Per certi aspetti è vero che la protezione dei dati, in passato, era molto più semplice. I dati si trovavano in un unico datacenter, lo smart working praticamente non esisteva ed il “perimetro aziendale”, perfettamente definito, permetteva di implementare soluzioni di difesa sulla base di confini precisi.
Oggi sarebbe del tutto impensabile lavorare così e tante aziende senza cloud e smart working semplicemente non potrebbero sopravvivere. Proprio per questo però anche la cybersecurity è di fatto da ripensare e la sicurezza delle informazioni aziendali dipende di fatto dall’architettura su cui risiedono i dati. Bisogna quindi partire proprio da queste considerazioni per comprendere come proteggere gli asset aziendali quando, proprio per portare valore, essi “vivono” distribuiti su diversi cloud e sono utilizzati con le app dai dipendenti dislocati ovunque.
Da qui la necessità di una piattaforma di protezione dei dati pensata per cloud e mobilità. Di insistere su un’architettura Sase (Secure Access Service Edge) e quindi su un servizio in cloud gestito per la protezione di una rete “estesa”, così come sulla capacità di analisi del “contesto” in cui vivono i dati, indispensabile riferimento per beneficiare di un sistema di Dlp (Data Loss Prevention) e Casb (Cloud Access Security Broker) all’altezza. Sono i temi del whitepaper che evidenzia tutti i vantaggi di una piattaforma di sicurezza basata sul cloud.
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