E’ occasione per condividere progetti e strategie, ma anche per un confronto su risultati e una lettura di scenario sul nostro Paese, l’incontro con Rajiv Ramaswami, presidente e Ceo di Nutanix, con Toby Knaup, senior director e general manager Cloud Native, e Benjamin Jolivet, country manager per l’Italia. Hybrid multicloud, Kubernetes e l’ intelligenza artificiale i temi centrali del confronto milanese in un contesto di tendenze emergenti e sfide che le imprese devono affrontare in un panorama complesso e competitivo, anche per quanto riguarda le scelte IT.
“Il 2024 è stato un anno segnato da un’estensione della visione aziendale e dall’attenzione per una solida execution delle strategie chiave – esordisce Ramaswami –. Ancoriamo le nostre origini come pionieri dell’iperconvergenza, ma negli ultimi quattro anni, l’azienda ha esteso il proprio orizzonte, abbracciando una strategia hybrid cloud e multicloud a tutto tondo“. E grazie alle partnership, in particolare con Azure e Aws, Nutanix si posiziona ora come piattaforma in grado di supportare ogni genere di applicazione. Proprio nel corso dell’anno appena concluso, l’azienda ha infatti compiuto un ulteriore passaggio, proponendosi come “la piattaforma ideale per i diversi workload indipendentemente da dove siano distribuite le applicazioni, e pronta per gli sviluppi futuri legati all’AI”.
Un percorso che vede proprio nelle partnership una componente importante per la strategia. Ramaswami evidenzia infatti come i clienti utilizzano Nutanix anche come primo approccio al cloud pubblico, migrando carichi di lavoro da Vmware Cloud su Aws direttamente con Nutanix. “E’ una dimostrazione di come la proposta si adatti a esigenze diverse”, spiega il Ceo, fiducioso che diventi proprio questo “un metodo consolidato di scelta nei diversi mercati”. Certo la piattaforma core di Nutanix, basata sull’hyperconverged infrastructure, rimane centrale per l’azienda. E nel 2024, Nutanix ha semplificato ulteriormente la sua piattaforma, con l’obiettivo di consentire alle aziende di “costruire, gestire e operare cloud come in ogni ambiente”. Inoltre, l’azienda ha esteso la disponibilità della propria piattaforma su Aws e Azure con nuovi casi d’uso, per permettere ai clienti di migrare facilmente i carichi di lavoro tra ambienti on-premises e cloud pubblici. Ramaswami: “La flessibilità è l’elemento chiave. Non vincoliamo i nostri clienti che infatti possono scegliere dove e come evolvere le loro applicazioni”.
L’espansione verso Kubernetes e l’AI
Un punto riconosciuto strategico per Nutanix è intercettare i workload su Kubernetes e legati all’AI. E per questo si è mossa con l’acquisizione di Day2IQ e della sua Kubernetes Platform (inizio 2024, ndr.). Lo sottolinea il Ceo: “Disponiamo oggi di competenze e di una piattaforma Kubernetes completa che cresce e consente ai clienti di sviluppare applicazioni moderne senza rinunciare alla flessibilità, perché possono scegliere dove indirizzare la spesa dei loro budget mentre noi evolviamo la proposta passo a passo, con loro, man mano che modernizzano le applicazioni. Un approccio che permette ai clienti di integrare applicazioni tradizionali e moderne in un’unica piattaforma”.
Un punto su cui insiste anche Toby Knaup, co-founder di Mesosphere nel 2013 (poi diventata Day2IQ). Mesosphere, come Kubernetes Engine (Mke), fornisce alle organizzazioni IT una platform di controllo self-service centralizzata per la gestione di più Kubernetes ed è diventato uno dei principali contributori al progetto Kubernetes. La sua evoluzione ha intercettato le direzioni di sviluppo di Nutanix e la collaborazione ha permesso di combinare l’esperienza di Mesosphere con la robustezza della piattaforma dati dell’azienda, offrendo una soluzione unica per macchine virtuali e container. “La nostra piattaforma è progettata per supportare qualsiasi tipo di workload, sia on-premise che in ambienti cloud pubblici e privati, fino ai siti edge e air-gapped,” sottolinea Knaup. Da qui Nutanix Kubernetes Platform (Nkp combina il meglio di Nutanix Kubernetes Engine con il potenziale di D2iQ) e si distingue per la sua capacità di funzionare ovunque e per il suo approccio aperto. Knaup: “Molte aziende sviluppano nei cloud pubblici ma eseguono i workload in ambienti diversi”. Questo approccio aperto permette a Nutanix di offrire una soluzione scalabile e resiliente, eliminando la frammentazione tipica delle implementazioni Kubernetes. Knaup sottolinea quindi il valore della modularità della piattaforma, evidenziando come Nutanix supporti applicazioni AI e workload dati con un’infrastruttura comune. E spiega “Con Nkp, le organizzazioni possono quindi standardizzare le loro piattaforme Kubernetes, indipendentemente da dove vengano eseguite”. Inoltre, con Nutanix Enterprise AI, l’azienda propone una soluzione progettata per semplificare l’adozione dell’AI. La piattaforma fornisce una sorta di “punto di inferenza” per modelli di linguaggio di grandi dimensioni (Llm), consentendo alle aziende di utilizzare e ottimizzare questi modelli senza la necessità di costruire infrastrutture complesse. “Gpt-in-a-Box – per esempio – rappresenta un’offerta turnkey che combina il meglio delle nostre tecnologie per cui le aziende che non si occupano di addestrare grandi modelli di AI, ma desiderano utilizzarli, possono personalizzarli sui propri dati perché noi semplifichiamo questo processo”.
Partnership strategiche per crescere nel mercato
Le collaborazioni sono un pilastro strategico nella strategia di Nutanix. Nel 2024, l’azienda ha pertanto esteso la sua partnership con Cisco e ha firmato un nuovo accordo con Dell Technologies per cui Dell può rivendere la soluzione Hci di Nutanix e integrare il software con la propria tecnologia di storage PowerFlex. E’ ovviamente strategica soprattutto la partnership con l’hyperscaler Aws, e lo è in particolare attraverso programmi come il Migration Acceleration Program, per cui i clienti Vmware possono migrare facilmente al cloud pubblico con Nutanix NC2, sfruttando strumenti automatizzati e incentivi economici. “La migrazione verso il cloud pubblico è così più semplice e proprio questo approccio trova il riscontro favorevole della rete di rivenditori e partner”, riprende Ramaswami. Da qui il momento favorevole per la crescita. “Nel nostro ultimo trimestre abbiamo registrato 591 milioni di dollari di fatturato, superando le aspettative, per quasi 2 miliardi di dollari in revenue annuale ricorrenti”. Un aspetto interessante è l’incremento di nuovi brand (+50% anno su anno), con un mix equilibrato di grandi e piccoli clienti che hanno scelto Nutanix per la prima volta. Tendenza in parte alimentata anche dall’insoddisfazione dei clienti nei confronti di Broadcom.
Guardando al 2025, Ramaswami delinea una roadmap ambiziosa. Nutanix punta a diventare “la” piattaforma di riferimento per tutte le applicazioni, con una transizione da semplice challenger a leader di mercato – “Abbiamo un’opportunità unica di consolidarci come piattaforma de facto per il cloud ibrido” -. Un riconoscimento significativo di questa transizione arriva anche da Gartner, che oggi inserisce Nutanix nel quadrante dei leader per le infrastrutture ibride distribuite, accanto agli hyperscaler come Aws, Azure e Oracle. “Siamo la più piccola azienda in quel quadrante, ma questo conferma la nostra posizione di vero player nel mondo ibrido”, specifica il Ceo. L’appuntamento per fare il punto su questa transizione è fissato per .Next, previsto per maggio 2025 a Washington, che rappresenterà una vetrina per i prossimi passi della roadmap di Nutanix.
La crescita di Nutanix in Italia
Lo scenario italiano si presenta di fatto con un’intrinseca coerenza rispetto all’evoluzione della proposta Nutanix. Come della strategia. E’ il punto su cui interviene Benjamin Jolivet: “Anche in Italia nel 2024, Nutanix ha registrato una crescita significativa e ha lanciato la proposta Nkp per supportare i clienti nel loro viaggio verso i container. Abbiamo proposto Nkp come soluzione per servizi critici, sia nel settore pubblico che in quello privato ed è stata scelta per implementazioni su Aws dalle aziende come anche dalla PA per servizi fondamentali destinati ai cittadini”. Sull’AI l’azienda sta lavorando invece per semplificare l’implementazione di carichi di lavoro AI, “offrendo una piattaforma che combini scalabilità e semplicità a valle di una crescente domanda di soluzioni AI, con molti clienti in Italia nella fase di sperimentazione di casi d’uso”.
Guardando al futuro, Jolivet descrive il 2024 come un anno di trasformazione e crescita continua. Nutanix sta espandendo la propria presenza in settori strategici, come, appunto, proprio la PA e il finance, sulla base di soluzioni scalabili e modulari “anche grazie al Pnrr, leva per sostenere gli investimenti tecnologici nel settore pubblico”. Tema chiave resta come garantire la sostenibilità degli investimenti, offrendo soluzioni che ottimizzino il costo totale di proprietà delle infrastrutture. Inoltre, nel settore finance Nutanix sta estendendo la propria presenza, non solo tra le banche di medie dimensioni ma anche tra gli istituti finanziari più grandi. Mentre l’integrazione dell’AI continua a suscitare interesse, dimostrando il potenziale della piattaforma Nkp, sia nei progetti all’edge, sia in alcuni verticali specifici come quello dei trasporti. Ritorna il tema del valore delle partnership Jolivet evidenza quindi l’importanza dell’ecosistema per il go-to-market: “In particolare stiamo collaborando con partner come Accenture, Almaviva e Reply per sviluppare applicazioni critiche che sfruttano al massimo le tecnologie Nutanix”.
La segmentazione della forza vendita e l’integrazione con partner di canale hanno permesso a Nutanix di focalizzarsi su account di alto livello, mantenendo comunque l’accesso ai segmenti più piccoli. E’ la strategia ibrida, per i clienti, a rivelarsi ancora la soluzione ottimale. Permette di bilanciare costi, sicurezza e prestazioni, combinando i vantaggi del cloud pubblico con la gestione on-premise. “Anche perché molti clienti stanno comprendendo i limiti economici e operativi del cloud pubblico per applicazioni esistenti, preferendo approcci che sfruttano la flessibilità e l’efficienza delle piattaforme Nutanix“. Con la possibilità di “build once, run anywhere” a caratterizzare il valore della proposta come elemento distintivo, perché consente ai clienti di sviluppare soluzioni che funzionano in ambienti diversi senza necessità di adattamenti complessi. “L’Italia, nonostante un ritardo iniziale nell’adozione del cloud rispetto ad altre nazioni, rappresenta ora una grande opportunità di mercato. La minore esposizione a errori di implementazione ha permesso alle aziende italiane di apprendere dagli approcci internazionali, accelerando l’adozione di strategie ibride”, e l’avvento dell’intelligenza artificiale spinge ora le realtà a bilanciare meglio i costi e l’efficienza operativa. L’importanza di un approccio graduale e mirato, evitando di sovraccaricare le aziende con cambiamenti drastici resta la modalità operativa più efficace insieme con la possibilità di orchestrare una varietà di soluzioni multicloud che è uno dei punti di forza di Nutanix.
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