Con Dionigi Faccenda, l’operatività della filiale italiana di Ovh e la capillarità dei data center distribuiti in tutto il mondo vanno di pari passo. Perché in Italia, il provider d’oltralpe che ha data center in tutto il mondo, sta portando avanti una strategia di vicinanza ai clienti, molto operativa, che ha visto l’apertura dei nuovi uffici milanesi (poco prima di Natale) con l’obiettivo di offrire al mercato locale supporto in termini di infrastruttura ad aziende medio piccole, startup e professionisti appoggiandosi indifferentemente ai 28 data center distribuiti nei quattro continenti ma coltivando la relazione diretta. Locale.

Una strategia di prossimità che va letta in un contesto più ampio di sviluppo del provider nato nel 1999 che gestisce l’intera catena dell’hosting per i suoi clienti, grazie ad una infrastruttura proprietaria basata sul software open source, con una collaborazione attiva con OpenStack dal 2014.

Una strategia che Faccenda, come sales manager EMEA, LatAm e Nord America di Ovh, declina nei suoi territori portando avanti l’idea del Ceo Michel Paulin, e del fondatore Octave Klaba di proporsi come alternativa a grandi provider di cloud pubblico internazionale. I due avevano lanciato una call to action al sesto Ovh Summit di ottobre, per riunire aziende europee operanti in vari ambiti della tecnologia al fine di essere competitor ai grandi provider d’oltreoceano. “L’idea è di quella di avere una visione alternativa di essere un cloud provider europeo fortemente posizionato – spiega Faccenda incontrato nei nuovi uffici presso Station F a Milano -. In Italia siamo 25 persone con un approccio diretto e trasparente con i clienti, senza costi nascosti per i nostri servizi di cloud pubblico e di hosting. Noi realizziamo anche i server per i clienti, ma non abbiamo lock in tecnologici, fornendo tecnologia avanzata per fare innovazione ma a costi contenuti”. Da una parte Faccenda guarda chi è interessato al mondo dei domini, dall’altra chi al mondo cloud.

Dionigi Faccenda, sales manager EMEA, LatAm e Nord America di OVH
Dionigi Faccenda, sales manager EMEA, LatAm e Nord America di OVH

Coltivare la prossimità

L’Italia è oggi una sorta di pilot mondiale per la relazione con i clienti. “In Ovh Italia ho portato un approccio nuovo – spiega Faccenda -: ho iniziato ad incontrare clienti fidelizzati e a proporre una relazione stretta, diretta, con i 400 top client che in precedenza venivano gestiti principalmente attraverso il sito. Clienti che spesso sono realtà piccole che utilizzano la nostra tecnologia, ma per progetti realizzati per aziende grandi. Il rapporto di fiducia tra l’account interno che conosce la tecnologia e i clienti è importante, tenendo conto che i nostri clienti molto spesso hanno certificazioni sulle tecnologie di vendor con i quali siamo partner, con per esempio con Vmware, con il quali eravamo anche a VMworld di Barcellona”.

Un approccio tipico italiano ma che sta facendo scuola. “Abbiamo circa un milione di clienti a livello mondiale di cui oltre 30 mila in Italia, annoverando tutte le realtà, da chi ha la necessità semplice di creare un dominio fino a chi richiede servizi di private e di public cloud. Lato cloud, la nostra forza è lo sviluppo su OpenStack che ci permette di avere un cloud smart, affidabile e scalabile, reversibile e trasparente per il cliente. Non abbiamo pretese di mettere app on top al nostro cloud, per questo affidiamo agli Isv lo sviluppo di applicazioni sulla nostra scatola”.

I clienti target sono system integrator, managed service provider e web agency e non ultimi i nativi digitali, aziende medio piccole con partita Iva che nascono e crescono digital. “Con Cloud Web, ad esempio, la nostra soluzione di hosting plug and play i professionisti possono personalizzare il proprio ambiente, un aspetto di grande importanza per le agenzie digital e i creatori di dispositivi mobile – precisa il manager -. Gli utenti possono utilizzare le opzioni di linguaggio di programmazione e ambiente di runtime (Php, node.JS) e il sistema di gestione dei database (MySql, MongoDB)”.

Guardando invece alle startup il programma Digital Launch Pad (“un’iniziativa che ben si distingue dai classici incubatori” precisa) fornisce loro infrastrutture tecniche gratuitamente e la possibilità di partecipare a eventi e training personalizzati. “Essere vicini a clienti e partner è parte fondamentale dell’identità di Ovh – precisa Faccenda –  che vuole offrire una soluzione cloud smart, dove smart è per noi acronimo di semplice, multi‐locale, accessibile, reversibile, trasparente”. E continua: “Trovo che l’adozione in Italia del cloud sia molto avanzata e l’Italia rappresenta il secondo paese per adozione del cloud all’interno di Ovh con una crescita significativa. La Spagna è ancora molto orientata all’acquisto dei server, l’Italia invece spinge molto più all’acquisto del cloud, al servizio gestito” .

Ovh ad oggi non ha data center in Italia ma il piano di crescita riguarda la copertura di nuovi clienti ed esigenze. “Nel 2019 in Italia stiamo approcciando anche la clientela enterprise con un supporto professionali, con la presa di chiamata interna sui progetti – precisa – e la definizione precisa degli Sla con i clienti”.

Espansione 2019

I progetti di crescita, da un fatturato di 400 milioni di euro nel 2018 a livello mondiale, sono a due digit per il 2019 con un piano di investimento al 2022. Ad oggi il 50% del fatrurato cloud a livello mondiale arriva ancora dagli Usa, ma l’obiettivo è crescere con questa offerta soprattutto in Europa. “Nel vecchio continente il problema delle competenze sul cloud è ancora sentito, ed è una barriera. Servirebbero corsi sui linguaggi, sulla cybersicurezza, con laboratori che combinano teoria e pratica” auspica Faccenda.

Michel Paulin, chief executive officer, OVH
Michel Paulin, chief executive officer, OVH

In questi giorni Ovh ha annunciato l’espansione dei servizi di public cloud grazie a due nuovi data center nella regione Asia Pacifico, a Singapore e Sydney.  “Offrire un servizio rapido e affidabile ai nostri clienti è fondamentale per Ovh – precisa il Ceo, Michel Paulin. Con la disponibilità delle soluzioni public cloud nell’area Asia Pacifico, ci impegniamo a sviluppare nuove tecnologie in questa regione e miriamo a supportare la crescita degli utenti cloud locali. Tutto ciò si sposa con la nostra strategia multi-locale, ponendo i data center fisicamente più vicini agli utenti finali. Questo porta vantaggi anche ai nostri clienti Emea che intendono sviluppare business in Apac, dove Ovh opera dal 2016”.

A seguito di questa espansione, Ovh eroga il public cloud in tutto il mondo grazie ai siti presenti a Singapore, Sydney, Varsavia, Londra, Francoforte, Beauharnois, Strasburgo e Gravelines.

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