Dalle geoscienze alla ricerca scientifica allargata. Il nuovo supercomputer HPC5 inaugurato ieri all’interno del green data center di Eni a Ferrera Erbognone è uno dei sistemi di supercalcolo più potenti al mondo che conferma la volontà di Eni di mettere in campo strumenti a supporto del mondo industriale e accademico, per dare forma all’energia del futuro. Oltre che essere il motore della transizione di Eni stessa.
A conferma della portata dell’annuncio (per potenza di calcolo e collaborazioni) presenti all’inaugurazione alcuni dei partner impegnati in ricerca e innovazione. Lato accademico, importanti università come Politecnico di Torino (prof. Giuliana Mattiazzo, vice rettrice per il trasferimento tecnologico, ingegneria meccanica e aerospaziale), Mit di Boston (prof. Dennis Whyte, direttore del Plasma Science & Fusion Center), Stanford University (prof. Biondo Biondi, dipartimento geofisica), CRN (Fabio Trincardi, direttore dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente). Lato tecnologico, i vendor fornitori della tecnologia, Dell Technologies (Michael Dell, ceo dell’azienda, in messaggio video), Intel e Nvidia. Tutti allineati sull’importanza della tecnologia per elaborare la scienza del domani.
Di fatto il claim della giornata – Shaping the energy of the future – non celava misteri, sottolineando come l’intera infrastruttura di supercalcolo sia a supporto della trasformazione di Eni verso nuove fonti energetiche (sviluppo di energia dal mare, ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, sul clima e sulle tecnologie per l’ambiente). Lo stesso Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, lo appunta: “Con questo annuncio, Eni inaugura un’infrastruttura di supercalcolo dalle caratteristiche uniche al mondo in ambito industriale, in grado di potenziare e perfezionare ancora i più complessi processi aziendali a supporto delle attività delle persone Eni, accelerando il nostro processo di digitalizzazione e trasformazione – precisa Descalzi –. Questo è un momento importante nel percorso di transizione energetica. È un ulteriore passo avanti verso il traguardo globale che condividiamo con i partner tecnologici e di ricerca: rendere le energie di domani una realtà sempre più vicina”. Un settore chiave come ribadisce il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un messaggio inviato ai padroni di casa:“Eni rappresenta un’eccellenza in grado di portare il valore italiano nel mondo in un settore chiave“.
La forte accelerazione nella ricerca e nello sviluppo andrà verso fonti energetiche sostenibili, nuovi processi di esplorazione, sviluppo e monitoraggio dei giacimenti e il nuovo HPC5 permetterà a figure come giovani geologi, informatici e data scientist di Eni di migliorare l’analisi dei dati dando vita a nuovi processi produttivi. “L’utilizzo dei big data e di sistemi di intelligenza artificiale da parte di HPC5 consentirà all’azienda di perfezionare ulteriormente l’eccellenza dei processi di lavoro grazie a maggiore sicurezza sugli impianti, migliori performance, migliore pianificazione della attività esplorativa, maggiore precisione dei modelli di giacimento, oltre a supportare tutte le professionalità all’interno all’azienda nel loro lavoro quotidiano velocizzandone i processi decisionali” fa sapere Eni in una nota.
L’architettura
L’HPC5 è l’ultimo nato di un percorso avviato nel 2013 con il primo HPC1, proseguito negli anni a seguire – 2014 (HPC2), 2017 (HPC3) e nel 2018 (HPC4) – con una roadmap significativa che prevede ogni volta tecnologia con maggiore potenza.
Oggi il nuovo HPC5 fornito da Dell Technologies si affianca al sistema precedente (HPC4, realizzato con Hpe) triplicandone la potenza di calcolo da 18 a 52 PetaFlop/s (pari a 52 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo), permettendo all’ecosistema di supercalcolo Eni di raggiungere una potenza di picco totale pari a 70 PetaFlop/s.
Sviluppato in modo da ottenere il massimo livello di efficienza energetica sfruttando l’energia prodotta dal campo fotovoltaico del Green Data Center, è stato inserito nell’edificio esistente senza modifiche strutturali.
Tecnicamente, dettaglia Eni, l’architettura del nuovo supercalcolatore HPC5 (concepita con la stessa filosofia delle precedenti) è basata su tecnologia ibrida (CPU, Central Processing Unit + GPU, Graphics Processing Unit), è costituito da 1820 nodi Dell EMC PowerEdge C4140, ognuno dotato di 2 processori Intel Gold 6252 a 24 core e 4 acceleratori Nvidia V100 GPU. I nodi sono connessi tra di loro attraverso una rete ad altissime prestazioni InfiniBand Mellanox HDR 200 Gbit/s secondo una topologia full-non-blocking che garantisce un’interconnessione efficiente e diretta di ciascun nodo. Il sistema HPC5 è affiancato da un sistema di storage di 15 PetaBytes ad alte prestazioni (200 GByte/s di banda aggregata in lettura/scrittura). “Siamo particolarmente orgogliosi della partnership ultradecennale con un gruppo come Eni, realtà italiana considerata una vera e propria eccellenza a livello internazionale e che fa dell’innovazione e della sostenibilità aspetti chiave della propria strategia – commenta Adrian McDonald, Presidente di Dell Technologies EMEA -. La mission di Eni in tema di sostenibilità è ben allineata alla vision di Dell Technologies, dove la tecnologia rappresenta un mezzo a beneficio delle persone. Questo è uno degli aspetti per i quali siamo fieri di essere partner tecnologico di Eni all’interno del progetto legato al supercomputer HPC5. La collaborazione tra le aziende permette di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi in materia ambientale”.
Progetti in corso
Parte della potenza di calcolo disponibile col nuovo HPC5 sarà dedicata a progetti di studio su clima e ambiente, oltre che sulle energie del futuro. Tra i progetti già attivi quelli con:
- Politecnico di Torino, ricerca sulle energie alternative del futuro, su moto ondoso forma di energia a emissioni zero più concentrata, prevedibile, costante e inutilizzata al mondo.
- CDP, Fincantieri e Terna, collaborazione per realizzare impianti di produzione di energia da moto ondoso su scala industriale.
- Enea, realizzazione di un polo scientifico-tecnologico sulla fusione Dtt (Divertor Tokamak Test), che verrà realizzato nel Centro Ricerche Enea di Frascati (Roma).
- Mit, progetti su solare avanzato, decarbonizzazione e sistemi energetici globali, con studi sulla fusione a confinamento magnetico grazie al Mit Laboratory For Innovations in Fusion Technologies, oltre che sullo sviluppo di tecnologie per la cattura, il confinamento e l’utilizzo della CO2.
- CNR, realizzazione di quattro centri di ricerca congiunti nel Mezzogiorno: a Lecce si studiano i cambiamenti climatici e la criosfera nell’Artico, a Gela la fusione a confinamento magnetico, in Basilicata l’ottimizzazione del ciclo dell’acqua nell’agricoltura e in zone aride, a Portici la sostenibilità e la decarbonizzazione nell’agricoltura, in un’ottica di economia circolare.
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