Nel nostro Paese la gestione efficiente delle risorse idriche è una priorità urgente. Lo dimostrano i dati relativi alla dispersione e all’età delle infrastrutture. Secondo le ultime rilevazioni, il 42% dell’acqua prelevata viene dispersa lungo la rete, mentre in oltre il 50% dei comuni italiani le perdite idriche superano il 35% dei volumi immessi. A ciò si aggiunge il fatto che il 60% delle infrastrutture idriche ha più di 30 anni, con un quarto di queste in funzione da oltre mezzo secolo. Sono i numeri che la Fondazione per la Sostenibilità Digitale richiama in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo, istituita nel ’92 dalle Nazioni Unite, e sottolineano la necessità di un intervento sistemico e di un ripensamento radicale degli strumenti di gestione dell’acqua. E’ un contesto questo, in cui il digitale può offrire soluzioni concrete, favorendo un uso più responsabile e consapevole delle tecnologie e aprendo la strada a pratiche innovative: l’obiettivo è ridurre le perdite idriche, contenere i consumi e proteggere le infrastrutture.
A questo proposito, l’ultimo report di Istat disponibile segnala che le perdite idriche nei Comuni italiani che dispongono di un servizio pubblico di distribuzione dell’acqua potabile si differenziano tra i vari modelli di gestione. Alle gestioni in economia (ovvero quelle in cui il servizio è gestito direttamente dai Comuni o enti locali), nonostante alcune esperienze particolarmente virtuose, corrispondono perdite idriche totali in distribuzione pari al 45,5% del volume immesso in rete. Tale valore è superiore di 3,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale (42,4%). Di contro, nelle gestioni specializzate, il valore delle perdite in distribuzione è complessivamente inferiore e pari al 41,9%.
Strumenti digitali e casi d’uso per preservare le risorse idriche
Gli analisti concordano nel sottolineare come il ricorso a strumenti di analisi predittiva, intelligenza artificiale, big data, IoT, e digital twin possa rendere la filiera più sostenibile lungo tutte le fasi del ciclo di vita dell’acqua, dalla captazione alla distribuzione, fino alla depurazione. Le buone pratiche non mancano. La Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha istituito un gruppo dedicato, denominato Sustainable Water. Composto da soci come Acquedotto Pugliese, Alfa Varese, Gruppo Cap, Italgas e MM; il gruppo ha lavorato per creare una rete tra gli operatori del servizio idrico integrato, favorendo lo scambio di competenze e promuovendo una Community Italiana delle Acque. Una delle iniziative più recenti ha portato all’individuazione di 14 use case (illustrazione sotto) che mostrano come una combinazione di tecnologie digitali possa risolvere criticità e ottimizzare i processi legati all’intero ciclo idrico. Tra gli esempi pratici figura l’impiego dei digital twin delle città, strumenti in grado di simulare l’impatto di eventi estremi, come le alluvioni. Ciò permette alle autorità di pianificare in maniera più efficace gli interventi di emergenza e di ridurre il numero di decessi e i danni complessivi a carico dei cittadini: è lo use case 3 che fa riferimento alla riduzione del numero di decessi e persone colpite da calamità, come riporta lo studio del Gruppo Acque della Fondazione. Nel dettaglio, le tecnologie interessate si collocano su tre livelli: l’infrastruttura fisica (1), l’ottimizzazione dei processi (2) e la creazione di ecosistemi digitali (3), dove persone e sistemi interagiscono tra loro, sfruttando la banda larga, il 5G e il cloud.

Riguardo all’utilizzo delle tecnologie digitali per i sistemi idrici è inoltre di particolare interesse il rapporto Ascendant di Minsait (Gruppo Indra) – AI Radiografia di una Rivoluzione in Atto – da cui emerge che il 67% delle aziende idriche utilizza già l’intelligenza artificiale (IA) per ridurre le perdite d’acqua e ottimizzare le infrastrutture, mentre l’83% la considera un motore di efficienza. L’adozione dell’AI si traduce nella gestione digitale dell’acqua, con casi d’uso come l’ottimizzazione della distribuzione, il monitoraggio delle inondazioni, il miglioramento della qualità e la previsione dei consumi. Due aziende su tre sfruttano inoltre chatbot e sentiment analysis per migliorare l’interazione con i clienti, mentre la metà adopera l’AI per supportare le decisioni basate sui dati. Sebbene il processo decisionale finale resti umano, la tendenza è verso lo sviluppo di soluzioni ancora più avanzate: dalla rilevazione precoce di sostanze inquinanti all’adattamento ai rischi climatici, fino all’efficientamento energetico degli impianti di trattamento. Inoltre l’espansione dell’utilizzo di contatori e sensori “intelligenti” e l’integrazione dei sistemi, in linea con i progetti di digitalizzazione del settore, alimentano la crescita delle soluzioni innovative, mentre tra le barriere da superare figurano la carenza di talenti specializzati (83%) e la necessità di una strategia più definita per l’adozione dell’AI (67%). Anche l’incertezza normativa, sebbene ridotta con l’entrata in vigore della legge europea sull’AI (AI Act), rappresenta un ostacolo per il 17% delle aziende. In ottica sostenibile, l’impiego dell’AI sostiene la riduzione dell’acqua non registrata, il contenimento delle dispersioni e una maggiore resilienza climatica. Come evidenziato da Minsait, si assiste inoltre a un’evoluzione verso l’economia circolare, promossa attraverso il riutilizzo delle acque reflue e il recupero dei nutrienti, con l’obiettivo di garantire sostenibilità ed efficienza a lungo termine.
Acqua, tema sociale ed economico
Il tema dell’acqua non è solo ambientale, ma anche sociale ed economico, poiché la scarsità idrica incide in modo diretto sul benessere delle persone e sullo sviluppo dei territori.

“Crediamo fortemente in un approccio sistemico che coinvolga tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato del Paese, non solo per la forte spinta all’innovazione tecnologica che questo produrrebbe, ma anche per come gli operatori potrebbero utilizzare la leva del digitale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità -, spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale – L’auspicio è quindi quello di instaurare un dialogo costruttivo e un processo collaborativo fra tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato italiano, che tenga conto delle diverse esigenze territoriali del nostro Paese”.
Il ricorso al digitale si profila quindi come uno strumento fondamentale per affrontare le sfide della dispersione idrica e dell’inadeguatezza infrastrutturale, consentendo di impostare una gestione integrata e sostenibile dell’acqua, essenziale per la salute dei cittadini, l’efficienza economica e la tutela degli ecosistemi.
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