori europei di servizi cloud, aveva sottolineato la scorsa primavera protestando per il cambiamento nel modello di licensing imposto unilateralmente ai cloud service provider, cancellando termini di licenza per software di virtualizzazione essenziali, mettendo a rischio le attività di molti operatori. “Broadcom sta tenendo il settore in ostaggio sfruttando il predominio del settore della virtualizzazione da parte di Vmware per imporre termini di licenza ingiusti e far pagare ingiustamente i clienti del cloud europeo“ aveva dichiarato il segretario del Cispe, Francisco Mingorance.
2 – Seconda turbolenza: Broadcom ha rivisto completamente l’ecosistema dei partner Vmware.
Dopo avere diviso l’azienda in quattro rami (focus sulle operations), rivoluzionato il programma di licenze per clienti, cloud provider e Oem, Broadcom ha dato vita a una riorganizzazione dell’ecosistema dei partner. La scrematura tra i partner operata all’inizio dell’anno attraverso una fase di selezione ad inviti ha portato nel tempo a focalizzare l’ecosistema sui service provider qualificati, razionalizzando il canale. Tutti gli accordi di partnership in essere al momento dell’acquisizione erano stati infatti rescissi unilateralmente da Broadcom il 5 febbraio scorso, eliminando il Partner Program di Vmware, trasformato nel Broadcom Advantage Partner Program, accessibile solo su invito.
3 – Terza turbolenza: La direzione tecnologica.
Per ora la spinta tecnologica decisa sul cloud privato per i clienti della VCF (Vmware Cloud Foundation), per supportare al tempo stesso sia i data center on-premise sia i servizi in cloud pubblico, è in continuità con la strategia multicloud mantra negli anni. Ma sarà l’evento di Barcellona che ci aiuterà a capire se la ricerca e gli annunci mondiali di fine agosto confermano anche in Europa la roadmap di integrazione di soluzioni Vmware con le tecnologie Broadcom, per rafforzare la posizione di Broadcom nel mercato del software enterprise. Capitalizzando l’eredità di Vmware.
La Digital Health Conference 2024 apre mercoledì
Il secondo evento che ci vede impegnati in settimana è la Digital Health Conference 2024, che animerà Milano dal 6 al 9 novembre parlando di sanità digitale.
Una sanità che, a quarantacinque anni dalla creazione del Sistema Sanitario Nazionale, deve gestire nuove sfide legate alla tecnologia, con l’obiettivo di collaborare alla costruzione dei nuovi modelli di sanità inclusiva, partendo da quanto già fatto (fascicolo sanitario elettronico, cartella clinica elettronica) ma con una attenzione crescente ai temi che riguardano sicurezza e interoperabilità dei dati, migrazione verso il cloud, telemedicina e intelligenza artificiale.
Anche qui rimangono aperti molti quesiti: quanto vale il mercato della sanità digitale? Quali divari ancora esistono tra le regioni? Quale governance attenta può ridurre le distanze tra Nord e Sud? Come migliorare l’interoperabilità tra le organizzazioni? Pnrr, che nuovi modelli di gestione abilita? L’intelligenza artificiale può davvero migliorare l’efficienza e la qualità del servizio sanitario? Che ruolo ha oggi l’agenzia della cybersicurezza nazionale (Acn) sulla protezione dei dati e dei pazienti?
Fare chiarezza anno dopo anno sullo stato della sanità digitale fornisce una prospettiva concreta alla capacità di dialogo tra enti, ospedali, direzioni generali, regioni, in-house, strutture tecniche e informatiche. Perché la sanità rimanga un bene comune.
Buona settimana a tutti.
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