La definisce “l’azienda più innovativa al mondo” citando Boston Consulting “perché ha creato l’infrastruttura più capillare esistente che coprirebbe la distanza terra-luna per ben due volte”. E la presenta come “artefice della trasformazione digitale di molte realtà italiane“ che hanno dirottato la propria infrastruttura sul cloud, per indirizzare nuovi business o ridisegnare quelli vecchi. Fabio Fregi, country manager di Google Cloud in Italia, non trascura i dettagli al recente Google Cloud Summit tenutosi a Milano.
Con più di 2.500 persone al Mico, l’intero ecosistema di Google si raduna ogni anno per capire come motivare le aziende ad adottare il cloud, confrontandosi con casi reali, grandi system integrator, partner, società di analisi. “Un mix ideale per sostenere le aziende nella trasformazione digitale” esordisce Fregi che con pragmatismo sottolinea quanto i bisogni di oggi siano i bisogni di sempre. “Qual è la base di qualsiasi trasformazione? – si chiede -. Aumentare i profitti e ridurre i costi, la stessa vecchia logica che non cambia nelle aziende che vogliono trasformarsi oggi”.
Le aziende devono gestire meglio i clienti e fatturare. “Con tre strategie: serve una piattaforma distribuita su scala mondiale per raggiungere i clienti in tutte le geografie, serve una piattaforma in grado di ottimizzare tutti i processi insieme ai partner e serve una piattaforma che possa gestire la trasformazione delle aziende in qualsiasi industria” sostiene.
La strategia di Google in questo scenario è rimarcata dai 47 miliardi di dollari di investimenti in tre anni che hanno portato al rilascio di 130 nuovi prodotti negli ultimi 12 mesi, con feature innovative dall’infrastruttura alla sicurezza.
Ma come sta andando il cloud? “Non tutti i settori rispondono allo stesso modo – puntualizza Fregi -. Ma metà delle più grandi aziende a livello globale innova utilizzando Google Cloud. Un interesse dimostrato in tutte le geografie, Europa, Usa e nei vari settori industriali”. Anche in Italia.
Generali, partnership trasformativa
Parlano gli accordi con le aziende come la partnership con Generali, dove Francesco Bardelli, Chief Business Transformation Officer di Generali Italia e Ceo di Generali Jeniot, racconta l’arduo compito di trasformare la terza azienda insurance in Europa.
I clienti si aspettano di essere seguiti in maniera diversa oggi dalle assicurazioni. “Nell’insurance c’è in corso una grande trasformazione, guidata dai clienti in base alla tecnologia da loro utilizzata in altri settori che si aspettano le stesse potenzialità e feature anche nell’insurance. Per questo la strategia è quella di diventare noi stessi partner di vita dei clienti, offrire una customer experience eccellente e personalizzata basata su una migliore connessione con i clienti, raggiungendoli attraverso ecosistemi diversi. Fin dal primo Poc con le soluzioni di Google Cloud, ci ha impressionato la facilità di utilizzo della tecnologia e le performance degli strumenti, le competenze su AI e data management. Un nostro team di advanced analytics lavora con gli ingegneri Google in un approccio che può accelerare l’implementazione di servizi innovativi: vogliamo evolvere dalla classica assicurazione che rimborsa i clienti ad essere un partner di vita che aiuta a prevenire il verificarsi del sinistro”.
Per questa ragione oltre a protezione e sicurezza Generali intende offrire più servizi di prevenzione e assistenza, e insieme alla rete distributiva, una nuova modalità di interazione basata su immediatezza e semplicità. “Forti della nostra expertise negli advanced analytic e nella connected insurance, testimoniata dalla recente nascita della società Generali Jeniot, oggi attraverso la partnership con Google acceleriamo ulteriormente nello sviluppo di servizi innovativi e nella costruzione di nuovi ecosistemi” sottolinea Bardelli e incalza Fregi, confermando la spinta dietro ai processi. “Non stiamo parlando di tecnologia ma di trasformare parte di una metodologia consolidata nella cultura delle persone, mettendo a disposizione un laboratorio che diventerà la culla di nuovi progetti”.
Generali con Google creerà di fatto un Innovation Lab, “convinti di accelerare insieme”, per ideare nuovi servizi digitali in mobilità che ancora non ci sono sul mercato: offerte specializzate e personalizzate che rispondono alla customer experience, accelerando l’esperienza de clienti. Nel laboratorio, con sede all’Innovation Park del Leone, personale qualificato di Google affiancherà gli esperti di Generali Italia nell’ideazione e industrializzazione di prodotti e servizi innovativi, tra cui la gestione dei servizi di mobilità.
Sviluppo continuo
I temi della trasformazione indirizzati da Google articolati intorno a quattro filoni – modernizzazione delle infrastrutture, sicurezza, sviluppo applicazioni e gestione dati intelligenza artificiale – evidenziano l’esigenza di soluzioni multi-cloud che siano flessibili per operare nel cloud con fornitori differenti (Anthos), soluzioni di intelligenza artificiale semplici (Cloud AutoML) e lo sviluppo di applicazioni specifiche per i diversi settori industriali, come per esempio la vendita al dettaglio indirizzata dalla soluzione Google Cloud for Retail.
“La nostra visione è quella di offrire un’infrastruttura con caratteristiche di sicurezza, affidabilità, velocità. Una piattaforma che permetta alle aziende di essere più produttive, dal momento che molti clienti devono gestire costi e complessità, in un mondo multicloud guardando al risultato: il cloud deve per questo gestire la loro complessità” sostiene Robert Enslin, president Global Customer Operations di Google Cloud.
Temi che toccano sicurezza, agilità del business, attenzione ai costi, portabilità e consistenza delle applicazioni: la piattaforma – in un modello di continuous development – sfrutta il paradigma serveless che permette allo sviluppatore di delegare al servizio Google, sfruttando flessibilità del mondo del container. “Tre fasi scandiscono il lavoro dello sviluppatore – precisa Enslin –: editing, compilazione/deployment e run del codice stesso. Mantenendo lo spirito di un approccio ibrido e multicloud la nostra architettura Google ha sviluppato una serie di plug in che integrano i più comuni tool di sviluppo” precisa Enslin.
Il caso Telepass
Anche Telepass ha innescato un processo di trasformazione digitale che rimette in discussione il servizio storico: quello di un’azienda nata con il dominio assoluto del servizio di pagamento del pedaggio autostradale, utilizzato da 11 milioni di utenti, e che ora vuole guardare all’intero mondo della mobilità proponendo nuovi servizi (come il pagamento del parcheggio presso gli aeroporti).
“Abbiamo lanciato 16 servizi in due anni, dopo che per 19 anni ne avevamo rilasciati solo quattro. Abbiamo impresso una accelerata al nostro business, una svolta – spiega Gabriele Benedetto, Ceo di Telepass – che ci ha fatto confrontare con nuove startup per lanciare nuovi servizi. La complessità dell’esistente era eccessiva: non riuscivamo più a fare convivere la vecchia infrastruttura di Telepass con le nuove criticità, che abbiamo quindi rimesso in discussione. Dopo 19 anni di vita avevano tutte le applicazioni ancora in una server farm in Autostrade”.
Il cambiamento necessario – indirizzato anche da vari consulenti e advisor – ha portato a creare una nuova cultura nel dipartimento IT, arrivando ad identificare il cloud come soluzione. “Cercavamo però un cloud laico che potesse gestire sia il vecchio sia il nuovo, sia il futuro. In particolare dovevamo gestire la piattaforma esistente del sistema di fatturazione che ogni mese invia 11 milioni di fatture ai nostri clienti. Abbiamo scelto un partner che potesse migrare l’intera infrastruttura e garantire la gestione smart dell’analisi dei dati e dei carichi di lavoro: insomma che potesse gestire l’esistente e indirizzare i servizi futuri”. Dei più svariati: la recente grandine in Lombardia potrebbero fare pensare alla proposta di servizi di riparazione, ma è solo una delle idee già al vaglio per i prossimi 12 mesi.
Dopo aver raggiunto la leadership nel pedaggio europeo (dal 2017 è diventata il primo sistema integrato nel campo dei servizi alla mobilità, attraverso la piattaforma TelepassPay), la nuova ambizione è intercettare le necessità dei clienti di Telepass, mettendo a disposizione le migliori soluzioni attraverso un sistema di acquisto rapido, sicuro e affidabile. “Telepass è stata la prima azienda tecnologica in Italia a sviluppare sistemi di pagamento digitali, che ha continuamente innovato nel tempo. Oggi, grazie alla collaborazione con Google Cloud, miriamo a diversificare ancora più velocemente i nostri servizi e a valorizzare, a vantaggio dei clienti, la mole di dati che gestiamo” conclude Benedetto.
Ecosistema articolato
Non solo capacità di analytic grazie ad AI e a sofisticati tool, ma anche la produttività e la collaboration (G Suite è utilizzato oggi da 5 milioni di aziende business e 1.5 miliardi di persone al mondo) sono viste come piattaforme di supporto ai clienti su scala mondiale. “Sono impressionata dalla velocità degli ultimi due anni nell’avviare processi di trasformazione in cloud, grazie anche all’ecosistema dei nostri partner che sanno ben indirizzare le problematiche di sicurezza e di privacy che i clienti spesso sollevano – racconta Alison Wagonfeld, Chief Marketing Officer di Google Cloud sia per la Google Cloud Platform sia per G Suite -. Credo che siamo un’azienda che impara vagliando le opportunità in tutti i settori merceologici per spingere le aziende ad abbracciare il cloud, partendo dalla formazione interna”.
Allison ribadisce la continua crescita nella regione Emea, “dove l’Italia rimane un paese molto importante per il nostro business, con partner strategici per la digital transformation”.
“Il nostro approccio rimane pragmatico – confida Fregi a margine dell’evento -: gli investimenti mondiali vengono declinati nei vari paesi a seconda di un ranking delle varie country e l’Italia ad oggi è considerata un Paese tra i grandi. Stiamo formando un team all’altezza della domanda che il cloud sta generando e stiamo raddoppiando il nostro personale, oggi di 350 persone, con trend che continueremo a seguire anche nei prossimi due anni. Questo ci permette di seguire meglio le grandi aziende nei processi complessi, organizzandoci per vertical e lavorando con le terze parti che ci aiutano a mappare le esigenze dei clienti”.
“Noi siamo un’azienda che sviluppa – conclude -: le implementazioni vengono fatte dai nostri partner ma abbiamo creato un’organizzazione di servizi professionali a supporto dei partner che non va in sovrapposizione con loro ma che li sostiene con competenze e qualità, composta ad oggi da diverse decine di persone. Siamo uno dei grandi sostenitori della comunità open source”. In particolare sono i temi della sicurezza e della privay i primi che le aziende chiedono di affrontare quando avviano processi di trasformazione del business.
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