La transizione energetica rappresenta una sfida per il futuro delle imprese e del paese, per ridurre le emissioni di CO2 e aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse. In questo scenario, la tecnologia gioca un ruolo nel garantire un passaggio sostenibile verso un mix di energie più pulite e competitive
Un tema di cui si è discusso in settimana all’evento di Assolombarda “Le imprese al centro della transizione energetica” che ha radunato a Milano membri delle istituzioni, enti regolatori e imprese per fare il punto sul piano di efficientamento energetico italiano, affrontando le sfide normative e condividendo le strategie a supporto delle imprese verso modelli di business più sostenibili. 

“Grazie alla combinazione di strumenti, metodologie e nuove fonti, l’impresa ha oggi la possibilità di essere protagonista della transizione ecologica – esordisce Alberto Dossi, vicepresidente di Assolombarda –. Il connubio tra tecnologia e innovazione energetica rappresenta in questo contesto la chiave per affrontare le sfide della competitività e della sostenibilità, favorendo la crescita di un sistema industriale più resiliente e orientato al futuro”.

Alberto Dossi, vicepresidente di Assolombarda
Alberto Dossi, vicepresidente di Assolombarda – “Le imprese al centro della transizione energetica” 

Italia penalizzata dai costi energetici

Il dibattito della mattinata si è concentrato sulle nuove fonti energetiche, dall’idrogeno al nucleare moderno, considerate strategiche per la decarbonizzazione e la sicurezza energetica, ma anche in ottica di riduzione dei costi.

L’aumento del prezzo dell’energia rappresenta infatti in questo momento una nota dolente per il nostro paese, che detiene un primato negativo: le imprese in Italia pagano un prezzo dell’energia media più alto degli altri paesi europei e questo mina la loro competitività. In particolare, il gas naturale europeo ha raddoppiato il prezzo in un anno, superando i 50 euro/MWh, influenzando direttamente il costo dell’energia elettrica. In Italia, a gennaio 2025, il costo medio dell’energia elettrica è stato di 143,03 euro/MWh, con differenziali molto più alti rispetto a Germania (20%), Francia (29%) e Spagna (32%).

“Oggi le nostre imprese pagano una delle bollette più alte del mondo – interviene Alessandro Spada, presidente di Assolombarda –, un’emergenza partita già prima dello scoppio della guerra in Ucraina che è ormai diventata strutturale”. Le risposte a queste criticità ci sono, sottolinea il presidente, ma vanno attuate: “Dobbiamo disaccoppiare il prezzo del gas e il prezzo dell’energia elettrica, fare acquisti comuni europei, puntare sui rigassificatori e velocizzare il rilascio dei permessi sulle rinnovabili“.

A fronte dei costi dell’energia, non è un caso che oggi si ricominci a parlare di nucleare, un altro asset sul quale puntare è il pensiero comune, superando la “logica del no e del not in my backyard”, perché il nucleare moderno è oggi “una fonte pulita, continua e sostenibile che ci permetterà, insieme alle altre fonti come le rinnovabili, di avere una bolletta competitiva e di sostenere il fabbisogno energetico legato alle nuove tecnologie” afferma Spada.

Alessandro Spada, presidente di Assolombarda
Alessandro Spada, presidente di Assolombarda – “Le imprese al centro della transizione energetica” 

Strumenti per la decarbonizzazione

Sono molte le strategie in campo per ridurre l’esposizione alle fluttuazioni dei prezzi e contribuire alla transizione energetica. Tra quelle analizzate emergono l’autoconsumo a distanza o la stipula di contratti pluriennali di approvvigionamento da rinnovabile come i Ppa – Power purchase agreement, strumenti finanziari capaci di stabilizzare i costi energetici e di incentivare gli investimenti in impianti rinnovabili. Nel 2024, circa 1 GWh di Ppa è stato contrattualizzato a livello nazionale, con Germania e Spagna in testa in Europa. Anche le Cer – Comunità energetiche rinnovabili stanno trasformando il panorama energetico, consentendo la condivisione di energia pulita e riducendo la dipendenza dal mercato.

Di forte impatto sul settore, inoltre, le strategie e il piano REPowerEU che definisce il ruolo dell’idrogeno nella politica energetica dell’Unione inserendolo tra i pilastri della sua strategia per la decarbonizzazione, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

In questo contesto, si inserisce la creazione delle Hydrogen Valley finanziate dall’Unione Europea che hanno l’obiettivo di trasformare aree industriali dismesse in hub locali di produzione e consumo di idrogeno. “Oggi cominciamo a vedere la messa a terra dei progetti sull’idrogeno e sulle Hydrogen Valley – commenta Spada -. Progetti che vedono l’Italia, e in particolare la Lombardia, impegnata nello sviluppo di tecnologie legate all’idrogeno, con progetti finanziati nell’ambito del Pnrr, infrastrutture di rifornimento per veicoli a idrogeno, tecnologie avanzate di produzione e stoccaggio. Un esempio citato è il primo treno a idrogeno italiano recentemente testato sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo che una volta a regime vedrà 14 treni in funzione.

Rimangono tuttavia alcune preoccupazioni relative ai ritardi nell’attuazione dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr che rischiano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi prefissati al 30 giugno 2026. Si esortano allora le istituzioni a supportare le Pmi nel processo di carbonizzazione, semplificando la burocrazia e adottando regole più chiare per rendere competitive le imprese. “L‘energia non consumata è quella di maggiore valore – sottolinea Dossi . Investire in rinnovabili per l’autoconsumo o per la condivisione di energia e fare efficienza energetica sono solo alcune delle scelte operate oggi da molte imprese per pianificare nuove traiettorie di sviluppo” commenta, ribadendo il ruolo di Assolombarda a supporto delle imprese nel rendersi più autonome e sostenibili.

Le imprese impegnate nella transizione 

In un contesto profondamente cambiato, bisogna lavorare su un assetto infrastrutturale con regia orientata al lungo periodo, sostiene Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente: “Le novità regolatorie in campo sono elementi di variabilità che il settore deve ancora introiettare per essere protagonista di questa fase. Strumenti che offrono nuove opportunità, anche economiche per sfruttare un sistema elettrico in primis, ma energetico in generale, profondamente cambiato, che il mercato può capitalizzare grazie a una regolazione che diventa più attenta nell’offrire strumenti alle aziende”.

A questa chiamata, rispondono molte imprese del settore energetico, impegnate sulle roadmap verso la sostenibilità.
“Oggi possiamo guardare con ottimismo al quadro informativo messo a disposizione delle imprese. Ciò su cui si può ancora lavorare è lo sviluppo di facilitatori per mettere a fattor comune tutti le conoscenze e far emergere i valori della comunità energetica per sé e per il territorio” interviene Claudio Fiorentini, responsabile Affari Istituzionali Lombardia, Enel“A fronte di un’Italia dipendente dal gas, di energie rinnovabili con trend instabili, e Pmi con pochi margini di manovra, ciò che non è mancato in Italia è la resilienza del settore industriale e la sua capacità di reazione e flessibilità – commenta Filippo Bonaccorsi, direttore Public Affairs di A2A –. Poter constatare come i nostri paesaggi industriali si siano trasformanti grazie allo sviluppo delle rinnovabili, rende immediato il beneficio della transizione energetica in atto, che deve andare in primo luogo ai consumatori, per aumentare il consenso”.

In rappresentanza degli operatori per infrastruttura di trasporto e stoccaggio dell’idrogeno, Cecilia Gatti, executive director Institutional Affairs di Snam pone l’attenzione sull’importante tema del blanding “perché il gas resterà e non avremo un passaggio on-off e dunque il blanding rappresenta sicuramente nel breve e medio periodo un passo da intraprendere per il settore”. Simone Nisi, direttore Affari Istituzionali di Edison si sofferma sulla necessità di “superare la burocrazia semplificando i modelli”. Per questo, attraverso Edison Next, l’azienda negli ultimi tre anni si focalizza nel supporto alla decarbonizzazione delle imprese.
Michele Pizzolato, head of Regulatory Affairs di Eni Plenitude sottolinea la necessità di implementare sistemi di autoconsumo a distanza “fondamentali perché si pongono al centro del crocevia tra gli obiettivi di decarbonizzazione e quelli di investimenti industriali e obiettivi di cittadinanza e cultura energetica”. Paolo Arrigoni, presidente Gestore Servizi Energetici afferma: “Serve innovazione tecnologica e condivisione a livello globale; dobbiamo fare salti quantici guardando a obiettivi realistici sulla transizione 5.0”. 

Assolombarda
Assolombarda – “Le imprese al centro della transizione energetica” 

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