Il pieno controllo dell’infrastruttura tecnologica agevola la possibilità di mantenere attivo in ambito retail il contatto con il cliente finale, sia in ambito e-commerce, sia nelle transazioni “offline”. Da un’IT pensata per spostare le informazioni però è necessario ripensare i processi ed approdare ad un’idea di IT con il dato che resta al centro.
Tra le tecnologie abilitanti, fulcro della trasformazione digitale e incentrate proprio sui dati, big data, intelligenza artificiale e IoT sono le tre più importanti. Ne parliamo con Paolo Pelloni, marketing e communication manager di Axians, che così spiega: “L’intelligenza artificiale (IA o AI all’inglese) è la più affascinante delle tre per mille risvolti diversi, ed è una realtà già in uso da molti retailer. Il mercato più grande è però previsto per l’Internet of Things (IoT), ovvero un insieme di oggetti connessi, prevalentemente sensori, ma non solo…”.
IoT e Gdo
Inevitabile pensare quindi a quali possano essere le possibili applicazioni della tecnologia nel mondo del commercio. Focalizziamo dunque quelle mature che hanno già casi d’uso concreti a partire da IoT applicata ai processi della Gdo. Esordisce Pelloni: “Nel settore della grande distribuzione organizzata o delle distribuzione di bevande l’IoT è applicata ai sistemi di refrigerazione: armadi, banchi e vending machine. Grazie a sensori ad hoc vengono misurati i parametri operativi, garantendo il controllo immediato del rispetto degli obblighi di conservazione”.
Questo però potrebbe essere considerato solo un marginale beneficio rispetto al passato e infatti – prosegue Pelloni – “i vantaggi maggiori arrivano dalla capacità di misurare costantemente il livello dei prodotti per migliorare l’efficienza di re-stock – in particolare per i distributori automatici – o tracciare le aperture degli sportelli in rapporto alle vendite”.
C’è poi la possibilità di monitorare i parametri operativi per implementare dei modelli di manutenzione predittiva e, chiude il tema il manager, “Axians guarda con attenzione all’integrazione di questi impianti per combinare miglior servizio alla cliente, efficienza operativa e risparmio energetico”.
IoT e retail
Per quanto riguarda IoT in ambito retail, si parla da tempo dell’applicazione di queste tecnologie sfruttando Rfid. Dotando ogni prodotto di un economico tag Rfid – una sorta di contrassegno elettronico univoco – si apre un mondo di applicazioni ad esso collegato.
Ne spiega i vantaggi Pelloni: “Alcuni brand lo utilizzano per avere un inventario in tempo reale di ogni negozio e di ogni centro logistico”. I vantaggi sono evidenti: la riduzione degli errori al taglio dei costi e dei tempi necessari per la produzione dell’inventario. Ma c’è di più: “Sfruttando la stessa tecnologia il retailer ha la possibilità di tracciare i movimenti del capo all’interno dell’intera supply chain e ottimizzare quindi spedizioni e giacenze in funzione dei dati raccolti. La granularità dei percorsi di un prodotto può aumentare anche solo all’interno del negozio”.
In particolare nell’abbigliamento dove alcune aziende rilevano quante volte un capo entra in camerino, incrociando poi questo dato con quelli di vendita. In questo modo vengono raccolte importanti informazioni, “per esempio un capo che viene provato spesso, ma acquistato raramente potrebbe avere problemi di vestibilità”.
Non finisce qui, perché altri brand usano la marchiatura elettronica dei capi diversamente. Pelloni: “Sì, quando il prodotto entra in camerino, questo viene letto dalle antenne presenti attivando una serie di suggerimenti a beneficio del cliente (e/o dell’assistente alla vendita). Questi compaiono su uno schermo apposito, o integrati nello specchio, dove il potenziale acquirente riceve informazioni aggiuntive sul capo, su possibili varianti per materiale, colore o taglia, o ancora suggerimenti su altri prodotti da abbinare”.
Ci sono sul mercato diversi casi già in produzione anche da diverso tempo. E non è l’unico esempio di uso a beneficio del cliente, perché – prosegue Pelloni – “l’identificativo elettronico consente di semplificare la procedura di reso e alcuni marchi non richiedono più neanche lo scontrino, poiché grazie al tag sono in grado sia di riconoscere ogni prodotto che risalire alla data esatta di vendita”.
Il manager vuole sottolineare che “non si parla di frontiere innovative ipotetiche. Queste sono soluzioni che i nostri clienti oggi stanno già applicando, in Axians li affianchiamo per supportarli nel deployment su scala globale e sul monitoraggio continuo per garantire continuità ed efficienza di servizio nel tempo”.
Questa esplosione di applicazioni porta il retailer ad avere molte più fonti di dati e molti più endpoint (terminali di rete). E’ inevitabile approdare al tema.
Il ruolo della rete
Pelloni spiega: “Tutto ciò ha un impatto sulle infrastrutture che hanno il compito di muovere questi dati in maniera sicura ed efficace. Non solo, le reti devono essere più agili con il paradosso che mentre aumenta la loro complessità deve diventare più facile gestirle. In questo Cisco ci aiuta con un’offerta che puntualmente indirizza queste richieste del mercato”. Si torna così al tema iniziale per cui “non solo gli apparati stessi di rete non sono più un mero trasportare di dati – chiosa Pelloni – ma essi stessi diventano parte integrante dell’innovazione”.
Si può fare un esempio concreto: i moderni access point sono già in grado di rilevare importanti informazioni sul comportamento dei consumatori in uno store o integrare la tecnologia Bluetooth per abilitare il proximity marketing. E anche l’accesso Wifi tramite captive portal è un’altra fonte di dati preziosa per il marketing oltre che strumento di comunicazione one to one verso i clienti.
L’orizzonte, a breve
E’ il momento di tirare le fila. Pelloni non solo spiega che “le applicazioni sin qui viste sono tutte casi d’uso reali con più esempi in retailer di diverse dimensioni e differenti categorie merceologiche”, ma va oltre “essi saranno, anzi sono già, un riferimento per gli altri operatori e vedremo nuovi progetti prendere piede già quest’anno in questi ambiti”. La pubblicazione dei risultati conseguiti, insieme al maturare della tecnologia e l’esperienza nell’implementarla invoglieranno altri a percorrere la stessa strada per non rimanere indietro.
Chiude Pelloni: “Sì, chi vorrà fare un passo in più guarderà ad altre applicazioni IoT. Ci sono progetti futuribili come aggiornare i prezzi delle bevande nei cooler in funzione del tempo atmosferico o della quantità di persone rilevate in un’area, e altri più legati alla sensoristica per la raccolta di informazioni operative”.
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