L’edizione 2020 del Digital Health Summit si conclude con un momento dedicato alle realtà più innovative, la premiazione del concorso W.In.e – winning inspiring e-leaders. L’iniziativa premia i protagonisti di progetti che nell’ambito della crisi sanitaria in corso si distinguono per la capacità di gestire le fasi più critiche dell’emergenza, mettendo in campo doti di grande visione che generano valore per l’intero sistema della sanità e la cura del paziente.
Il concorso non prevede un podio, ma l’abbinamento di ogni partecipante ad un vino, un “wine” pregiato, a volere simbolicamente identificare coloro che maggiormente hanno saputo portare a frutto valore in sanità. Tra i protagonisti, dirigenti di aziende, medici, infermieri, e non solo, valutati da una giuria qualificata presieduta da Nicola Pinelli, direttore generale di Fiaso e membro dell’Advisory Board DHS.
5 modelli di sana Sanità
Incontriamo alcuni destinatari del premio e chiediamo loro di raccontare i progetti che li vedono protagonisti, gli obiettivi, il percorso intrapreso per la loro realizzazione e gli sviluppi futuri.
A partire da Fabrizio Ammirati, direttore UOC Cardiologia, direttore Dipartimento di Medicina, Ospedale GB Grassi – ASL 3 Roma, primo premiato, con un Roero, per la sua capacità di realizzare un modello organizzativo in grado di portare assistenza domiciliare fruibile e scalabile sul territorio.
“La Asl Roma 3 – spiega Ammirati – ha aderito al Programma di Miglioramento e Riqualificazione promosso dal Ministero della Salute e Regione Lazio per l’implementazione di Centrali di teleassistenza domiciliare per il controllo di parametri clinici, televisita, teleconsulto, e monitoraggio delle attività di telemedicina. Attualmente utilizziamo dati integrati derivati dal controllo a distanza dei defibrillatori che consentono di prevenire con largo anticipo la riacutizzazione dello scompenso. Una forma iniziale di intelligenza artificiale che permette una diagnosi e una terapia precoce. L’esperienza, partita in epoca pre-Covid, ci ha trovato preparati durante l’emergenza. Il sistema di monitoraggio remoto è risultato uno strumento utilissimo nell’assicurare una continuità assistenziale al paziente impossibilitato durante il lockdown ad accedere in ospedale per le visite ambulatoriali permettendo di rilevare urgenze cliniche che, per la maggior parte sono state risolte con colloquio e/o televisita. Per il futuro – conclude il professore -, la disponibilità di sistemi e procedure di telemedicina apre nuovi orizzonti nella gestione clinica dei pazienti affetti da patologie croniche“.
Il secondo premiato, cui va il Negro Amaro, è Antonio Giulio De Belvis, direttore UOC Percorsi e Valutazione Outcome Clinici, Fondazione Policlinico A. Gemelli – IRCCS, per la leadership nella capacità di integrare non solo i processi all’interno dell’intera struttura ospedaliera ma anche all’esterno, coinvolgendo il territorio nazionale.
“Più che di un Progetto, parlerei di … percorso – esordisce De Belvis – , visto che da 7 anni mi occupo della riorganizzazione dell’assistenza nella Fondazione per Percorsi clinico assistenziali e da due abbiamo realizzato un sistema di monitoraggio delle relative performance. Solo a partire da questa infrastruttura organizzativa, che attraversa orizzontalmente (Percorsi, ormai siamo a quota 45) le competenze verticali (Dipartimenti) della Fondazione, le diversità e complessità cliniche e tecnologiche sono state calate nei diversi contesti assistenziali e modellate sulla base delle esigenze dei molteplici problemi di salute presi in carico al Gemelli. Che, ricordo, è una complessa macchina da guerra… alle malattie: 95.000 ricoveri, 65.000 interventi chirurgici, 84.000 accessi in Pronto soccorso l’anno. Allo scopo di garantire continuità, qualità ed accessibilità alle cure nonostante gli impedimenti posti dall’emergenza Covid-19, la IRCCS si è dedicata all’implementazione delle modalità a distanza per l’erogazione dei suoi servizi.
Il percorso di digitalizzazione – prosegue il professore – è stato implementato già da alcuni anni, contando su una buona capacità di fundraising di progetto con i cittadini o con il settore privato. Il modello organizzativo, realizzato insieme alla Direzione ICT della Fondazione, poggia su tre pilastri: teleassistenza; visite a distanza; un modello di digitalizzazione dei percorsi a distanza. ll solo mio merito è quello di aver caparbiamente supportato tale cambiamento organizzativo, anche promuovendo reti tra le strutture, su impulso della Direzione, degli stessi clinici e delle famiglie. In questo modo, abbiamo creato robuste basi organizzative per la digitalizzazione in piena emergenza Covid-19.
Oggi – conclude De Belvis -, molti specialisti della Fondazione possono interagire con pazienti e caregiver da remoto, monitorando le condizioni di salute ed effettuando delicati interventi di assistenza in tempo reale, con piena tracciabilità sul Sistema Informativo Ospedaliero, in un momento a rischio di iperafflusso e favorendo il distanziamento sociale che tutela la salute degli assistiti e del personale sanitario. E siamo molto contenti che anche sul versante istituzionale, la Regione Lazio, cui è rivolta la maggior parte dei nostri servizi, abbia inserito da luglio la telemedicina all’interno delle attività dell’SSR”.
Ci parla del suo progetto anche Vincenzo Valentini, direttore Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia, Oncologia ed Ematologia; direttore di Generator, info science center dell’IRCCS; responsabile line di ricerca in Ricerca Clinica in Medicina Personalizzata e delle malattie croniche complesse; IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. A lui il quarto premio, un Cabernet, per la capacità di coinvolgere attivamente un team multidisciplinare e per l’uso di tecnologie innovative per la gestione predittiva delle informazioni che generano valore in Sanità.
“Utilizzando l’ingente patrimonio di dati e tutte le competenze cliniche della task-force nata contro il Covid-19 – spiega Valentini –, il centro di ricerca Generator della Fondazione Policlinico Gemelli (FPG), specializzato in Intelligenza Artificiale e Big Data, ha realizzato un progetto che contribuisce concretamente alla gestione dell’emergenza, migliorando il tempo di diagnosi in modo significativo e supportando il clinico nella selezione dei percorsi più adatti per il singolo paziente. Il progetto ha portato alla creazione di un Data Mart centralizzato e standardizzato delle sorgenti dati utili a descrivere la storia clinica, attuale o pregressa, di tutti i pazienti Covid-19 che sono transitati presso FPG e le strutture collegate.
Il progetto è stato avviato a febbraio 2020 e attualmente include circa 1.000 pazienti, più di 301.600 referti disponibili, 200 misure cliniche costantemente aggiornate, 32 sintomi registrabili e 25 comorbidità codificate.
La medicina personalizzata richiede il lavoro sinergico di un team multidisciplinare di clinici, data scientist, specialisti IT e della Digital Health Trasformation, manager e direttori della struttura sanitaria – conclude il professore -. Proprio il contributo di professionalità diverse ha permesso di estrarre, valorizzare e strutturare tutte le informazioni a disposizione e di convogliarle in uno strumento capace di dare una visione a 360° del paziente, nonostante l’estrema trasversalità di questa malattia”.
Nel panel dei premiati, Giovanni Gorgoni, direttore generale AReSS – Agenzia Strategica Regionale per la Salute e il Sociale Puglia, riceve il terzo premio, un Sagrantino di Montefalco.
Nella gestione del proprio progetto, il manager si distingue per le doti di leadership nella capacità di realizzare nuovi modelli assistenziali integrati che coinvolgano operatori dei servizi sociosanitari e nuovi processi per una fragilità il più possibile “prossimale”.
Un progetto che si realizza grazie all’utilizzo di tecnologie che combinano Population Health Management e TeleCare.
La premiazione del concorso si chiude con un Barolo, che va ad Andrea Belardinelli, responsabile del Settore Sanità Digitale e Innovazione della Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana. A lui è riconosciuta la capacità di visione e leadership nella piena applicazione della Digital Health, usando tecnologie innovative e non, per generare informazioni in tempo reale e predittive, realizzando un coordinamento bidirezionale tra aziende sanitarie, ospedaliere e regione. Premiata anche la capacità di darne ricaduta immediata per il Covid-19, accelerandone benefici e impatti; per la solidarietà mostrata verso le altre regioni, nella messa a disposizione del proprio modello. Il tutto, generando valore al servizio del paziente, del cittadino, delle aziende e dell’intero Sistema Sanitario Italiano.
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